Prezzi e reddito in Italia sono sconvolti dalla crisi di Renato Proni

Prezzi e reddito in Italia sono sconvolti dalla crisi Dichiarazione di Ugo La Malfa alla Cee Prezzi e reddito in Italia sono sconvolti dalla crisi L'inflazione sarà superiore al 7-8% - Nessun accordo sull'aumento del prezzo dell'oro - Ferrari Aggradi alla riunione dei ministri agricoli (Dal nostro corrispondente) Bruxelles, 18 febbraio. «C'è un tentativo di superare le divergenze senza affrontare i problemi». Questo è stato l'amaro commento dell'onorevole Ugo La Malfa, a conclusione del primo Consiglio dei ministri dopo la «spaccatura» avvenuta tra i nove Paesi della Cee alla Conjerema sul petrolio di Washington. In realtà, oggi i ministri delle Finanze e i ministri dell'Agricoltura hanno mandato avanti l'attività di routine, come se nulla fosse successo. Il Consiglio dei ministri delle Finanze ha comunque approvato — assente l'inglese Anthony Barber — le misure d'urgenza proposte dalla commissione auropea e l'Italia ha ritirato le riserve sui provvedimenti riguardanti la stabilità, lo sviluppo e il pieno impiego, il grado di convergenza delle politiche nazionali, la creazione del comitato per la politica economica e il sostegno monetario a breve termine, il cui importo globale è stato raddoppiato e portato a due miliardi e 700 milioni di unità di conto per i Paesi in crisi. L'Italia, in pratica, permette che si attuino alcuni punti del passaggio alla seconda tappa dell'unione economica e monetaria, ma mantiene le riserve sul quadro generale della risoluzione — che riguarda la politica energetica sociale e regionale — perché la collega all'approvazione di un sostanzioso fondo regionale. Si è anche rafforzata la tendenza di tentare un accordo in sede mondiale sull'aumento del prezzo ufficiale dell'oro per le transazioni tra le banche centrali. Alcuni Paesi, tra i quali l'Italia, sono pronti a risolvere questo problema in sede comunitaria, se non vi si arriverà in seno al Fondo monetario internazionale. La Germania, invece, è del parere che solo con la partecipazione dell'America e del Giappone si potrà prendere una misura del genere, che potrebbe raddoppiare il valore delle riserve dei Paesi della Cee (delle quali il 25 per cento è appunto rappresentato dall'oro) ed accrescere sensibilmente la liquidità. Con questa operazione si potrebbe in parte alleviare il pesante deficit delle bilance dei pagamenti europee in seguito al massiccio aumento del costo del petrolio. Una decisione sulla rivalutazione del prezzo ufficiale dell'oro non è comunque prossima. riparleranno in marzo o in aprile i ministri delle Finanze dello Comunità e in giugno l'argomento sarà affrontato dal Gruppo dei Venti del Fondo monetario internazionale. I ministri si sono anche accordati sulle consultazioni per i saggi di interesse, per la politica dei cambi, per la utilizzazione delle riserve e per il ricorso al mercato internazionale monetario. Nel comunicato finale si afferma che il Consiglio dei ministri è d'accordo che si debbano evitare svalutazioni concorrenziali della moneta e azioni restrittive in materia commerciale di tipo protezionistico. Nel suo intervento, il ministro La Malfa ha affermato, nel tracciare il quadro della situazione economica italiana, che la crisi energetica ha sconvolto i calcoli di ridurre il ritmo d'aumento dei prezzi al 7-8 per cento nel nostro Paese. Anche l'aumento del reddito nazionale lordo italiano nel 1974 sarà del 4,2 per cento contro il 6 per cento del 1973. Egli ha aggiunto che si devono ridurre i consumi privati in Italia mediante lo strumento fiscale. Sul problema del prezzo dell'oro il nostro ministro ha invitato il Comitato monetario e quello dei Governatori delle banche centrali ad accordarsi su precise indicazioni. Molto più tesa, invece, è stata la riunione del consiglio agricolo. Il ministro Ferrari Aggradi ha definito «molto cordiale un suo scontro con il commissario per l'agricoltura Pierre Lardinois, ma ha anche affermato pubblicamente che l'Italia ha limiti «obiettivi» e rigidi che non può superare nonostante l'impegno di contribuire ad una soluzione positiva del dibattito sui prezzi dei prodotti agricoli per la nuova campagna. Il problema più spinoso, co777i» ha detto il presidente Erti è quello dell'olio di oliva. Infatti, la commissione europea vuole in pratica abolire gli aiuti ai produttori d'olio d'oliva italiani, con una perdita netta per il nostro Paese (che già paga più di quanto riceve dal Fondo agricolo comune) di 230 milioni di unità di conto. Dato che la commissione vuole abolire anche le integrazioni per il grano duro, che per l'Italia ammontano a 120 milioni di unità di conto, l'Italia dovrebbe rimetterci circa 220 miliardi di lire all'anno di contributi Cee. Domani, e forse mercoledì, i ministri dell'Agricoltura proseguiranno la discussione. Renato Proni

Persone citate: Anthony Barber, La Malfa, Ugo La Malfa