Forse la polizia ha una "supertestimone,, che ha visto in faccia i rapitori di Bolis?

Forse la polizia ha una "supertestimone,, che ha visto in faccia i rapitori di Bolis? Forse la polizia ha una "supertestimone,, che ha visto in faccia i rapitori di Bolis? (Dal nostro inviato speciale) Bergamo, 7 febbraio. Tre persone incappucciate, un'auto che potrebbe essere una «124»: questi gli elementi in mano agli investigatori che si occupano del rapimento di Pierangelo Bolis. E' tutto ciò che hanno visto i poliziotti che avevano seguito Luigi Bolis, mentre si recava a versare la seconda rata del riscatto, sotto un ponte dell'autostrada Milano-rienova, martedì all'alba. Altri due uomini «forse mascherati» su una vettura (sembra una «132»), sarebbero stati visti nella notte di martedì da una prostituta, nei pressi dello svincolo autostradale di Cinisello Balsamo. L'auto si è fermata davanti al casolare abbandonato in cui è stato trovato Pierangelo: ne sono scese tre persone che hanno raggiunto frettolosamente la catapecchia. Pochi minuti dopo, due sono tornate indietro, sono risalite sull'auto e sparite nella notte. Secondo i carabinieri si tratterebbe dei banditi che portavano la loro vittima nel luogo prescelto per la sua liberazione. Questa testimonianza è considerata di grande utilità al fine delle indagini. Non risulta se dell'auto è stato anche fornito il numero di targa: in merito gli inquirenti si mostrano molto reticenti, preferiscono non parlare, se interrogati negano. L'altra notte abbiamo cercato di avvicinare qualcuna delle donne che frequentano abitualmente quella località. La zona soprannominata la «fossa dei serpenti», è nota per un certo «mercato» notturno. Ieri, però, invece del solito andirivieni di auto, delle donnine in attesa, abbiamo trovato Luigi Bolis, padre del ragazzo rilasciato (F. Moisio) : i Si tratta di una passeggiatrice che martedì notte era presso lo svincolo di Cinisello Balsamo - Avrebbe incontrato le persone che raggiunsero la baracca dove fu trovato legato il giovane - La donna adesso è scomparsa dalla zona : soltanto un'auto «civile», della polizia. Persone molto vicine all'ufficio del procuratore della Repubblica di Monza (cui spetta per competenza territoriale l'incarico di condurre l'inchiesta), parlano oggi di un'atmosfera di «cauto ottimismo». Un linguaggio molto diplomatico che, in realtà, non significa proprio nulla. Di certo in questi giorni polizia e carabinieri si danno un gran daffare. Il dottor Sgarra stamane è partito per alcuni sopralluoghi nelle zone di Como, Lecco, Varese e Vigevano. Località già passate al setaccio all'epoca del rapimento dell'industriale Tortelli, note per essere covo di gruppi mafiosi che da anni operano nell'hinterland milanese. I carabinieri, invece, hanno tenuto un «vertice» nella caserma di Monza a cui hanno partecipato ufficiali di Brescia e Bergamo. Si stanno svolgendo indagini in località ohe distano « circa tre ore di auto in linea retta» da Cinisello Balsamo. Pierangelo Bolis, infatti, appena ritrovato aveva detto dì aver viaggiato «per circa tre ore» lungo una i «strada diritta». Si è appreso che la descrizlo- Bergamo. Pierangelo Bolis, a sinistra, nella sua casa con la madre, i fratellini e la sorella (Telefoto Ansa) ne fornita dallo studente della stanza in cui è rimasto rinchiuso per 21 giorni presenta molte analogie con quelle rilasciate a suo tempo da Torielli. E da Mirko Panattoni. E, forse, da tutti gli altri sequestrati. Quadrata, provvista di lavandino e gabinetto, con un lettino ed un tavolo. Buia. Sono dati troppo vaghi per poter servire alle indagini. Gli inquirenti non fanno mistero del loro scetticismo anche se, in questo caso, alcuni particolari potrebbero assumere una certa importanza. Le dichiarazioni del giovane, comunque, sinora si sono dimostrate di scarsa utilità. Non ricorda nulla, neppure in che modo è stato rapito. E' evidente il timore di «dire troppo», di rivelare cose che i banditi gli hanno invece imposto di non svelare mai. In questi casi le vittime ed i loro familiari diventano i migliori «complici» dei rapitori, la loro reticenza è giustificata soltanto dalla paura della loro vendetta. Stamane Pierangelo voleva tornare a scuola ma i genitori hanno preferitp tenerlo a casa ancora per un giorno. Ha trascorso parte della giornata mettendo in ordine la sua raccolta di dischi, poi ha ricevuto la visita di alcuni compagni. La vita in casa Bolis torna piano piano alla normalità. Nello studio, trasformato per tre settimane in «centrale operativa», dove si è vegliato ininterrottamente, giorno e notte, accanto al telefono, si ammucchiano ancora i giornali con gli articoli sul sequestro. Sulle pagine spiccano le fotografie di Pierangelo: quelle pubblicate nei primi giorni, riprodotte dall'albo di famiglia, e le ultime, scattate ieri pomeriggio, accanto ai genitori. Illustrano un incubo durato ventidue giorni. Francesco Fornari metri, era illuminata a giorno da potenti fari. E' stato ispezionato un cunicolo che collega questa con un'altra cava, e attraverso il quale sarebbero state trasportate le due bimbe. Si è anche cercato di stabilire se qui sotto è possibile sopravvivere alcuni giorni. L'esame, che si è concluso a tarda sera, sarebbe stato positivo. Nei prossimi giorni saranno sottoposte a perizia le gomme dell'auto di Vinci (egli sostiene che gli furono tagliate come « avvertimento » perché tacesse) e una macchina da scrivere (si tratta di un elemente nuovo e misterioso: negli atti processuali non si parla di macchine da scrivere e dattiloscritti).