Vortice di colore e spazi siderali

Vortice di colore e spazi siderali NELLE GALLERIE TORINESI Vortice di colore e spazi siderali Colzi e Agosti - Pastelli dì Chappel - Aldo Pogliani - Tavolette e reperti Un'acuta sensibilità per I problemi dello spazio e della luce si nota nelle strutture che il toscano Mario Colzl (nato a Lucca nel 1927, ma residente a Viareggio) espone alla ■ Triade > in via Cavour, 8. Sono conglomerati di sferoidi, cerchi concentrici e spirali che costringono l'occhio a percorrere vortici di colore, a perdersi in uno spazio magico che pulsa e muta. Certamente Colzi è attento a tutto ciò che accade attualmente nel campo delle arti figurative, eppure la sua ricerca, cosi vicina all'optical-art, sembra piuttosto avere tenuto conto di certi aspetti del secondo futurismo. Ma questo soltanto per la carica dinamica e la tensione che contraddistinguono le sue composizioni monocromatiche che vivono tuttavia esclusivamente per il colore (occorrerebbe la pazienza di un certosino per elencare i toni di grigio di • Struttura in espansione » o quelli della grande composizione in rosso) e per il rigore del disegno, che non si bloccano mai in uno sterile gioco decorativo, ma riescono ad animarsi a diventare presenze vive pervase di mistero e di poesia. Nella pace della collina di Chierl, Il piacentino Sergio Agosti (che risiede a Torino ormai da 13 anni), sembra avere spiccato il volo verso un mondo sconosciuto. Un pianeta colmo di mistero che, visto dall'alto, mostra levigati deserti bianchi, sterminate pianure che si sfrangiano gradualmente per perdersi nel fondo di un abisso. Un mondo dello spirito forse, dove si possono individuare le incrinature, le angosce, ma dove regna soprattutto un mistico silenzio che sembra spingersi al di là del tempo e dello spazio. Non è difficile scorgere in questi lavori, sorretti da un acuto senso della composizione e da una rilevante sensibilità materica, le lezioni di Fontana e di Burri che però Agosti ha saputo assimilare in modo personalissimo. E anche se in certi lavori il discorso, quasi sempre limpido e essenziale, si appesantisce di un simbolismo sin troppo evidente, non mancano di interesse. Espone alla « Mela verde -, via Des Ambrois, 1. Alla galleria ■ Mercantini • (nella via omonima al n. 4) mostra dei pastelli di Edouard Chappel (nato ad Anversa nel 1859 e morto a Cannes nel 1944) di cui avemmo già occasione di vedere una bella serie di dipinti ad olio esposti alla « Plrra > all'Inizio d! stagione. Paesaggista dotato di un grande senso del colore e di una insolita capacità di « Imprigionare » la luce, Chappel dimostra di essere padronissimo anche di questa tecnica che non ha certamente la potenza materica dell'olio, ma una soavità e una morbidezza che, se non ben sorvegliate, rischiano di cadere nel lezioso. Ma Chappel non corre questo pericolo anzi, in certi paesaggi, sfiorati dalla luce riesce, a dare al dipinto un vigore difficilmente raggiungibile anche con altre tecniche e a rendere perfettamente quella poesia, intrisa di un'ala di romanticismo, che contraddistingue tutta la sua opera. Il pittore milanese Aldo Pogliani espone alla galleria di via dei Mille 22 una quarantina di opere in cui l'elemento naturale viene scomposto in forme tondeggianti nelle quali si può intuire, a volte, la forma di un fiore o di una foglia. Dino Vellani, presentandolo, sostiene che questo artista, giunto alla pittura quasi per ca¬ so, dimostra di essere uno dei pochi autodidatti arrivati ad esprimersi con franchezza. C'è infatti in queste composizioni che si ripetono quasi ossessivamente, una spigliatezza (a volte eccessiva e incontrollata), una foga di creare tensioni e contrasti che, soprattutto per il colore denso di umori e sempre ben accordato, non mancano di forza espressiva. Una interessante rassegna del piccolo formato — di quelle tavolette cioè in cui molti artisti, per la velocità dell'esecuzione e per la mancanza di soggezione che sempre incute la grande tela, hanno dato II meglio di sé — è stata allestita alla galleria « Plrra » (corso Cairoli, 32). La mostra comprende oltre 80 opere di quattordici artisti fra cui Annigoni, Cahours, Campagnari, Cigheri, Danieli. Emprin, Piovano, Levi Pugliese e Zolla. Fra le altre mostre segnaliamo quella della ■ Conchiglia due ■ dove espongono quattro artisti di Torino: Tino Cervo, Enzo Coluccl, Mario Corti e Francesco Pagni. Infine, per coloro che amano gli oggetti archeologici, segnaliamo la rassegna allestita alla galleria « Albertina » in via Cesare Battisti 17, dove sono esposti vasi, statuette, collane, amuleti provenienti dall'Ecuador che vanno dal 3200 a.C. al 750. Particolarmente interessanti ci sono sembrati alcuni « pensatori > (forse i saggi della tribù) raffigurati con il capo posato sul palmo della mano e gli • astronauti > cioè quelle statuette con la testa incapsulata che, secondo alcuni studiosi, rappresenterebbero esseri extraterrestri apparsi a quelle antichissime popolazioni. Augusto MSnucci

Luoghi citati: Anversa, Cannes, Lucca, Torino, Viareggio