Le pagelle di Arpino

Le pagelle di Arpino Le pagelle di Arpino JUVENTUS 7nff R- Sbranca con sicurezza una deCUÌT O. Vjazi0ne diabolica di Bonlnsegna al 13', respinge quasi al termine una frustata di Massa. Dopo aver tirato, gli attaccanti allargano le braccia, come a significare: ho fatto il possibile. Ma Dino, oltre al possibile, mette qualcosa di più, quando è l'ora. Qninnci (%• Patisce un pochino Mariani, OfJlHUSl U. forse per eccesso di concentrazione. Però si batte ed è convintissimo di dover lasciare il campo appena entra uno mobile come Moro. Longobucco 7: fflg&ÉSSS da gel. Trova un Vieri in perfetta forma a dirgli no. Ha quattro anime e un solo piede. Ma proprio ricercando l'impiego del suo ormai noto sinistro, procura il più che classico rigore. Morirli fi" taiora assume atteggiamenti Iviurilll °" da gentiluomo, marcando a qualche metro. Talora è stoico nel recuperare palloni quasi morti. Si avventa a centrocampo in un paio di occasioni. Calma e sangue freddo, visto che i talloni non bruciano più, possiamo consigliargli. QalwarlnrA 7> qualche Intervento di Odivuuure i. pur0 esperto e logico cinismo. Nessun indugio ad accenni di « melina ». Nella Juve dei giovani, lui e un altro vecchio sono i veri miracolati. Fi « l'i no 8- deve accapigliarsi più di una rurmu o. vojta con Mazzola. La gente individua certi suoi eccessi, meno la spinta, la generosità agonistica che sfiora (talvolta) la frenesia. Crea tre occasioni da gol per gli altri, sfiora due volte il successo per conto suo. Crepi l'avarizia, io gli dò un buon voto. p_,lcjn e. l'ombra di Facchetti lo soVrdUSIU O. vrastai Come quella di Don Chisciotte umiliava Sanzo Pancha. Cerca di depistarsi per avere palloni, ma l'inesorabile Giacinto non lo perde d'occhio. Opera il cross pennellato per Altafinl ed è il primo gol, due o tre servizi dignitosi sa esprimerli. Coraggio, barone, di Facchetti ve n'è uno solo. Pii^iifArlrlii 7* lo marca Orlali, che iruccureaau /. ha pepe neue vene. Però è lui a spuntarla, in elevazione e allunghi. Botte di testa e affondi degni di nota, dominio e sensibilità nei raccordi a centrocampo. Non parliamo del rigore: è fulmine di Giove (anche se centrale). Altafini 7" sPerava in una sola cosa: Miictiiiii f. che non piovesse. Il solicello gli ha scaldato le ossa. E' partito porgendo palloni per compagni più dotati di ritmo, ma appena deve venir fuori la belva da gol, eccolo, il notabile don José: tra un nugolo di corpi avvitantisl, è pronto alla rapina. Omaggi, orchidee e doppia mozzarella per la dieta. r* a ruolini 7» dovrebbe contrastarlo, ma IrdptSIIU I. a distanza, Bedin. Alla lunga il gioco tattico di Fabio prevale, per lucidità, senso della manovra, volonteroso esercizio di allargare e favorire il passaggio del compagni. Nel centrocampo, per gli ultimi trenta minuti, c'era lui solo. Rettoria 7- ottime cose, per rifinitura Deiittyd ' • e spunti. Una scivolata gli nega di battere un bel pallone di José. Un gran colpo di testa sfiora l'incrocio. Sta maturando ad una nuova manovra. Dalla quale, è ovvio, potrebbe scaturire più di un gol. entra al 58' e prende in consegna Moro. Non gli leva tutte le voglie dribblomani ma lo controlla bene, con sacrificio e faccia grintosa. Elemento utilissimo (e mossa indovinata di Vycpalek). Gentile 6: INTER \Zipri o. gol a parte, sembra ringiovanito Vieri O. nej rjf|essi. Devia cinque o sei palloni-gol, vola da una parte all'altra della porta. Con un pizzico di fortuna gli riuscirebbe persino di intercettare il rigore. Consente quindi una montagna di alibi al suo mago. niiihprtrtni fi- marca Affini. •<> P'c- uiuDenom o. chìa so!o ne) Probabilmente lo vede come un giocatore neghittoso: il gol di José gli toglie ogni illusione (di qui il colpaccio verso il termine). Poppiiatti g. attraversa il campo da raCCnetti 5. destra a sinistra, da un'area all'altra come un galeone. Intercettamenti e fughe da ottocentista olimpico, servizi per tutti, salvataggi tempestivi. Nel finale è nervoso, e lo credo bene: non ha perso lui, ira l'Inter. Oria II 6' Cuccu '° sovrasta d'una spanna come statura, e lui gli sta addosso cerne un botolo, mordendolo nei calcagni. E' un bel giocatorino, carico di vitalità, ma nel Centrocampo privo di regole di questa Inter chi non si perderebbe? Rei liiai 6' 'ea" duelli con Bottega, sul 9 tipo del salgarlano Corsaro Nero. Bobby lo anticipa un paio di volte ma lo stopper interista se la cava ugualmente. Qual altro filtro lo protegge? Rum "jirh 7- è magnifico. SI perniet- leggio aereo per scavalcare avversari lanciati. Fa da sponda granitica, ma proprio il suo lavoro (e il fallo da rigore) dimostrano che la difesa interista ò malprotetta, quindi obbligata a pagare prezzi eccessivi. Macco fi. ripiega, difende, costrettovi u. non S0|D da rag|0ni strate. giche ma dalle vampe di Longobucco. Oscuro il suo impegno, anche se non scade nell'insufficienza. Di notevole un colpo di fucile nel finale, che obbliga Zoff a un gran tuffo. Mugola fi* ha ripulito certi suoi perIViaZZOia O. sona|ism|, certi insistiti slalom. Non si è liberato a rete una volta, ha cercato di servire, e pur brillando in alcuni contrasti con Furino alla lunga ha rinunciato, visti i polmoni di « Furia ». Se si risparmia per Monaco e Stoccarda, ringraziamolo. Se gli manca una spalla, ringraziamo il suo mago. Boninseana 6- ha awut0 tre-paiioni- □"Jllllfòegild O. tre giocabili. Ha ragione ad arrabbiarsi. Leonino lo è, ma si sa che anche le belve più aggressive si addormentano, se non vengono stuzzicate. Favolosa la sua deviazione al 13', meno lucido su alcuni calci franchi. DAriìn fi. « sette anime » dura ottanta DCUIM U. mjnuti Ne fa d, tu|te ^ standosi da terzino all'ala, da mezzala retrocedendo a stopper. Abusare della sua generosità, come fa l'Inter attuale, significa consumar le forze d'un calciatore, non impiegarlo a dovere. Mariani fi- crea qualche fastidio più iviai iciiii u. apparente che reale. Quando lascia il posto a Moro se ne accorgono in pochi, tranne, beninteso, Spinosi. Mrkrn A- entra nella ripresa, e quasi suiviuru O. b,to |0 aCcog|ie Gentile. Pochi ghiribizzi per quello che fu definito a Bergamo il « Rivera dei piedi piatti ». Si becca anche una legnata, non ravviva l'Inter. Le pagelle di Arpino Le pagelle di Arpino JUVENTUS 7nff R- Sbranca con sicurezza una deCUÌT O. Vjazi0ne diabolica di Bonlnsegna al 13', respinge quasi al termine una frustata di Massa. Dopo aver tirato, gli attaccanti allargano le braccia, come a significare: ho fatto il possibile. Ma Dino, oltre al possibile, mette qualcosa di più, quando è l'ora. Qninnci (%• Patisce un pochino Mariani, OfJlHUSl U. forse per eccesso di concentrazione. Però si batte ed è convintissimo di dover lasciare il campo appena entra uno mobile come Moro. Longobucco 7: fflg&ÉSSS da gel. Trova un Vieri in perfetta forma a dirgli no. Ha quattro anime e un solo piede. Ma proprio ricercando l'impiego del suo ormai noto sinistro, procura il più che classico rigore. Morirli fi" taiora assume atteggiamenti Iviurilll °" da gentiluomo, marcando a qualche metro. Talora è stoico nel recuperare palloni quasi morti. Si avventa a centrocampo in un paio di occasioni. Calma e sangue freddo, visto che i talloni non bruciano più, possiamo consigliargli. QalwarlnrA 7> qualche Intervento di Odivuuure i. pur0 esperto e logico cinismo. Nessun indugio ad accenni di « melina ». Nella Juve dei giovani, lui e un altro vecchio sono i veri miracolati. Fi « l'i no 8- deve accapigliarsi più di una rurmu o. vojta con Mazzola. La gente individua certi suoi eccessi, meno la spinta, la generosità agonistica che sfiora (talvolta) la frenesia. Crea tre occasioni da gol per gli altri, sfiora due volte il successo per conto suo. Crepi l'avarizia, io gli dò un buon voto. p_,lcjn e. l'ombra di Facchetti lo soVrdUSIU O. vrastai Come quella di Don Chisciotte umiliava Sanzo Pancha. Cerca di depistarsi per avere palloni, ma l'inesorabile Giacinto non lo perde d'occhio. Opera il cross pennellato per Altafinl ed è il primo gol, due o tre servizi dignitosi sa esprimerli. Coraggio, barone, di Facchetti ve n'è uno solo. Pii^iifArlrlii 7* lo marca Orlali, che iruccureaau /. ha pepe neue vene. Però è lui a spuntarla, in elevazione e allunghi. Botte di testa e affondi degni di nota, dominio e sensibilità nei raccordi a centrocampo. Non parliamo del rigore: è fulmine di Giove (anche se centrale). Altafini 7" sPerava in una sola cosa: Miictiiiii f. che non piovesse. Il solicello gli ha scaldato le ossa. E' partito porgendo palloni per compagni più dotati di ritmo, ma appena deve venir fuori la belva da gol, eccolo, il notabile don José: tra un nugolo di corpi avvitantisl, è pronto alla rapina. Omaggi, orchidee e doppia mozzarella per la dieta. r* a ruolini 7» dovrebbe contrastarlo, ma IrdptSIIU I. a distanza, Bedin. Alla lunga il gioco tattico di Fabio prevale, per lucidità, senso della manovra, volonteroso esercizio di allargare e favorire il passaggio del compagni. Nel centrocampo, per gli ultimi trenta minuti, c'era lui solo. Rettoria 7- ottime cose, per rifinitura Deiittyd ' • e spunti. Una scivolata gli nega di battere un bel pallone di José. Un gran colpo di testa sfiora l'incrocio. Sta maturando ad una nuova manovra. Dalla quale, è ovvio, potrebbe scaturire più di un gol. entra al 58' e prende in consegna Moro. Non gli leva tutte le voglie dribblomani ma lo controlla bene, con sacrificio e faccia grintosa. Elemento utilissimo (e mossa indovinata di Vycpalek). Gentile 6: INTER \Zipri o. gol a parte, sembra ringiovanito Vieri O. nej rjf|essi. Devia cinque o sei palloni-gol, vola da una parte all'altra della porta. Con un pizzico di fortuna gli riuscirebbe persino di intercettare il rigore. Consente quindi una montagna di alibi al suo mago. niiihprtrtni fi- marca Affini. •<> P'c- uiuDenom o. chìa so!o ne) Probabilmente lo vede come un giocatore neghittoso: il gol di José gli toglie ogni illusione (di qui il colpaccio verso il termine). Poppiiatti g. attraversa il campo da raCCnetti 5. destra a sinistra, da un'area all'altra come un galeone. Intercettamenti e fughe da ottocentista olimpico, servizi per tutti, salvataggi tempestivi. Nel finale è nervoso, e lo credo bene: non ha perso lui, ira l'Inter. Oria II 6' Cuccu '° sovrasta d'una spanna come statura, e lui gli sta addosso cerne un botolo, mordendolo nei calcagni. E' un bel giocatorino, carico di vitalità, ma nel Centrocampo privo di regole di questa Inter chi non si perderebbe? Rei liiai 6' 'ea" duelli con Bottega, sul 9 tipo del salgarlano Corsaro Nero. Bobby lo anticipa un paio di volte ma lo stopper interista se la cava ugualmente. Qual altro filtro lo protegge? Rum "jirh 7- è magnifico. SI perniet- leggio aereo per scavalcare avversari lanciati. Fa da sponda granitica, ma proprio il suo lavoro (e il fallo da rigore) dimostrano che la difesa interista ò malprotetta, quindi obbligata a pagare prezzi eccessivi. Macco fi. ripiega, difende, costrettovi u. non S0|D da rag|0ni strate. giche ma dalle vampe di Longobucco. Oscuro il suo impegno, anche se non scade nell'insufficienza. Di notevole un colpo di fucile nel finale, che obbliga Zoff a un gran tuffo. Mugola fi* ha ripulito certi suoi perIViaZZOia O. sona|ism|, certi insistiti slalom. Non si è liberato a rete una volta, ha cercato di servire, e pur brillando in alcuni contrasti con Furino alla lunga ha rinunciato, visti i polmoni di « Furia ». Se si risparmia per Monaco e Stoccarda, ringraziamolo. Se gli manca una spalla, ringraziamo il suo mago. Boninseana 6- ha awut0 tre-paiioni- □"Jllllfòegild O. tre giocabili. Ha ragione ad arrabbiarsi. Leonino lo è, ma si sa che anche le belve più aggressive si addormentano, se non vengono stuzzicate. Favolosa la sua deviazione al 13', meno lucido su alcuni calci franchi. DAriìn fi. « sette anime » dura ottanta DCUIM U. mjnuti Ne fa d, tu|te ^ standosi da terzino all'ala, da mezzala retrocedendo a stopper. Abusare della sua generosità, come fa l'Inter attuale, significa consumar le forze d'un calciatore, non impiegarlo a dovere. Mariani fi- crea qualche fastidio più iviai iciiii u. apparente che reale. Quando lascia il posto a Moro se ne accorgono in pochi, tranne, beninteso, Spinosi. Mrkrn A- entra nella ripresa, e quasi suiviuru O. b,to |0 aCcog|ie Gentile. Pochi ghiribizzi per quello che fu definito a Bergamo il « Rivera dei piedi piatti ». Si becca anche una legnata, non ravviva l'Inter.

Luoghi citati: Arpino, Bergamo, Longobucco, Monaco, Stoccarda