Under 23, una figuraccia

Under 23, una figuraccia La Germania Est si è imposta per 1-0 Under 23, una figuraccia Gol decisivo di Haefner all'85' - I tedeschi hanno una squadra forte ed atletica Troppo lenti i nostri centrocampisti - Poco servito Pulici - Difficile gara di ritorno (Dal nostro inviato speciale) Taranto, 27 febbraio. Le squadre della Germania dell'Est non si addicono a quelle Italiane. La Dinamo di Dresda ha eliminato la Juventus dalla Coppa del Campioni, Il Lokomotiv Lipsia ha tolto II Torino dalla Coppa Uefa e la nazionale Under 23, con la vittoria di oggi a Taranto (uno a zero), sta completando l'esclusione dei giovani di Valcareggi e di Bearzot dalla Coppa Uefa per rappresentative nazionali. I motivi della superiorità del calcio tedesco orientale rispetto al nostro sono apparsi evidenti anche oggi: i bianchi di Berlino, di Lipsia, di Magdeburgo, di Dresda corrono, lottano, contrastano; gli italiani, invece, preferiscono l'esibizione, amano lo spettacolo, cercano l'applauso personale. Se tutto finisce a fischi, le scuse si sprecano, si parla di terreno fangoso, di mancanza di intesa e di squadra improvvisata. Dopo la sconfitta di Taranto, è inutile tentare giustificazioni: la superiorità dei bianchi di Holke è stata cosi netta da rendere inutile la ricerca di attenuanti. D'accordo, il gol realizzato da Haefner all'85' può anche essere considerato casuale, ma questo non toglie nulla ai meriti degli ospiti e ai demeriti degli azzurri. I tedeschi erano scesi in campo per non perdere. Holke aveva presentato una formazione imbottita di centrocampisti e di difensori, per di più ordinando ai due attaccanti (Heldler e Hoffmann) di ripiegare in caso di necessità. A questa tattica — del resto già nota fin dalla vigilia — occorreva opporre un gioco di lunghi passaggi In modo da improvvisare ed accelerare al massimo l'azione d'attacco. Invece, i nostri centrocampisti perdevano tempo In troppi palleggi « da vetrina », permettendo ai difensori bianchi di rientrare e di chiudere i corridoi. Pulici e Graziani (nel primo tempo), Pulici e Garlaschelli (nella ripresa) non hanno mal avuto palloni utili per Il tiro. Avevano la colpa di non riuscire a smarcarsi, ma II loro compito diventava estremamente arduo per la leziosità e la lentezza della manovra collettiva. I difensori italiani erano ben disposti ad aiutare In gioco, Lombardo confermava il suo brillante stato di forma, Zecchini combatteva con la solita caparbietà, e Vavassori si spingeva sovente all'attacco, cercando di cooperare all'offensiva, ma con II risultato di creare una maggior confusione. I tedeschi non stavano a guarda¬ re. Marcavano a zona, ma giocavano « a soffietto ». Tutti avanti e tutti Indietro con l'armonia derivante da una lunga pratica comune. La nazionale germanica non era una squadra improvvisata. Lo confermavano gli scambi in velocità, l'assistenza reciproca in caso di pericolo e l'interscamblabilità dal ruolo e dei compiti. Nel primo tempo l'iniziativa è stata in mano agli azzurri per una buona mezz'ora, ma, nonostante questo, non abbiamo mai visto all'opera il portiere Boden, lo stesso ciie si fece ammirare a Dresda prima e a Torino poi nel turno della Coppa dei Campioni contro la Juventus. Nella ripresa Bearzot, lasciato negli spogliatoi Graziani, piuttosto in difficoltà, utilizzava Antognoni, ordinando a Garlaschelli di giocare da punta vera. La genialità del fiorentino dava l'Impressione di poter essere utile alla squadra, ma si trattava di Illusione. Molto presto anche Antognoni si adattava al piccolo trotto degli altri centrocampisti, sbagliando tutti i tentativi di appoggio in avanti. Al 56' Zecchini salvava alla disperata una situazione ingarbugliata (Bordon in uscita aveva perso la palla), e poco dopo (60') toccava a Vavassorl rimediare ad un collettivo errore difensivo dei nostri. Holke, capito che poteva tentare il colpo grosso, ha mandato in campo il giovanissimo centravanti Kotte. Ed i tedeschi attaccavano ancora di più. I nostri, tutti, accusavano la fatica, ed all'85' si registrava la mazzata conclusiva: avanzava Po merenke che centrava un pallone che Roggi di testa sbucciava indietro di pochi metri. Haefner az¬ zeccava un tiro in mezza rovesciata ed era gol, un gol bellissimo. La partita era finita. Il pubblico di Taranto, prima generoso con gli azzurri, applaudiva gli ospiti che, sicuri e tranquilli, potevano chiudere la partita con assoluta superiorità. Giulio Accatino Italia: Bordon: Lombardo, Oriali; Zecchini, Vavassorl, Roggi; Garlaschelli, Cuccureddu, Graziani (dal 46' Antognoni), Merlo, Pulici. Germania Est: Boden; Sekora, Hamann; Decker, Krebs, Schnuphase: Heldler, Haefner, Pomerenke, Tyll, Hoffmann (dal 63' Kotte). Arbitro: Cassarnaudi (Federazione maltese). Reti: all'85' Haefner (Germ. Es)t. Incasso: 26.618.000 lire (14.860 spettatori paganti).