Versati 875 milioni di Liliana Madeo

Versati 875 milioni Versati 875 milioni (Nostro servizio particolare) Roma, 14 febbraio. Trentacinque avvisi di reato sono stati consegnati, fra ieri e oggi, ai segretari amministrativi della de, del psi, del psdi e del pri (in carica nel 1972), a uomini politici, a petrolieri e legali rappresentanti di società petrolifere, dirigenti dell'Enel e dell'Italcasse. Duecento uomini, fra carabinieri e agenti deUa guardia di finanza, hanno compiuto questa mattina una serie di perquisizioni in istituti bancari, per sequestrare le schede di conto corrente dei personaggi già indiziati e di altre persone, le cui responsabilità sono ancora da definire. Il nodo dello scandalo Enel — appena un capitolo del grande imbroglio del petrolio — è ormai venuto apertamente alla luce, in tutte le sue mortificanti e ambigue implicazioni. La Procura della Repubblica di Roma ha concordato con i pretori di Genova che avevano avviato l'indagine, e ha fatto propria l'ac¬ cusa di corruzione: i petrolieri avrebbero pagato per indurre l'Enel a modificare i suoi programmi e costruire centrali termoelettriche anziché centrali termonucleari. Su quest'accusa dovranno pronunciarsi a suo tempo i tribunali, anche per stabilire se il versamento di fondi al partiti ha provocato comportamenti illeciti. La segreteria del psi, questa sera, in un comunicato afferma che «nessun organo di partito, nessuno degli esponenti socialisti, nel governo, nel Parlamento, nell'attività di direzione ha mai compiuto o secondato atti rivolti ad influenzare le decisioni dell'Enel e sostenere scelte contrarie all'installazione di ce :trali termonucleari, né comunque a favorire interessi di gruppi petroliferi. Al contrario, la linea del partito è stata sempre nel senso di accelerare il programma termonucleare ». La direzione del pri, che si è riunita questa sera alla presenza di La Malfa, appena rientrato dagli Stati Uniti, ammette in un comunicato che il partito repubblicano, come altri partiti, «ha ricevuto contributi finanziari durante le campagne riettorali, ma mai condizionati alla difesa di particolari interess- ». Per intervenire, e prendere i primi provvedimenti, i magistrati romani hanno atteso finché non sono venuti in possesso del « corpo del reato »: gli assegni con cui i petrolieri pagarono la «controparte». I titoli di credito sono arrivati ieri sera da Genova, recapitati al palazzo di giustizia da un ufficiale della guardia di finanza: sono 85 e quasi tutti da 10 milioni. Sono stati la prova definitiva che il quadro delle complicità, così come usciva dagli atti già acquisiti, era esatto. Alla luce di questa conferma, poche ombre restano sullo sviluppo della « campagna istituzionale per la propaganda per centrali termoelettriche », come l'intera operazione è definita nei documenti dell'Unione petrolifera italiana. Si era agli inizi del '72, quando presidente dell'Unione era Vincenzo Cazzaniga, già presidente della Esso, attualmente vicepresidente della B astogi. Si parlava di costruire centrali termonucleari che, alimentate ad energia atomica, avrebbero ridotto i profitti per le compagnie petrolifere. Occorreva impedire che ciò avvenisse, « convincere » adeguatamente chi poteva farlo, ossia i partiti al governo. Le quindici compagnie che aderivano all'Unione, avrebbero deciso di spendere un miliardo per promuovere tale «campagna ». Si sarebbero autotassate, sulla base del combustibile che ciascuna avrebbe venduto alle nuove centrali: chi avrebbe avuto la fetta più grossa, doveva versare più soldi. Ci sono le lettere che documentano questi accordi, i solleciti ai ritardatari nei pagamenti, le lamentele di alcuni. Tutti però finirono per pagare. Cazzaniga, personalmente, si sarebbe incaricato della raccolta dei fondi, rivolgendosi all'Italcasse, l'Istituto cui fanno capo tutte le casse di risparmio, e trattando con il direttore generale, il dr. Giuseppe Arcaini, che è membro del consiglio di amministrazione dell'Agip. Avrebbe chiesto l'anticipo di un miliardo di lire per conto dell'Unione, da accreditare a favore dell'Enel. LTtalcasse avrebbe pagato soltanto 875 milioni, perché l'Agip preferì poi condurre Liliana Madeo (Continua a pagina 2 in prima colonna)

Persone citate: Cazzaniga, Giuseppe Arcaini, La Malfa, Vincenzo Cazzaniga

Luoghi citati: Genova, Roma, Stati Uniti