Verona: mille espositori alla rassegna Samoter di Renzo Villare
Verona: mille espositori alla rassegna Samoter Verona: mille espositori alla rassegna Samoter Quest'anno al salone delle macchine per movimento terra sono rappresentati 18 Paesi, con un parco macchine per 200 miliardi - L'attenzione degli operatori sull'accordo tra la Fiat e l'americana Allis-Chalmers (Dal nostro inviato speciale) Verona, 11 febbraio. E' in corso a Verona il Samoter (Salone macchine movimento terra), inaugurato sabato dal sottosegretario al Tesoro Fabbri. Attraverso gli anni la rassegna è cresciuta d'importanza fino a raggiungere oggi un nuovo primato, con circa mille espositori di diciotto Paesi e con un parco macchine esposto il cui valore si avvicina a 200 miliardi di lire. Dei mille espositori presenti alla rassegna — che occupa un'area espositiva di 230 mila metri quadri — settecento sono italiani e trecento rappresentano diciassette Paesi: Austria, Belgio, Canada, Cecoslovacchia, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania Occidentale, Giappone, Gran Bretagna, Olanda, Germania Orientale, Sudafrica, Svezia, Svizzera, Unione Sovietica e Stati Uniti. Il Samoter '74 s'è aperto in un momento di preoccupazione per la situazione economica italiana aggravata dalla crisi energetica. Questa crisi — è stato detto nel corso di una conferenza stampa — non è solo politica o determinata da contrasti d'interessi tra Paesi ma rappresenta un campanello d'allarme per il possibile impoverimento di una fonte di energia preziosa qual è il petrolio. Essa pertanto deve sollecitare la ricerca di altre fonti attraverso nuove tecnologie. «La Fiat — ha detto tra l'altro il presidente del gruppo italiano macchine movimento terra — ha dato un esempio di come ci si deve comportare per il futuro attraverso l'unione con un grande gruppo americano, l'Allis Chalmers, per raggiungere con tempestività obiettivi di produzione quantitativi e qualitativi sempre migliori: ciò naturalmente — ha aggiunto — senza alterare l'equilibrio e il ruolo che compete ai costruttori medi e piccoli che, nella diversificazione del prodotto e nella ricerca della specializzazione, hanno il loro importante ruolo ». Il Samoter '74 presenta infatti per la prima volta al pubblico la realizzazione di una nuova impresa a livello mondiale nel settore interessato: la Fiat-Allis, nata dalla fusione tra la Fiat e l'americana Aliis Chalmers. La nuova società — come ha detto il suo direttore generale dottor Camino — intende offrire ai clienti privati e pubblici una gamma completa di alta qualità, potenziare le conoscenze tecniche comuni, rafforzare l'organizzazione di vendita e di servizio, aumentare la produzione, creare nuove opportunità di lavoro nei diversi stabilimenti. La complementarità di gamma tra la Fiat e l'Allis Chalmers è stata la logica premessa alla loro unione e oggi la linea dei prodotti comprende oltre quaranta modelli base, da 45 a 524 Hp di potenza. Per la produzione la nuova impresa dispone di sette stabilimenti in quattro diversi Paesi: Lecce e Cusano Milanino in Italia, Essendine in Gran Bretagna, Springfield e Deerfield negli Stati Uniti, San Paulo e Belo Horizonte in Brasile. La Fiat-Allis — che conta oltre 10 mila dipendenti — è strutturata su due holding internazionali, una con sede in Olanda, l'altra negli Stati Uniti: è presidente Giovanni Agnelli, vicepresidente David Scott e amministratore delegato Jacques Vandamme. Il capitale iniziale dell'impresa ammonta a circa 220 milioni di dollari (150 miliardi di lire), di cui la Fiat detiene il 75 per cento e il 35 per cento l'Allis Chalmers. Per quest'anno si prevedono vendite per 450 milioni di dollari distribuite da una rete mondiale che si basa su quattro filiali (Brasile, Gran Bretagna, Francia e Germania) e su concessionari in oltre cento Paesi. Il ruolo delle macchine movimento terra nella moderna industrializzazione è di grande importanza e ciò risulta sempre più evidente in ogni edizione del Samoter: la bilancia commerciale del settore ha avuto nel '70, nel '71 e nel '72, nonostante tutte le difficoltà economiche e valutarie, saldi attivi rispettivamente di 42, 40 e 44 miliardi di lire. Per il 1973 non si conoscono ancora i risultati definiti- vi, ma si può anticipare, stando ai consuntivi dei primi otto mesi, che anche l'anno scorso le macchine movimento terra hanno fornito un notevole avanzo ai conti italiani con l'estero. Infatti le esportazioni a fine agosto sono ammontate a 74,1 miliardi di lire (71,8 nello stesso periodo del '72) e le importazioni a 51,7 miliardi (41,6 un anno prima) con un saldo attivo di 22,4 miliardi di lire. Sulla situazione del settore una recente indagine del servizio studi della Confindustria ha fornito alcune indicazioni per i prossimi anni. Alla capacità produttiva del 1972 di 300 miliardi di lire — sostiene lo studio — ha corrisposto una produzione di 235 miliardi, con un'utilizzazione degli impianti del 65 per cento. Le previsioni per il 1973, in attesa di dati definitivi, indicano un aumento della capacità a 400 miliardi di lire (11,1 per cento), con un incremento della produzione a 300 miliardi (27,6 per cento) e con una capacità utilizzata del 75 per cento. Renzo Villare
Persone citate: Camino, David Scott, Giovanni Agnelli, Jacques Vandamme
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