Non c'è solo il divorzio di Guido Ceronetti

Non c'è solo il divorzio Non c'è solo il divorzio Un fastidio breve, andare in un chiosco elettorale a trecciare il fatale geroglifico in favore del divorzio, nel giorno del referendum, ma per chi si ritiene cresciuto e consapevole, una fatica da discobolo. E quali simboli iscriverà sulla scheda la fantasia dello Stato? Una coppia di sorridenti gemelli siamesi per l'indissolubilità, e una catena spezzata da un impeto bakuniniano per il divorzio? I mali di una democrazia che degenera sono un'eruzione irrefrenabile e paurosa, la delizia di un dermatologo. Eccoci in un tormento di pruriti che non placherebbe la vasca di Marat, col solo conforto che una guarigione radicale sarebbe più terribile di questo perpetuo grattarsi. Un milione e mezzo di rischiarati con troppa parsimonia dal lume naturale — ma in grado di apporre firma e muniti di suffragio! — riusciranno forse a fare abrogare una delle leggi più decenti (nessuna speciale virtù, solo decenza) uscite in trent'anni dai nostri roventi crateri legislativi. Non c'è da giubilare. L'arbitrio del potere numerale è crudele. Basterà un piccolo scarto di voti, e la povera ragione dovrà registrare una triste sconfitta. Perciò quel giorno mi alzerò presto, mi farò la barba e andrò a dire di si, spensieratamente, alla Distruzione della Famiglia. Mi sembra tuttavia che mentre Chiesa e Stato, ciascuno nella propria sfera indipendenti e sovrani, stanno perdendo autorità alla velocità con cui perde aria un pallone bucato, e mentre un certo numero di piaghe bibliche sono già al lavoro dappertutto per dare agli scrittori il piacere di analizzarle insieme ai propri traumi infantili, la Famiglia tenda, molto naturalmente, a rinforzarsi. Rompendosi reti, redini e reticolati sociali, quel che alla fine disperatamente tiene è il laccio del proprio sangue. Si fanno grandi stragi di padri, però il giorno dopo eccoli tutti risuscitati. Commedie... Fingono di sbranarsi, ma verso l'Esterno, dove si spalanca la nera voragine degli Altri, tutte le porte sono sprangate. Le mani che graffiano muri e facce nelle stanze chiuse sono le stesse che, contro l'occhio estraneo, portatore di sortilegio illegittimo, spremono esorcismi. Per dove passerà la Distruzione? Il coagulo degli interessi, degli affetti e degli egoismi familiari (spettacolo grandioso e sovente ributtante) è una roccia formidabile che resiste a tutto. Se c'è un vero pericolo, i consanguinei si attaccano uno all'altro, si ungono di carezze, si fanno scudo. Prova a passare le Termopili di quel pianerottolo! Se arrivano i Persiani, li troveranno morti, gloriosamente, nell'ingressino, gli indisgiungibili congiunti. La canna che spunta dallo spioncino, dietro il quale la Famiglia è asserragliata, spara. Troppa illegale solitudine minaccia tutti, perché la famiglia legale non ne tiri spietatamente profitto. Non piangiamo sul suo sfacelo apparente; qualsiasi cancrena si arresterà su quella frontiera, o non siamo più carne affamata in eterno di legami e di legge. Il divorzio è una specie di medico di famiglia, che entra nelle case per curare i vivi e chiudere gli occhi ai morti. Ma la Famiglia, sciolto un nodo, ne fabbrica altri sette. Durerà più a lungo di ogni altra istituzione, per riprodurre fino alla fine le sue lacrimevoli storie. Se il decente divorzio è ora indecentemente rimesso in discussione e consegnato alle mani, autorizzate a farne scempio, di un elettorato sensibile ai diritti civili come l'obelisco di Piacentini a una lettura di Platone, non voglio illudermi che un potere impaurito dal referendum e travolto dal delirium tremens dell'economia in puri termini produttivi, arrivi ad occuparsi con serietà dell'aborto e della limitazione della natalità. Credo anzi che. nei piani di una felice, perpetua e illimitata espansione industriale, la salvaguardia della grande industria supermiliardaria dell'aborto clandestino abbia un posto alla pari con la Chimica, la Siderurgia, il Furto di Opere d'Arte e il Sequestro per riscatto. La proposta di legge n. 1655 presentata da un gruppo di deputati (Fortuna, Ballardini ecc.) un anno fa alla Camera — moderatissima, insufficiente perché inserisce nella legalità soltanto l'aborto terapeutico, senza tener conto delle macchinose imposture e dei ricatti a cui darebbe luogo una subordinazione esclusiva di questi complicati drammi umani al potere dei medici, però non indegna di una vera legislatura — giace isolata tra lo sgomento e il disprezzo degli empi che formano le grandi muraglie maggioritarie. Il potere ha molte facce: tutte mostrano, di fronte alla minaccia demografica, annuncio di puro disastro, la stessa indifferenza di pietra. Non perdetevi tra le statistiche, gente del potere, provate la piena di un autobus. Prima di bendarvi gli occhi con illusioni di agricoltura forzata, guardate i casamenti che si moltiplicano. Sono città, quelle? Sono campagne? Credete di poter fermare la macchia d'olio della disoccupazione distruggendo in modo irreparabile le fonti comuni di vita (l'aria, la terra, gli alberi, l'acqua) e che per tutti i topi intellettuali che sbucano a torme dalle nostre Università scoppiate, ingrassati di qualche presunzione sofistica e di un po' d'insolente tecnicismo, la vostra carta inflazionata si trasformerà in formaggio? Perché continuate a incoraggiare, delittuosa incoscienza, con premi, la procreazione numerosa — appena giustificabile dopo la peste nera del secolo XIV, non certo oggi che il numero è pestilenza — invece di proporre la famiglia ristrettissima, la coppia senza figli e l'adozione generosa di abbandonati e di orfani come i soli modelli possibili, sotto l'uragano della sovrapopolazione che flagella tutto? E' ancora tollerabile che a quattordici anni sia permesso dallo Stato il matrimonio legale? Invece di gemere all'apice della propaganda Ospedali! Ospedali! come se la felicità s'identificasse col dilagare nosocomio! :, fate qualcosa perché non si procreino troppi futuri ricoverati in quei paradisi. Due anni fa Alfredo Todisco fece un'inchiesta presso i capi sindacali sulle questioni ecologiche e demografiche. Dalle varie risposte, tutte rivelatrici di una straordinaria incomprensione di questi problemi, troppo duramente moderni per dirigenti di formazioni e mentalità poco elastiche — si raccoglieva un solido e olimpico rifiuto di assumersi responsabilità cosi difficili e impopolari. Eppure, se di uno sciopero bene organizzato il nostro magma di categorie (mi sembra più adeguata quest'espressione che il vecchio termine antifrastico di società) avrebbe urgentemente bisogno, è dello sciopero dei Servizi Gonadici, cioè di quegli ovulini e animalini misteriosi che non conoscono mai, né di giorno né di notte, un solo attimo di riposo. Astensione generale degli animalculi... fermate a singhiozzo... scioperi di solidarietà delle falloppiane... strategia globale... Voterò per il divorzio, arrossendo che questo voto, dopo la legge fatta da un parlamento detto sovrano, mi sia stato chiesto. Ma gli elettori si rendano conto che la maga Micomicona li distrae con questa apparenza di problema dalla realtà di altri, paurosa. I! dramma della sovrapopolazione, dell'homo ìnsipiens che con la forza cieca del suo numero occupa tutto e distrugge tutto, è la verità grave che le cento mani della democrazia illusionista gli nascondono. Guido Ceronetti

Persone citate: Alfredo Todisco, Ballardini, Piacentini, Platone