Una schiarita per il prestito Ieri sciopero per le riforme di Giulio Mazzocchi

Una schiarita per il prestito Ieri sciopero per le riforme Rumor s'è incontrato con La Malfa, Giolitti, Colombo Una schiarita per il prestito Ieri sciopero per le riforme Il Consiglio dei ministri esaminerà domani gli "impegni" per poter ritirare il prestito internazionale (770 miliardi di lire) : nel '74 bisognerà ridurre di 500 miliardi il deficit con l'estero, non superare gli 8800 miliardi nel bilancio statale, diminuire il credito interno, aumentare le tasse - Si parla di Iva più alta per i generi di lusso e di un pagamento anticipato delle imposte per imprese, commercianti e professionisti (Nostro servizio particolare) Roma, 27 febbraio. «Ho preso accuratamente nota delle osservazioni del collega Giolitti e le valuterò con estrema attenzione prima del Consiglio dei ministri di venerdì ». La dichiarazione è stata fatta stamane da La Malfa, dopo una riunione da Rumor dei tre ministri finanziari per un esame della «lettera di impegno » preparata dal ministro del Tesoro e che il governo dovrà approvare venerdì. Dev'essere approvata prima di prelevare il prestito di 1,2 miliardi di dollari (770 miliardi di lire), il cui incasso « è un'esigenza », ha detto Colombo, riferendosi al fatto che occorre continuare a sostenere con i dollari della riserva (ormai esausta) gli acquisti all'estero indispensabili alle nostre produzioni. La «lettera di intenti» delinea la politica economica che l'Italia seguirà quest'anno, partendo dagli obiettivi indi¬ cati dalle bozze del «piano annuale» preparato dalla Programmazione. Esso prevede che i redditi monetari dei lavoratori dipendenti quest'anno cresceranno più fortemente del reddito nazionale, così spingendo l'inflazione, nonostante che l'obiettivo per il reddito venga «ridotto» rispetto alla naturale evoluzione che avrebbe potuto avere. Essa avrebbe anche troppo aggravato lo squilibrio dei nostri pagamenti con l'estero e quindi l'inflazione interna. Il limite d'inflazione è indicato nel 15 per cento, da non superare. Aggiungendosi a un aumento-obiettivo del 4 per cento reale del reddito nazionale, porterà il reddito in termini monetari a oltre 94 mila miliardi rispetto agli 80-81 mila dello scorso anno (più 20 per cento circa). L'aumento reale del 4 per cento, inferiore d'un punto e mezzo all'aumento del '73, è tuttavia tale da garantire pienamente i livelli d'occupazione, consentendone anche una lieve crescita. Ciò può accadere, però, solo mediante un aumento degli investimenti, fissato come obiettivo nel 4 per cento, cioè più alto del '73 e doppio di quello del '72 (mai beni d'investimento cresceranno quest'anno del 18 per cento in prezzi). Per giungere agli obiettivi indicati tocca anche allo Stato eseguire un fortissimo aumento di spese d'investimento. La Malfa ha calcolato perciò di portare da 7400 a 9200 miliardi il deficit di Stato e l'onorevole Peggio, economista del pei, parlando ieri nel suo gruppo parlamentare, ha detto che occorre chiedere a La Malfa il dettaglio di tale spesa di cassa. Ciò fugherebbe il timore che il governo voglia deflazionare l'economia (anche se nel pei restano dubbi sulle capacità di realizzare poi tali spese). Le manovre da compiere per finanziare tanto ingenti investimenti pubblici e privati senza scavalcare un'inflazione del 15 per cento pongono «vincoli più stringenti», come ha detto Giolitti con preoccupazione già da qualche giorno. Oggi egli ha però spiegato a chi gli chiedeva notizie delle osservazioni da lui espresse a La Malfa, che in tali circostanze si tratta di compiere esami «in sede molto responsabile e con la necessaria riservatezza». Essa, tuttavia, in larga parte è venuta meno. Si possono pertanto indicare esattamente gli «impegni» sino a oggi contenuti nella lettera preparata da La Malfa. La premessa è che il nostro deficit petrolifero con l'estero sarà pagato mediante le intese internazionali, già avviate a Washington. Il primo impegno è invece di ridurre il deficit «normale» con l'estero, esistente nel '73, pari a circa 1400 miliardi. Nel '74 dovrà essere diminuito a circa 900 miliardi. Il secondo impegno è di ridurre in analoga misura il previsto deficit statale, portandolo a meno di 8800 miliardi. Il terzo impegno è di ottenere tale riduzione non mediante tagli agli investimenti, bensì mediante un analogo aumento delle entrate fiscali. Il Tesoro, anche se non nella «lettera», suggerisce ai colleghi di governo di aumentare solo le imposte dirette. Colombo ha già fatto sapere che intende proporre di aumentare l'Iva su i beni di lusso del 18 per cento e forse accrescere la misura del 18 (variazioni di prezzo di tali prodotti non incidono sul costo della vita). Inoltre, prepara una Giulio Mazzocchi (Continua a pagina 2 in prima colonna)

Luoghi citati: Italia, Roma, Washington