Sotto il sole di Rio de Janeiro poi si farà ritorno verso casa di Doi Malingri
Sotto il sole di Rio de Janeiro poi si farà ritorno verso casa Il giro del mondo a vela Sotto il sole di Rio de Janeiro poi si farà ritorno verso casa (Da bordo dello Cserb Koala) Finalmente il nostro giro del mondo sembra avere un senso. Siamo in mezzo alle isole di Angra Dos Reis, un arcipelago a un centinaio di miglia da Rio de Janeiro, dove siamo venuti a rilassarci in attesa della partenza della quarta tappa, che per noi dello Cserb sarà l'i marzo. Sembra avere un senso, dicevo, perché finalmente si vede qualche cosa. Si pesca, si prende il sole sotto le palme cogliendo un casco di banane direttamente dalla pianta. Dopo 25 mila miglia sfiorando mondi meravigliosi ma non potendo fermarsi per ragioni di corsa, finalmente questa fermata nelle isole dei Tropici rida il senso della vacanza in barca. Nel contempo aggiustiamo qualcosa, rimettiamo in ordine la barca e con maschere e pinne, circondati da pesci multicolori, puliamo la carena. Da qualche parte in mezzo a queste duecento isole ci sono anche la Second Life e il Grand Louis, le barche che forse più si avvicinano come mentalità alla nostra. Gli altri, Guia e Tauranga compresi, sono rimasti a Rio a lustrare e pulire e, sotto sotto, ad annoiarsi. Torneremo tra qualche giorno allo « Yacht Club » di Rio de Janeiro, il più bello del mondo, a risentire i racconti della passata regata. Dopo Horn il Tauranga si è quasi capovolto come d'altronde il British Soldier qualche centinaio di miglia prima. Tutti si congratulano con noi per la rimonta fatta da Capo Horn, che ci ha fatto recuperare molto del tempo perduto. Le piatte dei mari del Sud ci hanno permesso di arrivare un giorno prima del Tauranga, che era passato a Capo Horn prima di noi. Un'altra cosa che sentiamo in barchina è l'invidia per l'armonia del nostro equipaggio. Siamo, credo, con il Second Life ed il Grand Louis le bestie rare della regata. Da noi nessuno è sbarcato imprecando, da noi non ci sono stati litigi a bordo. Ma certo ci sono forse due modi per andare d'accordo in questo tipo di regate. Uno è il nostro: tutti amici e rilassati che si divertono a stare insieme senza drammatizzare e senza mostrarsi i contratti di ingaggio, l'altro è quello delle barche militari in cui la disciplina viene attuata da gente che ci vive in mezzo e non la indossa per l'occasione. Così le voci non ci riguardano e ci meravigliano un poco: non deve essere divertente nei mari duri essere in barca con problemi di questo genere. Fra pochi giorni avverrà la partenza dell'ultima tappa, la più tranquilla, ma sono sempre 4000 miglia in mare e col vento. La partenza è divisa in tre scaglioni. Gli organizzatori vogliono che le barche arrivino il più raggruppate possibile per ricreare quell'incredibile spettacolo di barche e spettatori che abbiamo avuto alla partenza da Portsmouth. Ma noi, anche se aspettiamo questo arrivo, non ci considereremo arrivati se non solo quando ritorneremo a Loano, da dove siamo partiti per il giro del mondo interamente a vela il 4 agosto dello scorso anno. Cosa che, a poco tempo dalla conclusione e dopo aver superato la parte peggiore, ci sembra francamente abbastanza incredìbile. Doi Malingri
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