Per i 17 banditi chiesti 158 anni
Per i 17 banditi chiesti 158 anni Per i 17 banditi chiesti 158 anni Le pene proposte dal p. m. al processo dei rapinatori : 32 anni per il capo della gang Il clima di intimidazione attorno al processo che si sta svolgendo In corte d'assise contro la banda dei 17 rapinatori accusati di una serie di assalti a banche e uffici postali, non è servito a nulla. Il pubblico ministero dottor Giordano al termine della sua requisitoria ha chiesto per gli imputati, 158 anni di carcere. La principale accusatrice della banda, Irene Bertone, una prostituta amante di uno dei capi della gang, anche Ieri mattina si è presentata alla corte, nonostante le pesanti minacce ricevute In questi giorni e nonostante fosse febbricitante. E' giunta al palazzo di giustizia accompagnata da un sottufficiale di polizia che fa buona guardia alla sua persona. Ormai soltanto le arringhe degli avvocati difensori separano i principali imputati dalla sentenza della corte d'assise. Il processo e stato rinviato a lunedì mattina. Si è intravista una connessione tra il clima di intimidazioni intorno al processo e il grave episodio verificatosi l'altra notte. Tre presunti complici della banda sono stati sorpresi in via Sant'Agostino 3, sotto le finestre della corte d'assise con 6 bidoni da venti litri di liquido infiammabile. Al sopraggiungere della «volante» (erano l'I,30), gli incendiari sono saltati su una Giulia bianca e sono riusciti a fuggire. Accanto ai bidoni abbandonati. In mezzo alla strada c'era una «500» rubata, con altre taniche piene e un coltello. Se il tentativo di incendio fosse riuscito, distruggendo così i voluminosi incartamenti processuali, con tutta probabilità l'istruttoria sarebbe stata annullata ed in ogni caso il processo ritardato o rinviato. La cronaca di ieri non ha riservato altre sorprese. Dopo l'Interrogatorio di Irene Bertone, svoltosi nella mattinata, nel corso del quale la donna ha precisato che l'invito di accusare gli altri complici, salvando Vito Lo Forte, le era stato fatto dai parenti e non dall'imputato stesso, nel pomerig-1 gio il pubblico ministero ha svolto la sua arringa. Scontate le conclusioni, che sono state appunto d condanna per quasi tutti 1 complici. Per Francesco Bartoll, 25 anni, detto il «Moro», il pubblico ministero ha chiesto la condanna a 32 anni di reclusione. Al secondo posto, subito dopo Bartoli, c'è Carlo Bellavista, 29 anni, per il quale il pubblico ministero ha chiesto 23 anni di carcere (tenuto conto che l'imputato è stato condannato per lo stesso reato negli ultimi cinque anni). Diciannove anni e un anno di casa di lavoro è invece il conto per le due presunte «menti» della gang, «il presidente e l'amministratore delegato della banda, organizzata come una società per azioni», ha detto il p.m. e cioè per Vito Lo Forte e Giovanni Porello. Per Fortunato Marenco, evaso e tuttora latitante, il p.m. ha chiesto 19 anni e dieci mesi, più un anno di casa di lavoro (la stessa pena è stata chiesta per Lo Forte e Porello per lo sfruttamento della prostituzione). Pene minori, 15 anni per Cosimo De Palo e Soci Oscar, 14 anni, e per Michele Lombardo, 7 mesi per Maria Pagliara, 6 mesi per Maria Lavinia Guarrera e Loredana Poletto e 3 mesi per Franco Manzi. Per due imputati, Angelo Pellanda e Marcello Ghlringhelli infine, il pubblico ministero ha chiesto l'assoluzione per insufficienza di prove.
Luoghi citati: Vito Lo Forte
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