Previsioni e proposte per le tasse del 1974 di Francesco Forte

Previsioni e proposte per le tasse del 1974 Previsioni e proposte per le tasse del 1974 Per il 1974 emerge sempre più la probabilità che si debba fare ricorso alla leva fiscale: infatti il disavanzo pubblico, stando alle recenti dichiarazioni del ministro del Tesoro, si profila più elevato di quello previsto a causa di una dilafazione delle spese maggiore del preventivo. Il disavanzo dello Stato pare vada attestandosi sui 9500 miliardi, anziché 7500 come si era previsto e a ciò si aggiungono disavanzi nelle casse di alcuni enti previdenziali (come l'Enpas, cioè l'ente previdenziale degli statali su cui gravano gli oneri per i pensionamenti anticipati e le connesse liquidazioni, decisi da leggi ben note). Prima però di studiare gli aumenti fiscali, per accrescere le entrate al di là di quello che si era inizialmente calcolato, è bcno anche valutare se la stessa previsione di entrata, per il 1974, è attendibile oppure se risulti per avventura anch'essa insoddisfacente, così da portare n introiti minori delle previsioni, con conseguente ulteriore aumento del disavanzo. Il quesito sorge soprattutto in relazione al fatto che, stando ai dati della prima parte del 1975, la nuova imposta sul valore aggiunto, cioè l'Iva, non sembrava riuscisse a rendere, nel suo primo anno di applicazione, quanto previsto: pareva che vi potesse essere un «buco» di un cinquecento miliardi rispetto all'introito preventivato per il 1975, di 4050 miliardi. I dati più recenti (comunicati dal ministro delle Finanze al Senato, in occasione della recente discussione sul bilancio) dimostrano però che, fortunatamente, per il 1973 l'Iva ha reso quanto si era preventivato. Infatti contando le riscossioni fatte nel febbraio, in relazione ai versamenti compiuti a fine anno, che includono anche i conguagli annuali e, dunque, sono particolarmente consistenti, l'introito è giunto a 3990 miliardi di lire. Poiché vi sono versamenti che non sono ancora stati conteggiati perché riguardano dichiarazioni giunte a fine febbraio e non ancora registrate (si tratta di dichiarazioni su cui pesano i ritardi postali), è verosimile che si raccoglierà ancora qualche decina di miliardi. Così lo scarto fra previsione e gettito di competenza del 1973 risulta minimo. E' vero che, mentre l'Iva percepita al confine ha superato di 450 miliardi circa le previsioni, invece l'Iva sugli scambi interni è stata di 500 in meno delle previsioni. E questo dato non è certo soddisfacente. Per il 1974 la previsione si basa su un aumento del gettito di questo tributo di circa il 30 per cento. Ce la faremo? La risposta pare affermativa. L'introito d'. Iva che si è avuto finora, infatti, è quasi uni¬ camente quello che risulta dalle dichiarazioni spontanee dei contribuenti. Il fisco non ha ancora cominciato il lavoro di controllo e rettifica, sia perché voleva attendere, per farlo, la entrata in vigore del nuovo sistema di imposte dirette, la cui contabilità è st'-ettamentc col'egata con quella dell'Iva, sia perché le rettifiche operano meglio, quando si è conchiuso almeno un anno. Ir. sé il 30 per cento in più di gettito pare una cifra grossa, ma se si considera che i prezzi stanno aumentando, purtroppo, al ritmo del 15 per cento, un aumento del gettito di Iva corrispondente a questa percentuale, da solo, si giustifica in base all'aumento di prezzi. Anche ammettendo che nel 1974, fra settori cu. van bene e settori che van male, la produzione e il consumo, in termini reali, aumentino solo di pochissimi punti (esempio un 3 per cento), dunque vi dovrebbe essere un !8 per cento circa di maggiore introito connesso alla espansione naturale della materia imponibib. Calcolando un lavoro di recupero di gettiti per rettifiche compreso fra il 10 e il 15 per cento (cifra che non pare azzardata, visto che l'andamento delle dichiarazioni Iva per gli scambi interni non appare il più rispondente al vero), le previsioni — dunque — dovrebbero essere raggiunte. Nelle imposte dirette, il gettito appare corroborato dalle trattenute sui redditi di lavoro dipendente: è troppo presto per averne una stima annuale; ma sembra che si tratti di introiti molto consistenti. L'affermazione del ministro delle Finanze secondo cui le previsioni tributarie per il 1974 sono attendibili, appare, dunque, complessivamente fondata anche se comporterà un impegno notevole per il fisco. Si tratta ora di superare questi traguardi tributari, con nuovi introiti per far fronte, come già detto, alle maggiori spese. Come? La risposta va data in due direzioni. La prima è l'aumento di aliquote Iva sui consumi superflui (la cui cifra è molto consistente nella nostra economia); la seconda è il pagamento contestuale, al sorgere della materia imponibile delle imposte, previste dalla riforma tributaria per i redditi diversi da quello di lavoro dipendente (che a tale trattamento sono invece sottoposti): redditi di professionisti, di commercianti, di proprietari di terreni, di fabbricati. Non nuove imposte, ma pagamento immediato di quelle riguardanti il 1974 che, diversamente, questi soggetti pagherebbero solo nel 1975. E', oltretutto, un'azione perequativa, che dà maggior significato alla riforma tributaria. Francesco Forte