La Lazio vince (1 a 0) ma perde Re Cecconi

La Lazio vince (1 a 0) ma perde Re Cecconi Battuto il Palermo su autorete La Lazio vince (1 a 0) ma perde Re Cecconi Infrazione al malleolo: dovrà restare in assoluto riposo per un mese (Dal nostro inviato speciale) Roma, 6 febbraio. La Lazio ha vinto con il Palermo, ma ha perso Re Cecconi per un grave infortunio. E' stato uno scontro casuale, ma con conseguenze molto serie. Era l'88' ed attaccavano i siciliani con buon ritmo ma con scarse idee. Volevano il pareggio, che avrebbero largamente meritato. I laziali erano raccolti a difesa della loro area di rigore, dove gli ospiti arrivavano sfiancati da una manovra troppo elaborata. Re Cecconi a tre quarti campo (dalla parte laziale, naturalmente) contrastava a Barlassina un pallone Innocuo. Lo scontro era rude ma non cattivo. Re Cecconi, forse affaticato, cadeva e su di lui piombava il suo avversario. Re Cecconi rimaneva a terra torcendosi dal dolore. Accorrevano medico e massaggiatore. L'infortunio appariva abbastanza grave già al primo esame. L'arbitro sorreggeva II giocatore mentre usciva dal campo. Re Cecconi rimaneva in panchina e raggiungeva gli spogliatoi a gara finita, sorretto dal dott. Ziaco. La prima diagnosi è stata di contusione al piede sinistro e conseguente grave distorsione della caviglia, la stessa che aveva costretto al riposo il forte centrocampista per circa un mese. Il medico, preoccupato, ha disposto per un immediato esame radiografico, Il cui esito è stato piuttosto serio: infrazione al malleolo peronale, 10 stesso dott. Ziaco ha provveduto ad immobilizzare l'arto con uno ■ stivaletto ■ di gesso. La prognosi parla di 20-30 giorni di assoluto riposo. Il grave Incidente hi; cancellato la soddisfazione per il successo in Coppa Italia con il Palermo, una vittoria sudata, e propiziata da un disgraziato autogol di Vigano e da almeno due clamorosi errori di Ballabio prima e di Barlassina poi, I quali da buonissima posizione sbagliavano il tocco finale per 11 più che meritato pareggio. Il trainer della Roma, Liedholm, seduto con noi in tribuna stampa, cosi commentava la gara: « Non ho visto II ritmo am- mirato nella gara con il Bologna. Questo è un momento in cut va tutto bene alla Lazio ». il giudizio era stato espresso prima dell'infortunio di Re Cecconi, ed era un giudizio condiviso da molti, perché il successo laziale portava II segno della casualità. A spiegarlo serve più di ogni parola il racconto della partita. Pioveva e l'« Olimpico • era semideserto: meno di quattromila spettatori. La Lazio presentava una formazione inedita, con molti rincalzi (Meriggi, Facco, Polentes, Inselvini, Franzoni e Manservisi). Anche il Palermo era incompleto (senza Vanello, Pasetti e Magistrelli). La Lazio non insisteva molto all'attacco nonostante la grande voglia di Chinaglia ed ì continui rifornimenti di Re Cecconi, sceso In campo per collaudare le sue condizioni dopo la lunga Inattività. L'iniziativa era del Palermo, che al 5' sfiorava il gol con Barlassina: Morlggi era pronto a deviare in calcio d'an¬ golo. Al primo attacco la Lazio passava: avanzava Re Cecconi, che serviva Inselvini. Il tiro del laziale era respinto da Girardi; interveniva Vigano, che inspiegabilmente mandava in rete (14'). La Lazio aveva raggiunto il massimo obiettivo con il minimo sforzo. Riattaccavano i siciliani ed al 26' Arcoleo serviva con un passaggio filtrante Ballabio. Il centravanti piombava di slancio sulla palla, ma falliva la porta da tre-quattro metri appena. Nella ripresa Petrelli prendeva il posto di Oddi, ma la situazione non mutava. Si infortunava Cerantola e veniva sostituito da Buttini (50'), poi Viciani tentava la carta Barbana mandando negli spogliatoi Ballabio. La Lazio non rischiava e gli ospiti tentavano attacchi in serie, trovando Moriggi sempre pronto a dire di « no ». La grande occasione capitava alI'84' a Barlassina, ma l'attaccante a due passi dalla porta toccava appena a rete permettendo a Moriggi di parare. Poi l'infortunio a Re Cecconi e la fine. La Lazio non ha spinto l'acceleratore, evidentemente preoccupata della trasferta di Genova contro la Samp. Ogni giudizio sulla squadra di Maestrelli pertanto è impossibile. Il Palermo ha mille ragioni per recriminare: i due gol banalmente falliti, dieci calci d'angolo contro due, un gioco più spumeggiante anche se basato sul « passaggi corti » non sempre utili nell'economia di una partita. La squadra siciliana comunque è una bella realtà. Manca di peso, ma place ed ottiene consensi. Giulio Accatino Lazio: Moriggi; Facco, Polentes; Wilson, Oddi (Petrelli dal 46'), Inselvini; Franzoni, Re Cecconi, Chinaglia, Nanni (D'Amico dal 65'), Manservisi. Palermo: Girardi; Cerantola (Buttini dal 50'), Vigano; Arcoleo, Pighln, Vullo; Favalli, Barlassina, Ballabio (dal 54' Barbana), Pepe, La Rosa. Arbitro: Reggiani. Rete: autogol di Vigano al 14'. Re Cecconi è sfortunato