Trattative alla Fiat ancora interrotte

Trattative alla Fiat ancora interrotte La decisione presa dai sindacati Trattative alla Fiat ancora interrotte Il negoziato era ripreso da pochi giorni - Punti controversi: organizzazione del lavoro e salario - Decise 16 ore di sciopero in due settimane La trattativa per i 200 mila dipendenti della Fiat-Om-Autobianchi è di nuovo interrotta. Anche questa volta, come già il 15 gennaio scorso, la decisione di sospendere il negoziato è stata presa dalla Federazione lavoratori metalmeccanici con la partecipazione dei tre segretari generali (Trentin, Benvenuto e Camiti). L'interruzione è stata comunicata alla delegazione dell'azienda dopo una breve riunione del Comitato di coordinamento sindacale, svoltasi in un salone dell'Unione Industriale di Torino, dove erano in corso le trattative. Il Coordinamento ha 'anche proclamato otto ore di sciopero alla settimana per le prossime due settimane dal 25 febbraio al 9 marzo. La decisione dei sindacalisti di interrompere il negoziato ha suscitato sorpresa anche se nei giorni scorsi i rappresentanti della Federazione lavoratori metalmeccanici, pur riconoscendo che erano stati fatti dei progressi, avevano più volte invitato alla cautela. La prima notizia è giunta mentre l'avvocato Umberto Cuttica e l'ingegner Rinaldo De Pieri stavano tenendo la consueta conferenza stampa ai giornalisti dopo quella dei sindacalisti Mattina della Uìl, Laveto della Cisl e Zavagnin della Cgil. Cuttica ha commentato: « Sono sorpreso anche perché le cose dette negli incontri della settimana scorsa erano state apprezzate dai sindacati e altre cose sono state costruite nei colloqui di questi giorni». A giudizio dei sindacalisti, invece, la Fiat, dopo i passi avanti compiuti sugli investimenti nel Sud e sulle contribuzioni sociali negli incontri di giovedì e venerdì della settimana scorsa, ha assunto «posizioni stagnanti» sugli altri due punti principali della piattaforma (organizzazione del lavoro e aumenti salariali) nelle tre giornate di incontri da lunedì a ieri sera. Zavagnin della Cgil ha detto: « Non ci si è spostati né sull'organizzazione del lavoro né sulla parte salariale». Vincenzo Mattina della Uil ha dichiarato: « Non possiamo star qui per l'eternità. L'attesa dei lavoratori è maggiore anche sulla parte salariale ». Laveto della Cisl ha aggiunto: «Le 12 mila lire di aumento medio mensile erano insufficienti a ottobre; figuriamoci se lo sono oggi ». Che strade prenderà ora la vertenza Fiat? Il cerimoniale della interruzione è stato identico a quello del 15 gennaio: i tre segretari generali (Trentin, Camiti, Benvenuto) ieri sera hanno avuto un colloquio con la delegazione ristretta della Fiat guidata da Cuttica. L'altra volta il colloquio tra le parti proseguì anche durante le quattro settimane di sospensione ufficiale del negoziato, con scambi di opinioni a titolo personale. Questa volta interverrà il governo? I sindacalisti ieri sera non si sono pronunciati su questa ipotesi. Sotto l'aspetto politico l'interruzione delle trattative Fiat consente di attenuare il significato di « azione contro il governo » che altrimenti avrebbe assunto lo sciopero generale proclamato dalle confederazioni per mercoledì prossimo. Con la vertenza Fiat, e con tutte le altre grandi vertenze aziendali ancora aperte, lo sciopero generale sarà diretto anche contro le imprese pubbliche e private. Nell'illustrare i motivi che hanno portato alla decisione di interrompere le trattative, i tre sindacalisti (Mattina, Zavagnin e Laveto) hanno insistito particolarmente su due punti: organizzazione del lavoro e salari. Per le « isole di montaggio » i sindacalisti hanno affermato che la Fiat intende ridurre il salario ai lavoratori addetti (abolendo l'indennità che avevano sulle linee di montaggio) e aumentare id lavoro (non riconoscendo più le pause di cui fruivano sulle linee). La Fiat sostiene, invece, che l'indennità sarà sostituita da passaggi di categoria derivanti dal lavoro più complesso svolto nelle « isole ». Inoltre nelle « isole », proprio per le loro caratteristiche, le pause prefissate non sarebbero più necessarie. Sul salario, i sindacalisti sono stati molto polemici. Dopo aver definito «insufficienti » le 12 mila lire hanno sostenuto che «attreverso i meccanismi di ripartizione proposti dalla Fiat non si realizzano le richieste della 'piattaforma' sulla perequazione delle retribuzioni e sull'allineamento dei premi di stabilimento ». Inoltre, con il meccanismo proposto « la Fiat — hanno affermato i sindacalisti — tende a dare di più a chi guadagna già di più ». Il punto di vista della Fiat è stato esposto dall'avvocato Cuttica, il quale ha sostenuto che « il problema delle 12 mila lire potrà essere affrontato per ultimo, quando saranno stati risolti tutti gli altri punti ». Circa la suddivisione delle 12 mila lire tra i vari istituti contrattuali ha affermato che «la dispersione è una caratteristica contenuta nella piattaforma sindacale ». Sergio Devecchi

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