Sommossa di protesta, due detenuti su una gru e dieci donne su un tetto

Sommossa di protesta, due detenuti su una gru e dieci donne su un tetto Dalle 15 alle 23 manifestazione nelle carceri "Nuove,, Sommossa di protesta, due detenuti su una gru e dieci donne su un tetto La dimostrazione per consegnare alla "Stampa" un documento con i punti rivendicativi sulla riforma carceraria - Un centinaio di detenuti si barricano nel primo braccio - Un gruppo tenta di raggiungere la sezione femminile - Polizia e carabinieri circondano il carcere - Magistrati e funzionari convincono alla fine i dimostranti a rientrare nelle loro celle Nelle carceri di corso Vittorio ieri alle 15 è avvenuta una nuova ribellione. Un centinaio di reclusi barricati nel primo braccio, due In cima ad una gru e una decina di donne sul tetto della sezione femminile sono stati fronteggiati per tre ore da 400 agenti e carabinieri armati, mentre la polizia stradale bloccava le vie circostanti. La normalità è tornata verso le 23. La protesta mirava a riaffermare l'urgenza della riforma carceraria ed esprimere ai detenuti delle « Murate » di Firenze solidarietà per l'epilogo sanguinoso che ha concluso in quel carcere la manifestazione di sabato notte. A questo proposito i reclusi del primo braccio hanno consegnato ai cronisti de « La Stampa » un documento in undici punti: 1) solidarietà con i detenuti di Firenze e delle altre carceri italiane; 2) maggiore libertà nei bracci « tomba »; 3) vitto non cotto, ma in natura per cucinarlo da sé (« la maggior parte del cibo — sostengono infatti — viene venduta ad un allevamento di maiali »); 4) sollecita riforma penitenziaria del codice penale e di quello di procedura penale; 5) legge stralcio per abolizione della « recidiva »; 6) maggior assistenza sociale per i detenuti e le famiglie, assistenza all'atto della liberazione per favorire il reinserimento nella società; 7) rettifica degli articoli di alcuni giornali in cui si sostiene che le celle sono fornite di bagno e doccia; 8) la manifestazione avrà luogo alla pubblicazione sui quotidiani del presente testo; 9) colloqui con le famiglie in ambienti più umani e prolungamento degli stessi; 10) al detenuti del 1° braccio da un anno è negata l'« aria »; 11) annullare tutti 1 trasferimenti degli inquisiti e di chi ha il processo entro breve termine. Il documento conclude: « La somma raccolta con una colletta per i funerali di Giancarlo Del Padrone, ucciso da una raffica di mitra nel carcere di Firenze — hanno aggiunto — è a dispostelo- ne de « La Stampa » o dell'* Unità » che potranno farla avere ai familiari ». La rivolta di ieri sera esplode proprio mentre si raccolgono i soldi. Due detenuti, Ezio Rossi e Fernando Corradino, incaricati della colletta, approfittano della relativa libertà per arrampicarsi su una gru di trenta metri innalzata tra 11 primo ed il secondo braccio. Sono gli stessi che domenica avevano parlamentato con i giornalisti; gridano per richiamare l'attenzione, chiedono un nuovo colloquio. Le urla sono udite anche nella sezione femminile dove 25 donne salgono sul tetto per solidarietà. Anche i detenuti del primo braccio rumoreggiano, qualche vetro va In frantumi. Scatta l'allarme. Sul posto accorrono tutte le radiomobili disponibili, agenti e carabinieri, il vicequestore dottor Belloflore ed i funzionari Vinci e Ferslnl della squadra mobile, i colonnelli Marchisio e Ferraris con il sostituto procuratore Bernardi. Dai portone esce sconvolta una suora: «Hanno rotto i vetri della sezione femminile — grida afferrando un agente — rimane un cancello. Venite a proteggere le donne ». SI teme un attacco in quella direzione, gli equipaggi delle Volanti entrano all'Interno del carcere. Alle 19,30 gli uomini della polizia e dei carabinieri sono all'interno, entrano anche i cronisti della « Stampa » e uno di loro attraverso un'inferriata parla con 1 detenuti barricati nel primo braccio, ascolta le proteste. « Lavoriamo per 500 lire il giorno — dicono — e mezzo litro di vino ce lo fanno pagare 150, tutti i generi alimentari sono molto cari. Nel braccio siamo in 104 con 36 celle soltanto, viviamo in quattro o cinque per cella. Bagni o docce sono in comune, una per ogni piano, c'è poca libertà di circolare ed incontrarsi ». Gli propongono anche di visitare una cella, ma per ora è impossibile. Dalla gru, intanto, I due reclusi che hanno acceso la miccia della rivolta non vogliono scendere, nonostante l'opera di convincimento del magistrato, dottor Bernardi. Rossi arriva fino a metà, Corradino gli urla: « Se tu scendi io mi butto giù ». Dal tetto della sezione femminile le donne lo sostengono con un coro, incitandolo per nome: « Chicco, Chicco ». Anche il compagno torna nella cabina. Sale un detenuto per parlare con loro ma è respinto, su una piattaforma intermedia trova un rudimentale coltello che consegna agli agenti. Il cronista della « Stampa » chiede a sua volta di salire per convincere .1. due. « Starò qui sopra anche una settimana — urla Corredino —, finché non vedrò il giornale e ciò che dirà ». Le donne gridano la loro approvazione. Alle 21,45 Ezio Rossi, convinto dal magistrato, decide finalmente di scendere, va a discutere con le detenute. Dieci o dodici, le più agitate, sono ancora sul tetto: scende una ragazza, Maria Arietta, 21 anni, ha una crisi Isterica e sferra un pugno contro la vetrata, ferendosi ad una mano. Le altre urlano: « Noi restiamo qui, poi, quando scenderemo, faremo t conti con quelle che sono rimaste di sotto senza aiutarci. Le sfregeremo ». Arriva alle « Nuove » il procuratore aggiunto, dottor Rosso. Alle 22 si cala dalla gru anche Fernando Corradino e va in parlatorio dove lo aspettano 1 magistrati Rosso, Moschella e Bernardi. Interviene anche una delegazione di reclusi ed una portavoce della sezione femminile, Carmela Biase. Verso le 23 i detenuti rientrano quasi tutti nelle celle e ritorna la normalità. ^^.«fflflMUIiHIIWIilWSHBBIIIMWM Gli agenti presidiano gli spalti delle «Nuove» mentre i detenuti si barricano nel primo braccio e due salgono sulla gru

Luoghi citati: Firenze