Proposti aumenti del 7% dei prezzi agricoli Cee

Proposti aumenti del 7% dei prezzi agricoli Cee Dalla Commissione europea di Bruxelles Proposti aumenti del 7% dei prezzi agricoli Cee L'organo esecutivo della Comunità ha indicato nel 10 per cento il rincaro-delle carni bovine - La posizione dell'Italia (Dal nostro corrispondente) Bruxelles, 11 febbraio. Anche quest'anno, i prezzi dei prodotti agricoli, e quindi degli alimentari, aumenteranno sensibilmente in tutti i Paesi della Comunità economica europea. Oggi, al Consiglio dei ministri dell'Agricoltura, è ripreso il negoziato tra le delegazioni per determinare i prezzi per la campagna 1974-'75. La Commissione europea ha proposto aumenti medi del 7 per cento dei prodotti agricoli e del 10 per cento delle carni bovine, aumenti ritenuti sufficienti per sostenere la produzione. Il ministro italiano per l'Agricoltura, Ferrari Aggradi, non è di questo parere. Con vigore, ha sostenuto la necessità che i prezzi siano aumentati nella misura richiesta dall'associazione dei produttori agricoli della Cee, cioè del 13 per cento. Ha giudicato le proposte della Commissione insufficienti, se rapportati agli incrementi dei costì e all'aumento del livello generale dei prezzi. Se l'Italia e la Francia (che condivide il parere di Ferrari Aggradi) riusciranno a far accettare il loro punto di vista, le massaie si troveranno di fronte a nuovi massicci aumenti dei prezzi dei generi alimentari, maggiorati dagli inefficaci sistemi di distribuzione e dalla speculazione. Ferrari Aggradi ha anche proposto al Consiglio l'adeguamento periodico dei prezzi al reale rapporto di cambio delle monete, soprattutto in caso di svalutazione. L'eventuale abbandono del meccanismo degli importi compensativi si risolve, nel caso dell'Italia, nell'eliminazione della concorrenza straniera e, quindi, in un'ulteriore lievitazione dei prezzi al consumo. Il ministro italiano ha pure chiesto un'imposta sui grassi vegetali e l'aumento del prezzo del latte del 10 per cento. Anche il prezzo del burro, che la Commissione vorrebbe ridurre del 6,6 per cento, dovrebbe essere aumentato in misura limitata, secondo Ferrari Aggradi, assieme alla polvere di latte. Il rappresentante italiano si è espresso anche contro la modifica del sistema, in vigore, di aiuti alla produzione dell'olio d'oliva, in quanto la sua soppressione «è economicamente e politicamente inaccettabile». Sempre secondo Ferrari Aggradi ciò vale anche per il grano duro: la misura che sospende l'integrazione priverebbe l'Italia di contributi valutati attorno ai 220 miliardi di lire l'anno. Il ministro italiano ha detto inoltre che le conseguenze di carattere finanziario delle proposte della Commissione sull'utilizzazione delle risorse del Fondo agricolo comune suscitano forti perplessità. Già oggi, infatti, l'Italia contribuisce ai fondi di garanzia comunitari con una quota superiore a quella ricevuta. La posizione italiana non «piace» soprattutto al Regno Unito. Già si dubita che una decisione sui prezzi agricoli sia presa prima delle elezioni politiche inglesi del 28 febbraio, perché il governo conservatore teme l'effetto negativo sull'opinione pubblica, che già ritiene responsabile la Cee dell'aumento dei prezzi all'interno dei generi alimentari. Il ministro inglese Joseph Godberg ha espresso parere negativo sul progettato rincaro della carne di manzo del 10 per cento. La Francia vorrebbe invece che esso fosse del 15 per cento. L'accordo su tutta questa gamma di problemi non sarà facile. Le discussioni continueranno domani e riprenderanno il 18 febbraio. Collegata alla questione del prezzo dei prodotti agricoli è anche quella del Fondo regionale, sul quale si dovrà pure decidere il 18 febbraio. r. p.

Persone citate: Joseph Godberg

Luoghi citati: Bruxelles, Francia, Italia, Regno Unito