I tre ministri finanziari hanno trovato raccordo di Giovanni Trovati

I tre ministri finanziari hanno trovato raccordo I tre ministri finanziari hanno trovato raccordo Colombo: la polemica sul prestito "è stata una tempesta in un bicchier d'acqua" ■ La schiarita faciliterà anche l'odierna direzione del psi (Dal nostro corrispondente) Roma, 27 febbraio. Sembra che la polemica sulle condizioni poste dal Fondo monetario per concederci il prestito si sia attenuata e che venerdì al Consiglio dei ministri si raggiunga l'accordo che permetta al governo di superare anche questo scoglio. « E' stata una tempesta in un bicchiere d'acqua », ci diceva questa sera Colombo all'uscita dalla riunione con i due colleghi finanziari e con Rumor. « E' logico che ci si chieda una poUtica di severità. Ma siamo noi stessi che la dobbiamo imporre. Quel che occorre è che si faccia qualcosa. Che si dia la sensazione al Paese che il governo ha in mano la situazione ». Trova inopportune e controproducenti queste polemiche condotte a distanza tra i vari partiti: « Non scoppiano nelle riunioni ministeriali e di governo, scoppiano fuori provocando un preoccupante disagio ». Colombo ritiene che ai cittadini si debba parlare chiaro, responsabilmente chiaro, ma che questa esigenza non imponga affatto di ripetere di continuo che siamo sull'orlo del baratro. «Si ingenera una certa sfiducia a tutti i livelli. Anche la fuga dei capitali si favorisce quando si ripete che tutto va male». (Possiamo aggiungere, per averlo constatato andando per negozi, piccoli o grandi, che favorisce anche l'insensato accaparramento di generi vari, dal sale allo zucchero, ai pelati, o l'acquisto delle cose più inutili «tanto per avere qualcosa in casa», perché non si crede più nella lira). Perché, domandiamo, le polemiche scoppiano fuori del governo più che dentro? «Forse perché c'è ancora diffidenza». Anche il segretario socialdemocratico Orlandi è intervenuto nella polemica del Fondo, osservando che è comprensibile che un governo possa andare in crisi perché non ha ottenuto un prestito internazionale, «in quanto sarebbe indice della sfiducia degli altri Stati», ma che gli pare assurdo possa andare in crisi perché lo ha ottenuto«Al nostro Paese, poi, sono state concesse facilitazioniaccordandoci una fiducia chead esempio, non era stata accordata all'Inghilterra». La schiarita che si è avuta oggi tra i ministri finanziari dovrebbe facilitare anche la direzione socialista convocata per domani. Si prevedono critiche al governo da parte delle due correnti di sinistra (dLombardi e di Mancini), ma non richieste di crisi. Si attribuisce a Mancini, che pure insiste sulla poca efficienza dquesto centro-sinistra, la convinzione che sia bene che ipsi faccia parte del governo che gestirà il referendum. Acongresso di Genova Mancinaveva sostenuto una tesi opposta: tra i vari motivi per non partecipare direttamente al governo aveva addotto an che il referendum, affermando che i socialisti non potevano stare con i democristiani nella preparazione della consultazione popolare. Perché ha mutato parere? Forse perché ritiene che il psi al governo possa ridurre l'asprezza della lotta prò o contro il divorzio. A proposito del referendum, c'è ancora chi ritiene che, per quanto minime, non tutte le speranze di un rinvio siano spente. E si guarda con attenzione alla direzione socialista di domani: corre voce — e la registriamo — che da qualche settore del psi venga avanzata l'opportunità di verificare che cosa ancora si possa fare. Vedremo. Dipenderà anche dalla direzione socialista, se il consiglio dei ministri fisserà ve- nerdì la data del voto o rimanderà ancora. Poiché la consultazione è prevista per la domenica 12 maggio, non rimane molto tempo per gli obblighi costituzionali. Lo sciopero sembra non aver creato altre difficoltà per il governo, perché i tre leaders delle Confederazioni, pur criticando la sua lentezza e sollecitando iniziative concrete, hanno respinto ipotesi di crisi, ma ha suscitato polemiche tra i partiti. Mentre i socialisti si compiacciono del successo che ha ottenuto, i repubblicani sottolineano i danni che ha provocato. I sindacati, si legge in un fondo della Voce Repubblicana attribuito a La Malfa, «cadono in palese contraddizione allorché dicono di volersi opporre alla deflazione attuando, in non più di due mesi, 21 scioperi articolati, i quali cadono in un momento economico in cui occorre produrre di più ed esportare». Essi « hanno creato e creano quel vuoto deflazionistico dal lato dell'offerta, che i sindacati sostengono si avrebbe qualora si decelerasse il credito e si tagliasse con le tasse il superfluo ». Secondo La Malfa, questa contraddizione ha raggiunto la sua massima espressione con lo sciopero generale di oggi, che ha creato un vuoto di produzione stimabile in 150 miliardi. E conclude che, se intendono incamminarsi su questa strada, « la deflazione che dicono di temere, diviene, per loro diretta responsabilità, realtà operante ». Giovanni Trovati

Persone citate: La Malfa, Mancini, Orlandi, Rumor

Luoghi citati: Genova, Inghilterra, Roma