Il "Festino,, di Carnevale

Il "Festino,, di Carnevale LA STAGIONE DEI CONCERTI Il "Festino,, di Carnevale L'opera di Adriano Banchieri con la "Stefano Tempia" - Una bella serata con il Quartetto Amadeus per l'Unione Musicale Dopo aver presentato altre composizioni intere, e talvolta parti di questa stessa, molto opportunamente l'Accademia Corale « Stefano Tempia » ha fatto ascoltare nell'integrità dei suoi venti madrigali il Festino nella sera del Giovedì grasso avanti cena, che è l'opera più celebre e probabilmente più significativa del bizzarro monaco bolognese, Adriano Banchieri, vissuto tra il 1567 e il 1634. Un genio non era, ma un ingegnacelo versatile e inesauribile sì, ui certo, questo musicista che occupa nella storia della musica un posto paragonabile a quello di Alessandro Tassoni nella letteratura: come questi seppellì la grande vena cinquecentesca del poema epico nelle ridicolaggini della Secchia rapita, così il Banchieri celebra la fine della polifonia palestriniana intonandone, proprio in questo Festino, il grottesco epitaffio del Contraponto bestiale alla mente, dove tra gran concerto di « miau », di « cuccù » e di « chiù » un cuculo un gatto e un chiù per spasso « fan contrappunto a mente sopra un basso ». Le forme artistiche giunte all'esaurimento si dissolvono nell'autocaricatura parodistica. Ma il merito di Banchieri stava nella sua curiosità attivissima per tutto quel che bolliva nella pentola della musica tra Cinque e Seicento. Non si limitava a cantare l'elogio funebre della grande polifonia, ma esplorava e saggiava le nuove maniere di canto e di suono: fu tra i primi a praticare il basso continuo, e ne L'organo suonarono si fece teorico della nascente musica strumentale. Il lirico e il grottesco si avvicinano nei madrigali del Festino; la buffoneria del faceto monaco non teme il lazzo più volgare, sì che ima volta Dallapiccola ebbe ad accostarlo a Mahler, nientemeno, per il « coraggio della trivialità ». Sotto la direzione come sempre vivacissima ed efficace di Virgilio Bellone, il Festino ha avuto, proprio la sera del giovedì grasso, una piacevole esecuzione da parte del coro dell'Accademia e di sei affiatati solisti, ben preparati e sicuri, precisamente i soprani Biancamaria Bosio e Lucia Barbero Sefusatti, il contralto Nella Actis Perino, i tenori Giovanni Gazzera e Giuseppe Poletti, il baritono Walter Azzarelli. I testi dei madrigali sono stati letti con vivacità da Giovanni Moretti, Luigina Dagostino e Franco Vaccaro. Ravvivata perfino da alcuni elementi rappresentativi, l'esecuzione ha avuto vivissimo successo, e il Contraponto bestiale alla mente ha dovuto essere replicato. m. m. * ★ Haydn Mozart Beethoven, trilogia della perfetta letizia nella musica strumentale, sono stati offerti ai soci dell'Unione Musicale « Quartetto Amadeus » in serata di grazia particolare. I quattro solisti (Norbert Brainin, Siegmund Nissel, Peter Schidlof e Martin Lovett) traspirano musica: ogni loro intenzione si realizza con facilità, ogni inflessione del fraseggio, anche se suggerita da impulsi momentanei, trova da uno strumento all'altro la voce che raccoglie il suggerimento e lo continua; affrontano la pagina di slancio, senza calcolo apparente, mirando romanticamente a un suono che sia prima di tutto creatore di stati d'animo. Come questo calore soggettivo coincida con le esigenze stilistiche e storiche degli autori su cui si esercita, è il maggiore dei misteri dell'interpretazione musicale. Delizioso il piglio rossiniano con cui si è aperto il primo Quartetto op. 77 di Haydn e ammirevole il Quartetto op. 95 di Beethoven, bilanciato sui contrasti fra una ruvidezza quasi brutale e la dolcezza più tenera e corr.movente: il tutto poi .risolto nell'aerea corsa dell'ultima pagina, in cui i quattro prendono il volo come gli eroi di certe fiabe popolari, rapiti da un vento magico. Ma il meglio doveva ancora venire, ed è stato quando all'Amadeus, per il Quintetto di Mozart, si è unito quel padreterno del clarinetto che è Gervaise de Peyer. Il colloquio fra questo strumento (misterioso e sensibile, capace di impastarsi con gli altri come un'anima invisibile o di illuminarli dall'alto) e gli archi si è sviluppato con una continuità di emozione di cui gli esecutori erano i primi a gioire; ineffabili poi i commenti che nel Larghetto il primo violino, con un calore di « vibrato » spinto ai limiti del sentimentalismo, tesseva attorno all'incorruttibile e purissima voce del clarinetto. Insomma, una esecuzione eccelsa, seguita col fiato sospeso dal pubblico che alla fine è esploso in una ovazione riconoscente. g- P- Unione Musicale — Oggi alle 17, all'Auditorium Rai concerto dell'organista Ferdinando Tagliavini. In programma: Toccata In la magg. di A. Scarlatti, Pastorale di Pasqulnl, 2 Sonate di D. Scarlatti, Concerto In la min. di Torelli-Walther, Concerto In re min. bwv 596 di Vivaldi-Bach, Corale « Wlr glauben all'an einen Gott » bwv 740 e Preludio e fuga In la min. bwv di Bach.