Milano: polemica nelle scuole per l'inchiesta sugli scrutini di Gino Mazzoldi

Milano: polemica nelle scuole per l'inchiesta sugli scrutini Milano: polemica nelle scuole per l'inchiesta sugli scrutini Alcuni presidi sono stati ascoltati dal magistrato che indaga sulla mancata classificazione di molti studenti a fine quadrimestre - Un comunicato del pei (Dal nostro corrispondente) Milano, 22 febbraio. La richiesta fatta alla questura di Milano dal procuratore capo della Repubblica Giuseppe Micale per farle svolgere un'indagine e una serie di accertamenti sulla situazione di tutti gli istituti medi superiori di Milano, ha sollevato polemiche e discussioni nel mondo della scuola. Anche oggi presidi e capi d'istituti sono stati sentiti a lungo e altri saranno interrogati nei prossimi giorni. L'inchiesta tende a stabilire anche per quali motivi in non poche scuole gli scrutini siano letteralmente saltati, o meglio, perché a molti studenti siano state consegnate le pagelle del primo quadrimestre con una lunga sequenza di «non classificato» mentre ad altri che a causa delle loro assenze si trovavano nelle medesime condizioni, sia invece stata data una valutazione. Ciò non sarebbe regolare e costituirebbe un ulteriore scadimento delle funzioni educative e formative della scuola. Il pei (è dagli ambienti comunisti che è trapelata la notizia) ha subito assunto una posizione di condanna dell'iniziativa promossa dalla procura della Repubblica. In un lungo comunicato della commissione scuola si rileva tra l'altro: «Tutto ciò costituisce un procedimento giuridicamente inammissibile ed illegittimo. Il procuratore, infatti, per ottenere le informazioni che ha richiesto poteva rivolgersi al provveditore. I fatti riportati sul piano politico non possono essere considerati che come una indebita ingerenza delia procura e della questura su questioni che riguardano esclusivamente, in assenza dì una regolare denuncia di precisi reati e di una regolare inchiesta giudiziaria, le autorità scotastiche». «Riteniamo necessario — conclude il comunicato — che tutte le autorità competenti si pronuncino sulla vicenda e che si garantisca per il futuro un diverso modo di procedere». Anche i socialisti e i giovani democristiani, fiancheggiati dai sindacati, hanno levato alte proteste per quest'inchiesta che tende essenzialmente ad accertare l'andamento degli scrutini. «L'iniziativa della procura della Repubblica — ha detto il prof. Antonio Peretto preside dell'istituto tecnico Galilei — lascia perplessi non tanto per quello che è stato fatto quanto per quello che potrebbe derivarne in senso politico. Non vedo nessuna prospettiva positiva. Qualsiasi iniziativa nello spirito dell'evoluzione della regolamentazione dell'attività didattica può essere vanificata o perseguita dalla magistratura per la pericolosa carenza di strumenti legislativi. Bisogna che ì politici si decidano una volta per tutte a dare leggi chiare e aderenti alle mutate condizioni della scuola». Il prof. Raffaele Barbarito, preside del liceo classico Berchet, ha dichiarato: «Sono contrario al modo col quale è stata condotta questa iniziativa; per me bisognerebbe organizzare una riunione allargata alla quale dovrebbero partecipare tutte le autorità della Regione». Dal canto suo il prof. Cesare Coen preside del liceo Parini ha aggiunto: «Anch'io sono stato convocato dal questore. Mi hanno ri¬ , è o à o e ¬ cordato che ho il dovere di notificare alla polizia le eventuali violazioni della legge. Ad ogni modo è una iniziativa che mi ha un po' stupito e non piacevolmente. Altri presidi invece si sono dichiarati favorevoli alla iniziativa. Quando è trapelata la prima notizia su questa inchiesta era sorta una certa perplessità ma ieri un portavoce della questura ha confermato che la procura aveva effettivamente chiesto alla polizia giudiziaria «un interessamento conoscitivo sugli avvenimenti negli istituti scolastici superiori cittadini. A questo fine sono stati ascoltati presidi ai quali è stata ricordata la loro qualità di pubblico ufficiale che è tenuto a riferire all'autorità sia scolastica, sia giudiziaria, quei fatti che possano avere carattere di reato». Al provveditorato non sì è voluto fare alcun commento Dal canto suo invece il procuratore capo della Repubblica Giuseppe Micale ha dichiarato: «Ho richiesto alla questura dì aprire un'inchiesta generale sulle scuole medie supe rìori milanesi perché ho ricevuto valanghe di denunce da parte di cittadini ed esposti di polizia su presunti reati i cui autori rimangono ignoti. In questi casi la competenza pertanto non è più del provveditorato ma della magistratura. L'indagine inoltre tende a stabilire se è vero che studenti che non hanno mai frequentato la scuola del primo quadrimestre abbiano ottenuto una valutazione da parte degli insegnanti. Ciò non sarebbe regolare ». Gino Mazzoldi

Persone citate: Antonio Peretto, Berchet, Cesare Coen, Giuseppe Micale, Parini, Raffaele Barbarito

Luoghi citati: Milano