Meno carne straniera I prezzi saliranno?

Meno carne straniera I prezzi saliranno? Dopo il blocco sull'importazione Meno carne straniera I prezzi saliranno? E' giusto difendere gli allevatori, ma v'è il pericolo che a rimetterci sia il consumatore - Come la Germania può eludere il provvedimento - S'attendono misure per ridurre il consumo di carne La notizia che Italia e Francia possono importare carne macellata solo da Paesi della Comunità europea interessa sia l'agricoltore che il consumatore. Il blocco delle importazioni, che entra in vigore da oggi, non è altro che l'applicazione di una « clausola di salvaguardia », ed ha 10 scopo principale, ma non unico, di far aumentare il prezzo all'ingrosso dei bovini. Questo mercato è da tempo stagnante, e gli allevatori devono vendere la loro merce spesso in perdita, quando riescono a trovare acquirenti. E' una situazione paradossale, con il filetto a 4000 lire 11 chilo in macelleria e con le montagne di carne che importiamo ogni anno. Comunque era urgente dare all'allevatore un maggiore incentivo alla produzione. L'Associazione italiana allevatori ritiene però che sia necessario anche il blocco delle importazioni di animali vivi destinati alla macellazione. Questa misura, chiesta da tutte le organizzazioni agricole prima fra tutte la Confagricoltura, non sarà certo un toccasana, perché s'è già trovato il modo di eluderla. Il pericolo viene dalla Germania Occidentale, per due ordini di motivi. Quel Paese, approfittando dei forti «montanti compensativi», cioè delle sovvenzioni all'esportazione, e dell'elevata richiesta italiana delle parti nobili del vitello (ossia quelle dalle quali si ricavano, tra l'altro, le famose «fettine»), ci vende i pregiati quarti posteriori, tenendosi per il consumo interno i quarti anteriori, che costano meno: in questo modo incassa più valuta estera e mantiene basso il costo della vita. Il secondo motivo di preoccupazione che viene dalla Germania è questo: come l'Italia e la Francia, ha delle restrizioni sugli acquisti di carne dall'estero, anche se meno rigide dei primi due Paesi; ma essa riesce ad eluderle, acquistando carne dai Paesi dell'Est attraverso la Germania Orientale. Infatti tra le due nazioni esistono accordi per cui un prodotto acquistato dall'altro è come se fosse prodotto in casa. Cosi la Germania Orientale è diventata una grande stazione d'arrivo e di smistamento della carne d'Oltrecortina, che poi, attraverso la Germania Ovest, viene smistata in tutta la Cee, in primo luogo in Italia. Per evitare questo raggiro, l'Associazione allevatori organizzerà « gruppi di controllo » alle frontiere, per verificare le importazioni di carne proveniente dalla Cee, per impedire l'accesso in Italia di carichi sospetti. E veniamo al consumatore. La clausola della salvaguardia è un'arma a doppio taglio: fa salire i prezzi all'ingrosso, quindi c'è pericolo che aumentino anche quelli al dettaglio, malgrado il blocco. Perché la seconda ipotesi non si avveri, bisognerebbe riuscire a far tirare fuori agli importatori quel milione di quintali di carne che hanno messo nei magazzini-frigo (in Emilia-Romagna i produttori di frutta hanno protestato perché tutti i magazzini sono stati riempiti di carne, e così loro non possono conservare la frutta). E' stato un vero accaparramento, fatto in vista di un aumento dei prezzi. Si sa che in un periodo d'inflazione, come quello che stiamo ora vivendo, conviene comperare qualsiasi cosa, conservarla e poi rivenderla ai prezzi futuri, certamente più elevati. Così hanno fatto anche gli importatori di carne. Ora, la clausola di salvaguardia, che impedisce a que¬ sti importatori di rifornirsi di carne sui loro mercati tradizionali (Est europeo, America Latina), dovrebbe indurli a tirare fuori la carne immagazzinata. Ma chi ci assicura che, invece, non la terranno in frigo ancora per qualche mese, attendendo altri aumenti? In questo caso, ci sarebbe penuria di carne al consumo e, naturalmente, prezzi in ascesa (magari con la borsa nera). Fra un mese, quando la clausola di salvaguardia finirà, vedremo come saranno andate le cose. Il blocco delle importazioni dovrebbe scadere il 25 marzo, con l'entra¬ ta in vigore dei nuovi prezzi agricoli, che la Cee deve ancora fissare. Per la carne è stato chiesto — e probabilmente lo si otterrà — un prezzo d'orientamento molto alto: in questo modo si dovrebbero scoraggiare le importazioni. Ma se neanche questo provvedimento riuscisse a frenare l'acquisto di carne dall'estero, si dovrà ricorrere a una di quelle tre misure di cui tanto si parla già da qualche mese: chiusura delle macellerie per qualche giorno la settimana, aumento dell'Iva su certi tipi di carni bovine, razionamento. Livio Burato

Persone citate: Livio Burato