Genova: nitrati altri passaporti di Giulio Anselmi

Genova: nitrati altri passaporti Per la "Rosa dei venti Genova: nitrati altri passaporti Il provvedimento riguarda 4 consiglieri di amministrazione di un'immobiliare appartenente all'industriale Andrea Mario Piaggio (Nostro servizio particolare) Genova, 23 febbraio. Passavano attraverso « La Gaiana », immobiliare del miliardario genovese Andrea Mario Piaggio, ì finanziamenti ai fascisti della « Rosa dei venti »? Il ritiro dei passaporti dell'industriale e dei consiglieri di amministrazione della società, ordinato dal giudice istruttore di Padova, Giovanni Tamburino, non sembra avere altra spiegazione. La misura cautelativa a carico dell'industriale è stata presa ieri da funzionari dell'ufficio politico della questura genovese; questa mattina sono stati privati del passaporto anche i consiglieri: l'ingegner Cesare Cevenini, il dottor Giovanni Dosio Cagnoni, il dottor Attilio Lercari e l'avvovato Goffredo Vernarecci di Fossombrone. Il provvedimento non è stato ufficialmente confermato dalla questura genovese. Anche Andrea Mario Piaggio ha rifiutato di convalidare o smentire le voci, ma la conferma è venuta dal giudice Tamburino di Padova, che dirige l'inchiesta. L'individuazione delle fonti di denaro sembra sia stata raggiunta dopo gli ultimi interrogatori dell'ex sindacalista della Cisnal, Roberto Cavallaro. Nella casa veronese dell'indiziato i magistrati avrebbero trovato interessanti documenti; percorrendo a ritroso la strada di certi assegni, sarebbero giunti al nome di Piaggio. L'inchiesta sulla «rosa» neofascista iniziò, com'è noto, a metà dello scorso novembre, quando il medico spezzino Giampaolo Porta Casucci consegnò alla questura il dossier contenente i piani della cellula eversiva per restaurare la Repubblica di Salò. De Marchi ammise di essere in contatto con il «principe nero», ma sostenne di avere avuto con lui solo rapporti di affari. Quando gli chiesero il perché di certi suoi viaggi in Svizzera, sostenne che doveva occuparsi degli interessi di un'immobiliare. Il sospetto che alludesse alla «Gaiana», è più che legittimo: l'azienda genovese ha una consociata nella Confederazione elvetica. Secondo indiscrezioni la «Gaiana» sarebbe divenuta finanziatrice del movimento neo-fascista nell'estate dell'anno scorso dopo alcuni misteriosi incontri a Genova e alla Spezia, ai quali avrebbero preso parte De Marchi, Otto Skorzeny, il liberatore di Mussolini, e Livio Faloppa, ex federale del capoluogo ligure. Forse ci furono contrasti nel consiglio di amministrazione. E' certo che all'improvviso il «cervello» dell'azienda fu mutato ed entrarono a farne parte Cevenini, Dosio Cagnoni, Lercari e Vernarecci. Nata come tenuta agricola nel Pavese nel 1946, con un capitale di dieci milioni, oggi salito a tre miliardi e trecento milioni, interessi in Svizzera e in Spagna, la «Gaiana» è l'ultima grande azienda rimasta a Piaggio dopo la liquidazione del suo impero, alla fine del 1972. Il miliardario, stanco e malato, si rinchiuse ancor più nella solitudine della villa principesca che domina Santa Margherita, con la moglie e gli adorati trenini elettrici, incurante delle dicerie che correvano sul suo conto. Molti a Genova criticavano il suo disinteresse per le vicende cittadine e la sua parsimonia. Su di lui si raccontano infiniti aneddoti. Ma le chiacchiere si sono sempre limitate a note di colore e ad aspetti marginali de', personaggio. Pur essendo noto che Piaggio è politicamente vicino al Movimento sociale ed amico personale di Almirante, nessuno ha mai insinuato che abbia rapporti con la destra extraparlamentare. Giulio Anselmi