Thoeni. campione nella storia di Giorgio Viglino

Thoeni. campione nella storia Bilancio dei mondiali di sci, dalle medaglie alle polemiche Thoeni. campione nella storia L'impresa compiuta da Gustavo è unica - L'atleta di Trafoi ha superato gli assi del passato - Nei momenti decisivi la conferma di una classe e di uno stile senza confronti (Dal nostro inviato speciale) St-Moritz, 11 febbraio. Lo sciatore più forte del mondo si chiama Gustavo Thoeni. E' Il più forte di oggi e di Ieri, e chissà se in futuro ci sarà mai qualcuno In grado di superarlo, non nella singola prova o nel confronto diretto, ma nel complesso delle sue prestazioni quasi ineguagliabile. Certo, ci sono i dati sta¬ tistici a convalidare questa superiorità assoluta, ma più delle vittorie, delle medaglie stesse, è la dimostrazione data ieri in quella seconda « manche » di slalom a prevalere su ogni altro argomento. E' stato II momento magico dell'atleta, portato ad una esaltazione dei propri mezzi psicofisici dalla necessità assoluta di rimediare ad una situazione disperata. Gustavo non era mai stato finora l'uomo delle rimonte clamorose. A Sapporo, quando vinse il titolo olimpico nel gigante, andò In testa fin dalla prima ■ manche -, e a St-Moritz, martedì scorso, per conquistare il suo primo titolo iridato seguì la medesima trafila, quasi correndo in difesa la seconda prova. Ieri ha ribaltato tutto compiendo l'exploit uni- co al campionati (e forse anche in assoluto) di rimontare dall'ottavo al primo posto. Nell'intervallo tra una « manche » e l'altra Gustavo aveva rimuginato sul distacco subito nella prima discesa cercando di capire Il perché di una prestazione non eccezionale. Era disteso, sereno e, come sempre, risalendo con Gros e Radici dava i suoi consigli, un paio non di più, sui passaggi difficili. Altro non avrebbe detto per non offendere i compagni che lui, più di tutti, sa valutare. La neve aveva ceduto un poco, era dura, ma non più ghiaccio vivo, e Gustavo, contrariamente a quanto molti credono, si trova a suo agio proprio su questo fondo. Il sole scaldava e su, in partenza, Thoeni allentava la tensione giocando a palle di neve e scherzando con le ragazze, che, finite le loro gare, si erano trasformate in fotografe o clneoperatrici. Un attimo prima di entrare nella casetta di partenza Gustavo dava una gran pacca sulla schiena a Gros e gli diceva: < Dai Pierino, come a Vipiteno! lo ti vengo dietro ». Era un discorso lungo e soprattutto in quel momento. Poi via fra I pali. C'è un solo stile ormai per scendere In slalom ed è lo stile Italiano, applicato, se non inventato, da Gustavo Thoeni per primo. GII stessi azzurri lo hanno plasmato in modo diverso ciascuno per sé, ma l'angolazione naturale che riesce ad avere Gustavo grazie a quel suoi fianchi stretti è irripetibile. C'è chi, come Gros, con leve più lunghe sopperisce grazie ad una oscillazione a pendolo, o chi, come Radici, esaspera l'indipendenza delle gambe. Ciascuno ha la sua chiave particolare, ma quella magica per ora è solo di Gustavo. Fuori da quel cancelletto II campione ha preso il ritmo giusto dopo tre porte — proprio là dove poco dopo Gros avrebbe avuto II primo intoppo — ed ha subito cominciato ad accelerare. Ogni uscita di curva era piena di potenza, il passaggio a HI di palo ma sempre in perfetta sicurezza, e poi, dalla metà In giù, nel tratto più difficile, un'autentica aggressione al pali, un ritmo pazzesco, pur con una fluidità di movimento che sembrava acquisita da chissà quante prove e non improvvisata sul momento In piena velocità. Il secondo titolo mondiale sconfigge Il primo, lo mette In ombra, ma non può far dimenticare la completezza del campione che trova identica capacità di espressione in due specialità che possono essere affini, ma hanno differenze fondamentali. In più, il primo successo completa nella serie statistica la superiorità ne! confronti dei campioni di ieri, ormai eguagliati con quattro medaglie d'oro olimpiche e mondiali e superati grazie alle tre Coppe del mondo consecutive che Gustavo ha già al suo attivo. Ora il discorso si riapre verso la Coppa del Mondo In corso, una gara nella quale Thoeni si ritrova di fronte come avversarlo più pericoloso proprio Pierino Gros. Ci sono ancora tre tappe con cinque gare e soprattutto non giocherà sul giovanotto piemontese l'emozione della scadenza unica e Irripetibile. In più, Gustavo deve ancora rimontare uno svantaggio netto, quello accusato praticamente nel primo turno di dicembre, ed ha quindi probabilità limitate di riuscire a raggiungere anche questo obbiettivo. Una sconfitta non intaccherebbe certo II suo prestigio, al più, Invece, porrebbe in rilievo la capacità di scelta degli obbiettivi, la gradualità nell'ìmpostare una preparazione che ovviamente non discende soltanto dall'uomo. Il merito di un Thoeni campione naturale non fu forse di Vuarnet quando se lo trovò tra le mani nel '68, ma fu lui con la sua nuova organizzazione, con tecnici preparati c soprattutto un ambiente diverso a permetterne la crescita Indisturbata. Adesso potrà non essere merito di Cotelli se II ragazzo è diventato uomo e consolida le sue doti di carattere, ma l'impostazione tecnica discende da programmi organizzati, voluti e realizzati da tutto lo staff tecnico azzurro. Thoeni è 11 fuoriclasse, ma come tutti gli altri campioni dello sci è costruito per la sua parte. Non scherziamo per favore con l'ecologia, e rendiamo merito come fa puntualmente Gustavo ai tecnici della squadra nazionale, che hanno una grossa parte di merito In questo favoloso en-plein di medaglie. Giorgio Viglino St. Moritz. Gustavo Thoeni, sorridente, risponde dalla finestra dell'albergo ai saluti dei suoi ammiratori. La scritta in primo piano è stata preparata dalle azzurre su un lenzuolo che Gustavo ha trovato appeso dopo aver vinto lo speciale (Olympia)

Luoghi citati: Olympia, Sapporo, Vipiteno