C'era una volta il Petrolio di Enzo Biagi

C'era una volta il Petrolio DICIAMOCI TUTTO C'era una volta il Petrolio Ascoltate dunque, cari ragazzi, la storia di Petrolio Arbitro. Non tutto vi sarà chiaro perché dei verbali della Finanza ci sono pervenuti soltanto scarsi frammenti. La grandezza e l'importanza del personaggio restano, però, fuori discussione. Le sue origini sono oscure, o per meglio dire modeste: c'è una giovinezza povera di studi ma ricca d'intuizioni. Petrolio Arbitro giovinetto non disdegna anche gli umili mestieri, ma capisce che, per moltiplicare i sesterzi, la buona volontà non basta. E si accorge immediatamente che, se si vogliono conquistare i favori di Nerone, e soprattutto quelli dei pretoriani, bisogna suonare la lira. Decide di dedicarsi al commercio di quell'olio nero di cui riferisce, a suo tempo, anche Marco Polo, in viaggio per Baku, sul cammino della seta, un olio che (e l'osservazione scientifica non va sottovalutata) pesa esattamente quanto l'acqua di mare: solo che l'acqua marina non paga le imposte. Per cui, dice la leggenda, certe triremi, approdate fortunosamente agli italici porti, sbarcavano greggio e ripartivano caricando onde e cavalloni, senza che gli assonnati gabellieri notassero alcunché di anormale. Secondo certi studiosi, il primo nome di Petrolio Arbitro sarebbe stato Gaio: scusate, e perché no? Egli disponeva di quanto basta per rallegrare la vita dell'uomo, bighe a reazione, ville con frigidario e piscina, e a un comando c'erano sempre gli schiavetti pronti a portarlo a spasso in lettiga. Dall'amico Trimalcione aveva poi imparato l'arte di dar da mangiare (a dar da bere ci riusciva d'istinto) agli ospiti e ai potenti: c'era sempre un triclinio libero, e a disposizione dell'autorevole di turno, e i commensali non si preoccupavano per nulla di quanto si legge nel Satyricon (edizione Einaudi, a cura di Vincenzo Ciaffì) : « Non sa di profumo chi bazzica in cucina ». Venivano serviti bcccafichi e cinghiali, cacciati nei boschi del generoso anfitrione, e olive bianche e nere, uova di pavone e miele fatto da api catturate ad Atene, e funghi arrivati dall'India, e aragoste e triglie, e capponi e pancette. « Tutto gli nasce in casa: lana, limoni, pepe », spiegava un invitato (prego, in caso di diffidenza, di controllare il citato testo). Ma dove la capacità e la forza di Petrolio Arbitro si dimostrarono eccelse, fu nello scoprire che le raffinerie non marciano al meglio, come affermavano gli specialisti e i tecnici, con gli impianti di distillazione, di cracking o di reforming, ma soprattutto usando le rotative tipografiche. Stampando, cioè, giornali o libretti di assegni al portatore la lavorazione del grezzo dà risultati molto migliori. Pare che, a quanto riferiscono gli annali, per la verità assai imprecisi, nel Settanta, anzi: all'inizio del 1974, Petrolio Arbitro dovette affrontare qualche contrarietà: ma gli auspici lo rassicurarono subito: « Sii sereno, o carissimo: tu hai argomenti davanti ai quali nessuno potrà mai affermare: "A me, le ragioni di Petrolio Arbitro non fanno né caldo né freddo" ». Lo sanno benissimo coloro che, per mancanza di cherosene, hanno battuto i denti. ★ ★ Peter Maas ha scritto un libro di successo: Serpico. Sidney Lumet ha girato un film, con Al Pacino, che sta battendo il primato degli incassi: Serpico. E' un giovanotto che ha passato i trenta, una lunga barba, veste come un hippy, è diventato famoso facendo il poliziotto perché, andando contro tutti, e solo con l'aiuto di qualche giornalista, ha denunciato la corruzione di parecchi suoi colleghi. «Un atipico membro», ha scritto un grande settimanale «del New York Polke Department»: mai preso un dollaro, mai concesso una protezione, mai commesso un arbitrio. L'ho incontrato un paio di anni fa; andava in giro con un paio di pistole e un cane. Mi disse: «Già una volta un proiettile di cai. 22 mi è uscito vicino all'orecchio; un pezzetto, anzi, è rimasto in testa ». Abitava al Greenwich Village, in un appartamento sordido, due vasche di pesci, ogni tanto qualche ragazza andava a trovarlo: un tipo chiuso, scontroso. « E' una specie di puro folle », diceva qualcuno. Ha un fratello che fa il droghiere a Brooklyn, suo padre e sua madre vengono da Napoli. Mi raccontò la sua avventura: si era arruolato, e intanto frequentava il college. Pattuglie in borghese: gioco d'azzardo, stupefacenti, prostitute. A chiudere un occhio, c'era da fare bene: casse di whisky, bigliettoni. La prima offerta fu da tre pezzi da cento, disse di no. Riferì anzi ai superiori. Lo avvertirono: « Stai tranquillo, altrimenti finisci a faccia in giù nell'East River ». Ma il nostro Frank è un tipo testardo, gli fanno il vuoto attorno, lo disprezzano, lo isolano, e lui tiene duro. E' matto, qualcuno mette anche in giro la voce che è pederasta. «Nessuno, mi disse, voleva aiutarmi. Pensai di rivolgermi ai cronisti del Times, preparai una relazione e gliela portai. Anche i reporters possono servire ». Solo l'ispettore Delise lo prese sul serio, e insieme scattarono foto, e registrarono dialoghi, trovarono le prove: beccarono i corrotti in azione. Il più grande quotidiano degli « States » usci con un grosso titolo in prima che diceva: «Bustarelle ai poliziotti. Milioni di dollari ». Domandai a Frank chi gli aveva sparato: « Alcuni agenti, spiegò. Mi chiesero di aiutarli a penetrare nel rifugio di un trafficante di eroina. Mi dissero di andare avanti, e quando entrai qualcuno mi tirò in faccia all'improvviso. Anch'io feci centro, ma riuscì a scappare. Sono rimasto un po' sordo ». Gli chiesi se aveva paura: « No. Quello che deve accadere accade comunque. Quello che Dio vuole ». Adesso è diventato ricco, ma credo che sarà sempre solo. Enzo Biagi

Persone citate: Al Pacino, Delise, Einaudi, Nerone, Peter Maas, Polke Department, Serpico, Sidney Lumet, Vincenzo Ciaffì

Luoghi citati: Atene, Baku, Greenwich Village, India, Napoli, New York