Assad ha dato a Kissinger la lista dei 65 prigionieri di Igor Man
Assad ha dato a Kissinger la lista dei 65 prigionieri La missione di pace in Medio Oriente Assad ha dato a Kissinger la lista dei 65 prigionieri Saranno visitati dalla Croce Rossa - Il segretario di Stato Usa a Gerusalemme - Anche il ministro sovietico Gromyko giunge a Damasco (Dal nostro inviato speciale) Beirut, 27 febbraio. Il primo passo è stato compiuto. Assad ha consegnato a Kissinger la lista dei prigionieri israeliani in mano siriana. Sono 65 e a partire dal primo marzo la Croce Rossa internazionale potrà visitarli. La notizia non viene da Damasco, dove si osserva il mutismo più assoluto: l'ha data a Washington il portavoce della Casa Bianca; nella capitale siriana nessuno l'ha smentita. « Tornerò fra qualche giorno a Damasco e allora potrò dirvi qualcosa di più », ha dichiarato Kissinger ai giornalisti prima di partire per Israele a bordo del « Boeing 747 » blu e bianco decorato con stelle e strisce. Al suo arrivo a Tel Aviv il segretario di Stato americano è stato meno laconico. Ha detto: « Credo che abbiamo compiuto buoni progressi in molte questioni cruciali per Israele ». Queste ultime, come si sa, erano quelle dei prigionieri in mano siriana. La notizia da Washington, la breve frase pronunciata da e a l a o Kissinger all'aeroporto di Damasco, la dichiarazione resa a Lod confermano l'impressione che gli incontri del Segretario di Stato con il presidente Assad abbiano dato « risultati positivi, suscettibili di avviare la ricerca d'un accordo per il disimpegno tra la Siria e Israele». Assad e Kissinger hanno parlato per più di sei ore. Dalla mezzanotte di ieri alle 3,30 del mattino, dalle 9 di stamane a mezzogiorno. Dopo i colloqui, Kissinger, sorridente e disteso come al solito, ha fatto il turista visitando la grande moschea degli Omayyadi, che sorge a ridosso del suk. Gli incontri tra Kissinger e Assad sono cominciati, ieri notte, in una atmosfera quanto mai distesa. Il Segretario di Stato americano ha consegnato al presidente Assad, a nome di Nixon, una scheggia di roccia lunare contenuta in una grande scatola cubica adorna di un nastro giallo. Saltando l'interprete, Assad ha ringraziato in inglese meritandosi i complimenti di Kissinger per la sua ottima pronuncia. «Dovrete venire un giorno negli Stati Uniti », gli ha detto Kissinger. Sorridendo, « Inch'Allah» (a Dio piacendo) ha replicato Assad. La lunghezza dei colloqui si spiega con la spinosità dei problemi affrontati. Kissinger e Assad hanno parlato non soltanto del problema dei prigionieri israeliani, legato a quello dei 170 mila profughi siriani del Golan, ma anche della conferenza di Ginevra. Indiscrezioni (o illazioni?) vorrebbero che la Siria si sia detta disposta a parteciparvi « a determinate condizioni». Cioè quando l'eventuale disimpegno delle forze contrapposte sul Golan sarà compiuto. Ma questo disimpegno, a sua volta, secondo i siriani, dovrà preludere allo sgombero totale degli israeliani e sarà materia di trattativa a Ginevra. Allo sgombero degli israeliani « da tutti i territori occupati » va connesso il riconoscimento dei diritti legittimi del popolo palestinese.A quanto se ne sa, questa volta Assad ha tuttavia messo dell'acqua nel fuoco della sua intransigenza. Egli, è vero, chiede che Israele si impegni (sotto garanzia americana) a incentrare il negoziato di Ginevra sul « ritiro totale », ma si contenterebbe di una « formula elastica » da incorporarsi nel testo di un e ventuale accordo parziale sul disimpegno militare. Sul disimpegno, Assad avrebbe avanzato « proposte precise ». La Siria vorrebbe che Israele sgomberasse la « sacca » conquistata nell'ottobre del 1973 e in più una striscia di 10 chilometri per affermare il principio che quelli del 1967 non sono confini definitivi, come sostengono i « falchi » di Israele. A Kuneitra, capitale dell'altopiano del Golan, ritornerebbe l'amministrazione civile siriana, nella striscia di 10 chilometri stazionerebbero « provvisoriamente » le forze di sicurezza dell'Orni. Quattro mesi fa, dopo l'accettazione del cessate il fuoco, Damasco rifiutò la presenza sul Golan Igor Man (Continua a pagina 2 in quarta colonna)
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