Il riso venduto di contrabbando: sono stati indiziati due vercellesi

Il riso venduto di contrabbando: sono stati indiziati due vercellesi Il riso venduto di contrabbando: sono stati indiziati due vercellesi Avrebbero esportato in Svizzera mille quintali di riso facendolo passare per lolla - Non pagando la tassa comunitaria, avrebbero lucrato trentasei milioni - Le indagini continuano (Dal nostro corrispondente) Vercelli, 12 febbraio. I fratelli Pier Costantino e Carlo Viazzo, 43 e 32 anni, residenti in via Prarolo 18, in rione Cappuccini, sono indiziati di reato per il contrabbando di riso verso la Svizzera, scoperto il 28 gennaio scorso dalla Guardia di Finanza di Como al valico di Fornasette di Luino. I fratelli Viazzo sono conduttori di una riseria, con capacità lavorativa di circa 400 quintali di risone al giorno, avuta in eredità dal padre Silvio, morto nel 1967, per infarto, mentre si trovava a bordo della sua auto sull'autostrada Torino-Milano e noto negli ambienti sportivi per essere stato due volte presidente della Pro Vercelli. Oggi la riseria è intestata a Carlo Viazzo e Carla Baiardi, di 43 anni, moglie del Pier Costantino, e lavora saltuariamente. Stamattina agli impianti della riseria sono stati posti i sigilli; gli inquirenti hanno sequestrato i documenti contabili. I fatti che potrebbero fai incriminare i fratelli Viazzo sono venuti alla luce grazie ad una azione coordinata fra Guardia di Finanza, carabinieri, squadra mobile e polizia ferroviaria, e presieduta dal sostituto procuratore della Repubblica di Vercelli, dottor Scalia. Le varie circostanze raccolte aspettano comunque conferma da parte degli interessati. Pier Costantino è attualmente interrogato dagli inquirenti, mentre il fratello Carlo non è stato ancora sentito perché assente da Vercelli. I due avrebbero fatto contrabbando esportando circa mille quintali di riso lavorato del tipo «balilla», per un valore di oltre duecento milioni, spacciandolo per «lolla», evitando cosi di pagare la tassa di circa 36 mila lire il quintale imposta dalla Cee per frenare le esportazioni verso i Paesi terzi. Ne sarebbe conseguito un guadagno netto di 36 milioni, senza incorrere in alcun rischio in quanto la lolla (cioè le grumelle che attorniano la spiga di riso) è di facile esportazione, senza alcun onere doganale. La partita di risone relativa alla lavorazione dei mille quintali di riso esportati abusivamente sarebbe stata acquistata sul mercato di Vercelli nel novembre scorso e lavorata presso la riseria nella misura di circa 150 quintali al giorno. Acquistato un camion (targa Verona 183160) e affidatolo alla guida di un parente, il cinquantanovenne Ludovico Garrone, abitante a Vercelli in via Monte Nevoso 17, il prodotto lavorato è stato avviato in sacchi agli scali ferroviari di Biella ed Ivrea, da dove è partito stipato in sette carri ferroviari accompagnati dalle regolari «lettere di vettura» attestanti che il carico era costituito esclusivamente da lolla. Quindi, nulla da eccepire da parte delle autorità doganali circa l'esportazione di questo tegumento del risone, poiché da tempo oggetto di esportazione in Svizzera ed in Germania, ove vi sono industrie che lo adoperano per vari usi. Secondo le indagini della polizia ferroviaria, le «lettere di vettura» risultano compilate e firmate da un fantomatico signor Filippo Willes, con sede in via San Barnaba 6 a Milano: destinazione Sangallo, presso le ditte Buchs e Danzaz. Sulle orme dei «contrabbandieri del riso» le guardie di Finanza di Luino sono state indirizzate da una circostanziata denuncia di un commerciante di riso all'ingrosso di Milano, il quale aveva avuto sentore che sul mercato svizzero circolava riso di otti¬ ma qualità a prezzo inferiore a quello di mercato, che si aggira attorno alle 700-800 lire il chilogrammo. Sempre secondo la denuncia, l'esportazione abusiva, con l'evidente scopo di eludere il pagamento della prescritta tassa alla Cee, non sarebbe limitata al quantitativo accertato dagli inquirenti a Vercelli. Si parla di 355 quintali che hanno passato i valichi per la Svizzera e l'Austria attraverso una ditta milanese di export-import. Per questo motivo le indagini sono in corso in tutte le Provincie produttrici di riso e presso tutti i posti di frontiera, compresi i porti. Walter Nasi