Da musicista (mancato) a premier di Sua Maestà

Da musicista (mancato) a premier di Sua Maestà I personaggi delle elezioni inglesi, Heath Da musicista (mancato) a premier di Sua Maestà Gli amici ne parlano come d'un uomo misterioso - Buon yachtman, ama divertirsi ed ha gusti raffinati - Sarà riconfermato? (Nostro servizio particolare) Londra, 23 febbraio. Pochissimo si sapeva di lui quando, nel '66. divenne leader dell'opposizione. Nelle elezioni del '70 erano tutti convinti, compresi i sondaggi, che i conservatori, con un leader così scialbo come Edward Heath, non ce l'avrebbero mai fatta. Poco si sa di lui anche adesso: i suoi amici più intimi (ne ha 3 o 4) ne parlano come di un uomo misterioso. « Parlare di un Ted Heath intimo è un paradosso» dice un suo amico «sarebbe come descrivere il teatro dell'opera a Pontenuovo - diSotto». Ma l'ex segretario del partito conservatore Lord Paole mi dice: «E' uno degli uomini più interessanti ch'io conosca. Quante persone ci sono che da una scuoletta di Broadstairs sono diventati primo ministro, di miglior yachtsman del mondo ed hanno diretto l'orchestra filarmonica di Londra?». Ma anche Poole confessa che un dialogo intimo con l'uomo non c'è, perché è impossibile. Forse i veri legami di Heath sono con la famiglia: il padre e la matrigna. La madre morì quando era molto piccolo e Ted Heath fu allevato dalla seconda moglie del padre, alla quale è affezionatisi simo. Li va a trovare spesso, benché sia ormai difficile trasportare l'apparato di un primo ministro (segretari, linee dirette ecc.) nella villetta di Broadstairs, sulla costa della contea del Kert. Il padre è benestante, era (c'è chi dice che lo sia ancora) un gran dongiovanni, accusa — o complimento — che certo non si può fare al primo ministro. Edward Heath ha gusti sofisticati: una collezione di quadri, acquarellisti inglesi dell'SOO, raccolti con gusto personale. Gli piace mangiare bene: a Downing Street le cene sono eccelse (cosa ben diversa dal tempo di Wilson) e interrotte, tra una portata e l'altra, da un coro che canta madrigali. Beve whisky di malto. Non ha sense of humour ma è spiritoso e svelto nella battuta. Quasi ogni mattina va a nuotare nella piscina coperta di un grande albergo. Ultimamente, però, si è appesantito: gli amici dicono che le sue preoccupazioni Heath le risolve in visite notturne al frigidaire. Chequers, la villa di campagna che va al primo ministro in carica, è stata ridecorata interamente da Heath. Invita spesso un centinaio o più dì persone, per serate musicali e cene in piedi. Vi suona il violinista Yehudi Menhuin che «è pateticamente innamorato del primo mi- Heath di Levine (Copyright N.Y. Review of Books. Opera Mundi e per l'Italia La Stampa) nistro», come confida un conoscente. Il primo ministro è un ottimo padrone di casa. Intratteneva spesso anche prima di diventare premier, quando viveva all'Albany, vicino a Piccadilly, una specie di istituzione inglese che sta tra il collegio oxfordiano e il monastero elegante. Ma è un uomo senza comunicativa. «E' spesso raggelante, per questo le sue relazioni anche sul piano politico (specialmente con gli americani), sono pessime», commenta un osservatore. La sua grande passione è, naturalmente, la musica. Ancora oggi lo si vede spesso ai concerti con spartito musicale in mano. Persino i critici più duri lo descrivono come un direttore d'orchestra com¬ petente. Quando è da solo, Edward Heath suona al piano per ore. Da studente a Balliol, il più intellettuale dei collegi oxfordiani, era maestro d'organo. La sua ambizione era quella di diventare direttore d'orchestra. Ma il suo professore 10 scoraggiò, dicendogli che sarebbe diventato un buon direttore, ma mai un gran direttore. «Va bene» disse Heath, «allora diventerò primo ministro». Prima di diventare leader del partito era stimato «ma non amato». O rispettato o invidiato. «Non scatena amori o odi, come Churchill o persino Douglas Home», sottolinea un conservatore. Fu uno dei migliori capigruppo parlamentari, ministro in vari dicasteri, oltre che negoziatore europeo. Vestiti e camicie 11 compra fatti, tre o quattro alla volta «delle cose che vadano bene per ogni occasione», specifica un amico. Heath non ha lo chic di Macmillan. Adorato e sostenuto da alcune vecchie e potenti signore, lo si vede ancor oggi in un ristorante (in genere Prunìer's) dove le porta a cena. Siede sempre alla stessa tavola in un angolo. Ma non è un uomo che conversa facilmente, a meno che non si tocchino i suoi soggetti favoritimusica, vela e politica. Ascolta con molta attenzione e non dice niente. Ci sono persone che si lamentano: a un cocktail-party, Heath le avvicina, fa una domanda e se ne va prima che la risposta sia terminata. Ma quando entra in una stanza, con il suo sorriso da gatto di « Alice nel Paese delle meraviglie», ha la qualità dell'uomo sicurissimo di sé che i nemici definiscono «ostinatezza». Gaia Servadio

Luoghi citati: Albany, Italia, Londra