Canzonissima, s'è portata via di Ugo Salvatore

Canzonissima, s'è portata viaHA VINTO LA CINQUETTI IL GIORNO DELL'EPIFANIA CHE Canzonissima, s'è portata via Anche se quest'anno lo show è stato relegato alla domenica pomeriggio, grazie al divieto di circolazione ha avuto ugualmente largo seguito - Finalissima a rate: due puntate con Pippo Baudo esagitato in mezzo a ospiti, cantanti, cartelloni e la Medici -1 soliti versi con i traditi sulle soglie dell'amore Domeniche senz'auto, senza gasolio, ed ora senza Canzonissima. Anche Pippo Baudo, ultima vittima delle restrizioni congiunturali, ieri sera ha preso commiato dai telespettatori con la consueta veemenza, scalpitando e vociando come gli oratori improvvisati in un Hyde Park capitolino. E con il «vostro» Pippo Baudo, s'è involata anche Mita Medici già predestinata dalla natura, come soubrette, presentatrice e cantatrìce, alle limitazioni energetiche. L'Epifanìa dunque, anche Canzonissima s'è portata via. Ma è stata una grande abboffata: due puntate rateizzate a poche ore di distanza una dall'altra, con teorie ossessive di voci, volti di divi, musichette, Pippo Baudo, balletti, giurati, ragionieri, intendenti di finanza, Pippo Baudo, cartolinevoto, panoramiche orchestrali, risultati, Pippo Baudo. Un gran finale, come si usa nelle feste pirotecniche di Piedigrotta e del Redentore a Venezia. Ma con i soliti botti: le canzoni dai pessimistici conati poetici che ci fanno apparire immancabilmente un popolo di scontenti, traditi, abbandonati nella sala d'attesa dell'amore. «Champagne — per brindare a un incontro — con te — che già eri di un altro» si lamentava Peppino Di Capri occhieggiando con assonnato languore dietro le spesse lenti. «Quel giorno una lacrima cadde giù — e a piangere non c'eri tu» gemevano i Camaleonti con l'aria di dover correre da un momento all'altro fuori djlla scena per soddisfare bisogni urgenti. «Per te morirei, ci credi?» minacciavano sia i Ricchi sia i Poveri in un utopistico livellamento sociale. «Il mio uomo diverrai — pieno di pensieri e di guai» confidava la Vianella al marito Vianello. «Un'anima avevo — cosi limpida e pura — che forse per paura con te — l'amore non l'ho fatto mai», arrossiva la Cinguetti per confermare probabilmente l'illibato cliché della ragazza «acqua e sapone» che non ha ancora l'età per spingersi oltre i desideri. Gianni Nazzaro, svezzato dal complesso edipico (mamma tu non lo sai) del «Disco per l'estate» passa ora alla più matura fase dell'infanzia mostrando — eresia cardiovascolare — il «cuore di un bambino con il quale si può giocare». Mino Reitano invece continua a trascinarsi addosso il complesso dell'ex emigrante: «Quando è l'ora di tornare — una donna devo amare». Al Bano, il più modesto della nidiata finalista, ammette la sua incapacità intellettiva: «Ed io sciocco — non capivo». Infine Orietta Berti, innocente, colorata bambola di lenci che dice mamma al ritmico movimento delle palpe- ore: «Tu sei qualcosa, qualcosa in più — Il cuore batte quando ci sei tu». Be', ha vinto Gigliola Cinquetti. E tutti gli altri vissero infelici e scontenti. In tempi di magra Canzonissima vai bene una messe di scritture, di dischi destinati alle Hit Parade. Ma non è stato facile per il malcapitato spettatore del Nazionale conoscere il nome del primo arrivato. C'è voluta la seconda rata dello show con il ritorno sul video di Pippo Baudo a capo del suo rumoroso carrozzone, sul quale ha imbarcato anche il mago Silvan. L'illusionista che rassomiglia a Robin Hood, ha preteso come partner Mita Medici per suo numero di lievitazione. In questi casi, si sa, la mente del soggetto deve essere completamente sgombra. E così Mita Medici ha potuto librarsi a mezz'aria per cinque minuti. E' stata la sua migliore interpretazione e forse la presentatrice di Canzonissima 19731074 sarà ricordata proprio per tale stupefacente, quasi soprannaturale ruolo. Poi i due animatori dello show, i cantanti e gli orchestrali hanno restituito il video ai ragionieri con il conteggio dei voti espressi da cinquecento giurati sparsi in tutta la Penisola. Per un quarto d'ora e più invece delle ugole e delle gambe, le telecamere hanno corteggiato un banale cartellone tipo orario ferroviario. Finalmente la fine. Vince la Cinguetti con « Alla porta del Sole ». Pippo Baudo la bacia, ma non per questo smette di parlare, parlare, parlare. « Ed ora concentrati Gigliola e canta». La Cinquetti ripropone la sua canzone canzonissima dell'anno. Domani « tristezza e noia recheran l'ore ». Non sono versi di Panzeri, ma valgono lo stesso. Ugo Salvatore Roma. Gigliola Cinquetti replica alla televisione la canzonissima dell'anno «Alle porte del Sole» (Telefoto) Canzonissima, s'è portata viaHA VINTO LA CINQUETTI IL GIORNO DELL'EPIFANIA CHE Canzonissima, s'è portata via Anche se quest'anno lo show è stato relegato alla domenica pomeriggio, grazie al divieto di circolazione ha avuto ugualmente largo seguito - Finalissima a rate: due puntate con Pippo Baudo esagitato in mezzo a ospiti, cantanti, cartelloni e la Medici -1 soliti versi con i traditi sulle soglie dell'amore Domeniche senz'auto, senza gasolio, ed ora senza Canzonissima. Anche Pippo Baudo, ultima vittima delle restrizioni congiunturali, ieri sera ha preso commiato dai telespettatori con la consueta veemenza, scalpitando e vociando come gli oratori improvvisati in un Hyde Park capitolino. E con il «vostro» Pippo Baudo, s'è involata anche Mita Medici già predestinata dalla natura, come soubrette, presentatrice e cantatrìce, alle limitazioni energetiche. L'Epifanìa dunque, anche Canzonissima s'è portata via. Ma è stata una grande abboffata: due puntate rateizzate a poche ore di distanza una dall'altra, con teorie ossessive di voci, volti di divi, musichette, Pippo Baudo, balletti, giurati, ragionieri, intendenti di finanza, Pippo Baudo, cartolinevoto, panoramiche orchestrali, risultati, Pippo Baudo. Un gran finale, come si usa nelle feste pirotecniche di Piedigrotta e del Redentore a Venezia. Ma con i soliti botti: le canzoni dai pessimistici conati poetici che ci fanno apparire immancabilmente un popolo di scontenti, traditi, abbandonati nella sala d'attesa dell'amore. «Champagne — per brindare a un incontro — con te — che già eri di un altro» si lamentava Peppino Di Capri occhieggiando con assonnato languore dietro le spesse lenti. «Quel giorno una lacrima cadde giù — e a piangere non c'eri tu» gemevano i Camaleonti con l'aria di dover correre da un momento all'altro fuori djlla scena per soddisfare bisogni urgenti. «Per te morirei, ci credi?» minacciavano sia i Ricchi sia i Poveri in un utopistico livellamento sociale. «Il mio uomo diverrai — pieno di pensieri e di guai» confidava la Vianella al marito Vianello. «Un'anima avevo — cosi limpida e pura — che forse per paura con te — l'amore non l'ho fatto mai», arrossiva la Cinguetti per confermare probabilmente l'illibato cliché della ragazza «acqua e sapone» che non ha ancora l'età per spingersi oltre i desideri. Gianni Nazzaro, svezzato dal complesso edipico (mamma tu non lo sai) del «Disco per l'estate» passa ora alla più matura fase dell'infanzia mostrando — eresia cardiovascolare — il «cuore di un bambino con il quale si può giocare». Mino Reitano invece continua a trascinarsi addosso il complesso dell'ex emigrante: «Quando è l'ora di tornare — una donna devo amare». Al Bano, il più modesto della nidiata finalista, ammette la sua incapacità intellettiva: «Ed io sciocco — non capivo». Infine Orietta Berti, innocente, colorata bambola di lenci che dice mamma al ritmico movimento delle palpe- ore: «Tu sei qualcosa, qualcosa in più — Il cuore batte quando ci sei tu». Be', ha vinto Gigliola Cinquetti. E tutti gli altri vissero infelici e scontenti. In tempi di magra Canzonissima vai bene una messe di scritture, di dischi destinati alle Hit Parade. Ma non è stato facile per il malcapitato spettatore del Nazionale conoscere il nome del primo arrivato. C'è voluta la seconda rata dello show con il ritorno sul video di Pippo Baudo a capo del suo rumoroso carrozzone, sul quale ha imbarcato anche il mago Silvan. L'illusionista che rassomiglia a Robin Hood, ha preteso come partner Mita Medici per suo numero di lievitazione. In questi casi, si sa, la mente del soggetto deve essere completamente sgombra. E così Mita Medici ha potuto librarsi a mezz'aria per cinque minuti. E' stata la sua migliore interpretazione e forse la presentatrice di Canzonissima 19731074 sarà ricordata proprio per tale stupefacente, quasi soprannaturale ruolo. Poi i due animatori dello show, i cantanti e gli orchestrali hanno restituito il video ai ragionieri con il conteggio dei voti espressi da cinquecento giurati sparsi in tutta la Penisola. Per un quarto d'ora e più invece delle ugole e delle gambe, le telecamere hanno corteggiato un banale cartellone tipo orario ferroviario. Finalmente la fine. Vince la Cinguetti con « Alla porta del Sole ». Pippo Baudo la bacia, ma non per questo smette di parlare, parlare, parlare. « Ed ora concentrati Gigliola e canta». La Cinquetti ripropone la sua canzone canzonissima dell'anno. Domani « tristezza e noia recheran l'ore ». Non sono versi di Panzeri, ma valgono lo stesso. Ugo Salvatore Roma. Gigliola Cinquetti replica alla televisione la canzonissima dell'anno «Alle porte del Sole» (Telefoto)

Luoghi citati: Roma, Venezia