Si chiede che lo Stato finanzi i partiti politici di Giovanni Trovati

Si chiede che lo Stato finanzi i partiti politici Si chiede che lo Stato finanzi i partiti politici I capigruppo della Camera discuteranno un disegno di legge di Piccoli (Dal nostro corrispondente) Roma, 14 febbraio. Nel 1962 Fanfara, allora presidente del Consiglio, tentò di disciplinare le entrate dei partiti, ma non riuscì, ci disse, per l'opposizione di chi non voleva che fossero conosciuti i bilanci. A 12 anni di distanza, sotto la spinta di un'opinione pubblica sempre più allarmata ed avvilita dalle notizie che emergono dalla vicenda dei petrolieri, la proposta di un finanziamento pubblico ha buone possibilità di andare in porto. Fanfani ne ha discusso ieri con Rumor e stamane con Piccoli. La segreteria socialista, convocata oggi d'urgenza, «consapevole che esistono problemi gravi relativi alta vita dei partiti democratici e all'indipendenza del potere politico», sollecita il finanziamento di Stato. Piccoli annuncia che martedì ci sarà un incontro tra i capigruppo della Camera per un esame di una sua proposta di legge, che intende «chiudere un periodo in cui i partiti, pilastri del sistema democratico, hanno da se stessi assolto il compito della propria esistenza, affrontando difficoltà obiettive e, spesse volte, l'impossibilità stessa di rispondere al proprio dovere, oltre che determinare fitte zone d'ombra». Egli è convinto che, se i partiti non saranno posti in condizione di funzionare, «finiranno per non poter assolvere i loro essenziali doveri con una diretta decadenza del sistema democratico» e avverte che «bisogna uscire dall'ipocrisia» con un «discorso onesto e aperto ai nostri concittadini». De Mita, ministro dell'Industria, in un'intervista al Corriere della Sera (altre due interviste ha concesso lo stesso giorno al Tempo e all'Espresso), ha affermato: «Improvvisamente si scopre che l'Enel finanziò i partiti, come se non si sapesse che questo è fra gli obblighi, diciamo così, sub istituzionali dell'Enel». L'autore dell'intervista oggi rettifica, precisando che le parole «obblighi sub istituzionali» sono di sua invenzione, e che gli sono servite per condensare il pensiero del ministro sulla prassi in ordine ai partiti e centri economici. E' una precisazione che, semmai, aggrava perché con l'Enel, finanziatore di partiti, mette anche gli altri centri economici. In ogni caso, dall'intervista siamo autorizzati a dedurre che, pagando le bollette della luce elettrica diamo, indirettamente e involontariamente il nostro contributo al finan ziamento occulto dei partiti? E che quando l'Enel dichiara¬ va di non avere fondi sufficienti per le nuove, centrali, quei fondi li avrebbe avuti se non 11 avesse distratiti (in quale misura?) a favore dei partiti? Continua il ministro dell'Industria: «Il male vero è che ai partiti arriva sì e no la quinta parte di quello che viene sollecitato e riscosso in nome e per conto dei partiti. La classe politica italiana non è corrotta, ma intorno ad essa si uggirà e vive una corte di maneggioni che discredita l'intero sistema», quindi, se ben comprendiamo, sono i partiti che chiedono, e allora tornano alla mente le parole, che abbiamo già pubblicato, del presidente della Esso, ingegner Sala: «Voi dite che sono le società petrolifere a finanziare i partiti. Io potrei dirvi che sono i partiti ad essere finanziati — insisto nella forma verbale passiva — dalle società petrolifere». L'affermazione, poi, del ministro che i maneggioni si trattengono i quattro quinti di quanto viene riscosso per conto dei partiti è un invito alla magistratura a compiere un'indagine per fare una salutare pulizia. Certo è che le dichiarazioni di De Mita come sono state pubblicate, appaiono conturbanti. Subito i deputati comunisti hanno presentato un'interpellanza al presidente del Consiglio per accertare se è attendibile l'intervista e, in caso affermativo, se egli ritenga ammissibile che un ministro possa dire tali cose. Una interrogazione con il medesimo contenuto ha presentato il democristiano Picchioni. A tarda sera De Mita ha anticipato la risposta, che presumibilmente sarà data in Parlamento, dichiarando da Palazzo Chigi, dove si trovava riunito con Rumor e altri ministri, di non aver neppure ipotizzato « che l'Enel o altri enti pubblici abbiano tra i loro compiti, diretti o indiretti, quello di provvedere al finanziamento dei partiti ». « All'opposto — aggiunge — ho tenuto a sottolineare che il problema del finanziamento dei partiti deve trovare una soluzione legislativa, così che non sia neppure configurabìle il sospetto di una collusione Giovanni Trovati (Continua a pagina 2 in sesta colonna)

Persone citate: De Mita, Fanfani, Fanfara, Picchioni, Rumor

Luoghi citati: Roma