Torino è rimasta senza latte Preoccupazione per i rincari

Torino è rimasta senza latte Preoccupazione per i rincari Una difficile settimana per il consumatore Torino è rimasta senza latte Preoccupazione per i rincari Gli allevatori non forniscono prodotto fresco - Il disagio, ieri contenuto, oggi si farà maggiormente sentire - La commissione consultiva prezzi favorevole all'aumento di 50 lire il litro - Molta incertezza per i ritocchi dei prezzi decisi dal governo Continua il travaglio della borsa della spesa. Non passa giorno senza che debba sopportare nuovi attacchi: aumenti dei prezzi, rarefazione della merce, marche sconosciute per la piazza di Torino al posto delle confezioni abituali. Il potere di acquisto dei salari si assottiglia; la massia è costretta a estenuanti equilibrismi sull'asse del rincari. L'intera opinione pubblica è disarmata. Si sente indifesa e impotente. I motivi di incertezza sono molti; la durata non sembra breve. Anche l'ultima settimana di febbraio si è iniziata con notizie poco confortanti: i produttori non consegnano più latte e non garantiranno le forniture fino a quando non sarà concesso l'aumento di 50 lire il litro. Per i generi alimentari sono in vigore i ritocchi decisi dal governo, ma non sembra che siano in grado di restituire equilibrio fra le varie fasi della commercializzazione di un prodotto. Questa la situazione, mentre si prepara lo sciopero generale di domani. Fra 1 motivi che alimentano la protesta del lavoratori figurano proprio 1 recenti aumenti, la continua ascesa del costo della vita. Latte — Sono bloccati ! rifornimenti per l'Intera città. I produttori sostengono che l'aumento è necessario per coprire gli accresciuti costi di produzione. La loro protesta è appoggiata dall'Unione agricoltori e dalla Federazione della Coldirettl. Le altre categorie che operano nel settore — raccoglitori, centrale e rivenditori — hanno espresso solida rietà. La prima giornata del blocco non ha provocato disagio. Ha detto Terenzio Giacobbe, presidente dell'Associazione lattai: « / negozianti e i consumatori erano informati dell'agitazione. Hanno potuto jarsì delle piccole scorte con cui sopperire al fabbisogno immediato. Forse oggi e più domani si avvertiranno le conseguenze della mancanza del latte fresco ». Il latte è un alimento ancora abbastanza a buon mercato. Entra in tutte le case, specialmente nelle famiglie numerose. E' consumato in modo particolare dai ceti meno abbienti, si dà ai bambini e ai vecchi. A Torino se ne vendono ogni giorno oltre 200 mila litri, con punte di 230 mila in questa stagione. Afferma Bruno Pusteria, direttore dell'Unione agricoltori: «Non è stato facile decidere la protesta. Ma è anche vero che gli allevatori lavorano in perdita ». Il latte alla stalla è pagato In media 95,5 lire il litro, mentre i costi di produzione oscillano tra le 125 e le 130 lire e continuano a salire. L'aumento di 50 lire sia per il latte pastorizzato (oggi a 160 lire il litro), sia per l'omogeneizzato (oggi a 180 lire), garantirebbe 1 maggiori vantaggi al produttore, fissando il nuovo prezzo del latte alla stalla in 124 lire. Gli allevatori sono decisi ad andare ano in fondo nella loro battaglia pur senza gesti clamorosi. Non sono sfilati In corteo, non hanno rovesciato latte per le strade. Hanno impedito, però, che i grossisti rifornissero le rivendite. « Non è una protesta vandalica — ha detto ancora Pusteria — Garantiamo i rifornimenti agli ospedali e a tutti gli istituti di assistenza ». C'è un fatto nuovo. La commissione consultiva del Comitato prezzi, riunitasi ieri mattina, ha espresso per la prima volta parere favorevole al rincaro del latte. Non è una decisione vincolante. Resta il riconoscimento della legittimità della richiesta, approvata con 11 voti favorevoli e 4 astensioni, motivate con la necessità di fissare un prezzo politico per ogni tipo di latte, compreso 11 latte cosiddetto Ubero. Il prefetto, presidente del Comitato provinciale prezzi, ha convocato il comitato stesso per stamane alle 10. L'organo deliberante concederà l'aumento? Non sono trapelate indiscrezioni. L'Unione agricoltori e la Federazione Coldiretti hanno inviato un telegramma al prefetto Salerno per solle¬ citare una decisione che favorisca i produttori. Sulla necessità di appoggiare la protesta si è discusso ieri sera nella sede dell'Unione agricoltori. Gruppi di « osservatori » controlleranno anche oggi tutte le strade di entrata in città per evitare l'accesso ai grossisti di altre zone. Tutto il latte fresco sarà dirottato alla Centrale per la sterilizzazione. Gli allevatori cuneesi hanno espresso solidarietà ai colleghi di Torino. Si sono detti pronti al boicottaggio qualora gli industriali lattiero-caseari decidessero di Inviare il prodotto raccolto nelle stalle del Cuneesi. Rincari — I nuovi prezzi fissati dal Comitato intei ministeriale per alcuni generi alimentari di largo consumo sono in vigore da ieri mattina. Secondo l'Associazione commercianti, «sembra molto improbabile che le decisioni del Cip possano corrispondere a quel controllo manovrato dei prezzi che dovrebbe consentire un adeguamento del mercato ». In pratica, i commercianti chiedono un ripianamento fra le tariffe al dettaglio e all'ingrosso in modo da eliminare le incongruenze contro cui hanno protestato una settimana fa. Si spiegano con un esempio: l'olio d'oliva al dettaglio è bloccato a 990 lire 11 litro, mentre il grossista lo vende a 1120; se per quest'ultimo l'aumento è stato di 250, il dettagliante continuerà a lavorare in perdita avendo la possibilità di imporre un rincaro non superiore alle 265 lire. Insomma, affermano, « le decisioni del governo vanno apprezzate come dimostrazione di buona volontà », ma dovevano avere maggiore efficacia. « Applicare i rincari a quotazioni antieconomiche significa accogliere unicamente le istanze dei produttori, lasciando disattese le richieste dei dettaglianti ». Per chiarire la situazione a proposito dei ritocchi, l'Associazione commercianti ha chiesto al prefetto la convocazione del Comitato provinciale prezzi, a cui è affidato il compito di ripartire gli aumenti al commercio. Ecco alcuni degli aumenti secondo dati forniti dal commercianti: olio di semi vari, colza, sola, vlnaccloll: 150 lire alla produzione e all'Importazione, 15 al commercio e 165 al consumo; olio d'oliva tipi Riviera e rettificato: 250, 15 e 265; formaggio grana padano fresco, reggiano di un anno, gorgonzola fresco: 150,15 e 165; provolone, fontal e slmili: 120, 10 e 130; formaggi molli; 100, 10 e 110; burro: 120, 10, 130; carne In scatola, 90 gr: 15, 5 e 20; prosciutto crudo: 360, 30 e 390; prosciutto cotto: 320, 30 e 350. Zucchero — L'aumento di dieci lire al chilo non soddisfa i grossisti. I commercianti chiederanno un intervento del prefetto per un adeguamento del prezzo ai nuovi costi di produzione e agli aumenti subiti dalla carta. Solo una decisione che riporti equilibrio nella commercializzazione del prodotto potrebbe permettere il ripristino dell'equilibrio. Sciopero — L'Associazione commercianti ha invitato i propri iscritti a tenere aperti, domani, i loro negozi. La Confesercenti ha invece sollecitato i suoi associati a ritardare l'apertura di un'ora. Dice il segretario provinciale Fresia: « La nostro posizione è autonoma. Le misure governative sui prezzi sono negative: rappresentano ur.a resa agli speculatori e agli imboscatori. Il conto toccherà pagarlo al consumatore e al dettagliante ». Fresia ha confermato le richieste della Confesercenti: prezzi politici per alcuni generi alimentari di prima necessità, controllo democratico sulla formazione dei prezzi, controllo e passaggio alle Regioni e all'Alma delle Imprese agricole e delle derrate alimentari.

Persone citate: Bruno Pusteria, Fresia, Terenzio Giacobbe

Luoghi citati: Alma Delle Imprese, Salerno, Torino