Con lo sciopero dei minatori anticipate le elezioni inglesi? di Mario Ciriello

Con lo sciopero dei minatori anticipate le elezioni inglesi? La più grave crisi dalla fine della guerra Con lo sciopero dei minatori anticipate le elezioni inglesi? Da domenica bloccate quasi sicuramente le miniere di carbone, vani i tentativi di evitare l'agitazione - Heath annuncerà forse domani la data delle consultazioni Ancora in corso la guerra degli autotrasportatori negli Stati Uniti (Dal nostro corrispondente) Londra, 6 febbraio. Lo sciopero dei minatori è ormai inevitabile, e da domenica l'Inghilterra affronterà la sua più grave e pericolosa crisi dalla fine della guerra. TJn tentativo di salvare il salvabile è stato compiuto ancora stamane dalla Confindustria e dalla Confederazione dei sindacati, ma senza alcun risultato. La parola spetta adesso al premier Edward Heath che, sia pur con grande riluttanza, avrebbe deciso di chiamare il Paese alle urne. L'annuncio si avrà forse domani sera. Le elezioni verrebbero tenute o giovedì 28 febbraio 0 giovedì 7 marzo. Joc Gormley, il presidente dei 260.000 minatori, ha detto: « Heath pub fare ciò che vuole. Noi non ci arrenderemo ». Heath è chiuso nel suo studio al numero 10 di Downing Street, non riceve che 1 collaboratori più stretti. E' in giuoco il suo futuro: oltre a sconvolgere l'economia nazionale, lo sciopero dei minatori potrebbe affondare il suo piano di pilotare celermente l'Inghilterra verso lo sperato eldorado creato dal petrolio del mare del Nord — tra quattro o cinque anni — quando chiunque si troverà al potere raccoglierà i benefici politici della nuova prosperità. Vittoria elettorale nel '74 o nel '75, nuova vittoria un lustro più tardi, indi almeno un decennio di governi « tory ». Questo il progetto di Heath ancora un mese fa. Ma il conflitto con i minatori ha spinto il premier verso minacciosi scogli. Gli ultimi sondaggi non danno più per sicuro un suo ritorno alle urne, indicano la chiara possibilità di un'affermazione laborista. I socialisti, afflitti come sono da contrasti intemi, sono i primi ad esserne stupiti, e una vignetta ci mostra Harold Wilson che, atterrito si sveglia e grida alla moglie: « Ho avuto un incubo. Ho sognato che ero di nuovo a Downing Street ». Heath è discusso perché non sono pochi coloro secondo i quali è stato troppo inflessibile. Altri ancora, pur non amando i laboristi, pensano che riuscirebbero a ristabilire la pace più speditamente dei « tories ». Ma vi sarà tempo per le considerazioni politiche, quando si saprà se Heath ha deciso di affrontare una battaglia elettorale sul terreno minato di una disputa industriale o se ha preferito attendere momenti più propizi. Il suo mandato non scade comunque fino al giugno '75. Oggi, prevalgono altre ansie. Il primo mese soltanto di sciopero causerà quattro milioni di disoccupati: lo ha detto Ronald Mclntosh, direttore generale del « National Economie Development Council ». E dopo il primo mese? La cifra diverrebbe « astronomica ». « II danno all'industria — ha dichiarato all'odierna riunione del « Consiglio » — sarebbe gravissimo e di lunga durata ». Le acciaierie dovrebbero chiudere dopo alcune settimane, molte piccole aziende verrebbero spezzate. In un rovente dibattito parlamentare, in cui governo e opposizione si sono scontrati con rabbiosa asprezza, quasi con ira, il cancelliere dello Scacchiere Anthony Barber ha detto: « E' una crisi senza confronti nella nostra generazione ». E ha avvertito che s'aggraverà il disavanzo nella bilancia commerciale nonché quello nella bilancia dei pagamenti, che il governo potrebbe essere costretto a reimporre un blocco totale dei redditi, e che non si può escludere neppure un inasprimento della tassazione. Un fatto è certo, lo si sa da varie fonti. Le riduzioni di corrente ai privati potrebbero arrivare fino a nove ore al giorno, due giorni la settimana. Oggi, è caduta la prima neve. L'inverno pareva essersi dimenticato dell'Inghilterra, mai era stato tanto mite: ma oggi ha d'improvviso mostrato i denti, e morde adesso con bufere e gelide temperature. I minatori non potevano trovare alleato migliore. Mario Ciriello ti, che non aderiscono llìo sciopero. I pochi autocarri che ancora si avventurano lungo le strade, sempre e soltanto di giorno, viaggiano in carovane scortate dalla polizia. Da quattro giorni, in un albergo di Washington, è in corso un vertice fra il governo, le autorità locali e i rappresentanti degli autotrasportatori indipendenti per cercare un compromesso, finora senza successo. E' intervenuto personalmente anche Nixon, che ha ricevuto il leader del sindacato, e ha deciso con effetto immediato il congelamento del prezzo del carburante diesel, senza smuovere tuttavia gli scioperanti. Non ci fidiamo delle promesse e delle misure parziali» dicono i camionisti «non, almeno, di questo governo». Le ragioni dell'agitazione, che sta portando alla paralisi soprattutto i grandi agglomerati urbani della Costa Atlantica, sono principalmente tre: l'aumento di prezzo del carburante, la sua scarsità, il limite di velocità a 85 km l'ora imposto su tutte le autostrade americane. L'effetto congiunto di questi tre fattori, dicono gli scioperanti, provoca enormi aumenti dei costi (il limite di velocità allunga i viaggi, dunque riduce il numero delle possibili consegne) e già migliaia di «padroncini», cioè di autotrasportatori indipendenti ha dovuto dichiarare fallimento. Validi motivi di inquietudine, ma il governo è preso tra due fuochi: se accontenta i camionisti e accorda loro il permesso di aumentare le tariffe per recuperare le spese, accresce le tensioni inflazionistiche già fortissime. Se resi¬ ste, porta il Paese ad una sicura semi-paralisi, poiché il trasporto stradale è la spina dorsale dei rifornimenti in Usa. In Pennsylvania, Ohio, Indiana, Massachusetts, decine di camionisti in servizio sono stati bloccati, spinti fuori strada, colpiti con pietre, sbarre di ferro, pallottole da altri conducenti di camion. La notte scorsa, un commando ha addirittura minato un ponte sulla più importante autostrada d'America, la «New Jersey Turnpike», per fortuna maldestramente, e l'esplosione l'ha danneggiato solo in superficie senza intaccarne la struttura. Su numerose «interstatali» le maggiori vie di comunicazione, guidatori segnalano di essere bersaglio di misteriose automobili da cui partono colpi di fucile. V. z.

Persone citate: Anthony Barber, Edward Heath, Gormley, Harold Wilson, Nixon, Ronald Mclntosh