La Carrà, primadonna balla per dimenticare

La Carrà, primadonna balla per dimenticare Incontro con l'attrice negli studi tv La Carrà, primadonna balla per dimenticare (Nostro servizio particolare) Roma, 23 febbraio. «Che cosa pensa di Mina, signorina Carrà?». «Vuole che le risponda che canta benissimo?». «Voi due sarete le protagoniste di uno spettacolo in Tv. A memoria d'uomo nessuno è 'mai riuscito a mettere insieme due primedonne senza suscitare terribili rivalità. Come sono i vostri rapporti?». «Ottimi, le assicuro». «Lei in un'intervista su un rotocalco ha detto che è disposta a parlare male di qualunque collega, se lo merita, purché non le si chieda nulla sulla sua vita sentimentale...». «Ma la mia vita sentimentale è noiosissima, dal punto di vista delle cronache. Io e Gianni non diamo molto lavoro ai paparazzi». «Non cambi discorso. Ha il coraggio di parlare male di Mina se le promettiamo di non chiederle nulla sulla sua reiasione con Gianni Buoncompagni?». «Senta, io di Mina devo parlarne benissimo: prima di tutto perché è una donna estremamente intelligente e, dato che un po' lo sono anch'io, non nascono mai problemi tra noi due. Io, quando trovo una persona che parla con calma, che mi aiuta, che ne sa più di me non posso che ammirarla». Oggi al teatro delle Vittorie, Mina non c'è, è il suo turno di riposo. Si registra un balletto, Raffaella Carrà, in tutina nera, prova e riprova piroette e salti mortali: «E' la prima volta che ballo dopo due anni e mezzo. E' stupendo. Quando ballo non sento più niente, scompaiono tutti i problemi». Dodici ore al giorno, sema pause, per due mesi: «Non dovrei dirlo, perché è sciocco lamentarsi quando si fa una cosa di propria scelta: ma è tanta la fatica, qui non si mangia, non si dorme, non si respira. E poi, il peso più grande da portare è il mio: non solo ballo, ma recito e canto, anche dal vivo». E' molto graziosa, più bella che a Canzonissima, il viso più affilato, i capelli più corti, un berretto nero sulle ventitré stile Anni Trenta. Dopo ogni prova viene a sedersi accanto, impegnata nell'intervista — un'intervista a singhiozzo — con lo stesso zelo con cui sulla pedana ripete all'infinito una piroetta tenendo una coppa di champagne in bilico sulla fronte. «Le piace essere la prima della classe?». «No, mai. Io sono una professionista puntuale, seria, che ha un grande rispetto del proprio e altrui lavoro. La prima della classe agisce a freddo, per essere approvata. Ma io, se non mi sento vibrare tutta dentro, non faccio niente». «Però da bambina le piaceva esibirsi davanti alla gente nella danza ed era anche molto brava a scuola...». «Io non mi sono mai esibita a richiesta e a scuola ero pessima in matematica. Per me il ballo è un modo di comunicare con la gente. E' una cosa che mi parte da dentro e che non posso programmare, Quando ballo, sto bene». «Fuga dalla vita?». «Chissà. Non odio la vita. Sono ansiosa, questo sì. Ed ho paura di tutto. Ho bisogno del contatto umano costante. Voglio stare con la gente, ma è difficile trovare la gente giusta. Ho un infantilismo terrificante addosso. Un po' mi dispiace. Ma poi penso: tutti sono un po' bambini, perché dovrei diventare adulta proprio io?». «Perché non si sposa?». «Solo a pensarci mi prende un tremore. Le decisioni definitive mi spaventano». «Che tipo è Mina, da vicino?». «Io la conosco da poco. C'incontrammo ad una cena in aprile. Mi è sembrata una ragazza come noi, per niente diva. Poi a Buoncompagni venne l'idea di metterci insieme in uno spettacolo. Io non pensavo che avrebbe detto di sì. Ma subito al telefono ha risposto che l'idea non le pareva male. Sono andata a Lugano, siamo state insieme dieci giorni a ridere come matte». «Ma almeno un difetto gliel'avrà riscontrato... Non sarà perfetta». «Mi faccia pensare. Ah sì, è insofferente verso alcune persone. E non lo nasconde. Però sempre sul filo dello spirito, della battuta un po' forte. Odia gli ipocriti, gli adulatori, la gente non vera. Ha le an tenne, li individua subito ». «E lei, quale difetto si riconosce?». «Non riuscire a contare fino a dieci prima di arrabbiarmi». «Che cosa detesta negli altri?». «Che non sappiano contare tino a dieci quando li faccio arrabbiare. Detesto i permalosi, mi trovo bene con le persone che non hanno complessi. Il fatto è che io sono una specie di ciclone, dico le cose a metà, mi esprimo male e certe volte sono anche aggressiva. Purtroppo è necessario esserlo, nel mondo di oggi. Se sei buona, remissiva, ti prevaricano ». «Che cosa fa quando non lavora?». «Sprofondo nella pigrizia. Ingrasso. Certe volte mi pare di non esistere». «Lei è stata due anni e mez¬ zo senza lavorare. C'è qualcosa che rimpiange di non aver fatto in tutto questo tempo?». «Sì, un figlio. Era l'occasione ideale». Laura Bergagna Roma. Raffaella Carrà, pronta per il ritorno sul video

Persone citate: Buoncompagni, Carrà, Gianni Buoncompagni, Laura Bergagna, Raffaella Carrà

Luoghi citati: Lugano, Roma