L'olio di colza sarebbe pericoloso Vietato l'uso alimentare in Europa?
L'olio di colza sarebbe pericoloso Vietato l'uso alimentare in Europa? L'olio di colza sarebbe pericoloso Vietato l'uso alimentare in Europa? Una richiesta alla Cee durante il convegno sul commercio internazionale degli olii alimentari e la tutela della salute pubblica Dal nostro corrispondente) è tolto il blocco e permesso viato quindi una lettera ape (Dal nostro corrispondente) Bologna, 18 febbraio. La messa al bando dell'olio di colza per uso alimentare da tutti i mercati della Cee è stata chiesta oggi a Bologna al convegno sul «Commercio internazionale degli olii alimentari e la tutela della salute pubblica», svoltosi all'Istituto di merceologia della Facoltà di economia e commercio dell'Università. Da un anno a questa parte si è parlato dell'olio di colza per il sospetto che uno dei suoi componenti, l'acido erucico, possa nuocere alla salute dei consumatori. La sua dannosità sugli animali, come hanno riferito i professori Turchetto (scienza dell'alimentazione) e Puddu (patologia medica) è accertata. Nei ratti esso provoca effetti cardiopatogenetici, riduce la potenzialità dei tessuti muscolari, può essere sospettato di azione cancerogena. Nell'uomo le ricerche hanno dato risultati diversi: dosi non massicce pare vengano eliminate. E' certo però che da cinque-sei anni l'acido erucico è presente nel sangue di poco meno della metà degli italiani, mentre prima era completamente assente. I francesi invece (la Francia è uno dei Paesi produttori di colea) hanno tutti acido erucico nel sangue. L'Olanda, altro Paese produttore ed esportatore in Italia, ha proibito l'uso della colza; in Polonia viene consumato libera mente. In Italia, secondo quanto è emerso al convegno, si è adottata una soluzione di compro messo. Dopo il blocco delle importazioni, adottato due anni fa, si è nominata una commissione di indagine e, sulla scorta dei primi risultati e di altri dati (le ricerche però proseguono tuttora), si e a i a e i i i i o e i i a I è i d iè to e e a e, ae si è tolto il blocco e permesso l'uso dell'olio di colza come componente dei cosiddetti oli di semi vari, nella misura non superiore al 15 per cento. Gli organizzatori del convegno bolognese (Centro nazionale di studi doganali di Genova, Comitato italiano per lo studio dei problemi doganali e merceologici dell'Università di Bologna, Istituti di merceologia delle Università di Bologna, Padova e Pescara, Azienda municipalizzata mercato ortoflorofrutticolo di Bologna) hanno sostenuto che, nel dubbio, è inammissibile permettere l'uso alimentare di questo tipo di olio, fino a che le ricerche non diano la certezza della sua totale innocuità. Per i magistrati e i giuristi intervenuti (Ubaldo Belli, primo presidente della corte d'Appello di Bologna; Vincenzo Tardino, pretore; Antonio Grassani, Università di Genova) al di là e al di sopra delle disposizioni ministeriali si deve seguire prima di tutto il dettato costituzionale che sancisce il diritto dei cittadini alla tutela della salute/ la stessa legislazione penale, è stato osservato, afferma che il reato di adulterazione e sofisticazione di sostanze aumentar! si commette anche soltanto concretando una situazione di pericolo indipendentemente dal fatto che ne segua un danno reale. D'altra parte, sostengono ancora gli organizzatori del convegno bolognese, l'olio di colza (di cui nel 1973 abbiamo importato 176 mila tonnellate per un consumo medio pro-capite di kg 3,200) può essere facilmente sostituito con oli di altri semi senza danneggiare la produzione interna che è praticamente inesistente. Gli organizzatori hanno in¬ viato quindi una lettera aperta al presidente della Comunità Europea, ai president idei consiglio dei Paessi aderenti alla Cee, ai magistrati perché sia vietato l'uso alimentare dell'olio di colza. g. n.
Persone citate: Antonio Grassani, Puddu, Turchetto, Ubaldo Belli, Vincenzo Tardino
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