Marnano fondi e gii ospedali non possono rinnovare attrezzature e assumere gente

Marnano fondi e gii ospedali non possono rinnovare attrezzature e assumere gente Ora si spera che le mutue saldino finalmente i debiti Marnano fondi e gii ospedali non possono rinnovare attrezzature e assumere gente L'Inam torinese (che deve 40 miliardi) conferma: "Paghiamo sulla base delle tariffe del '69 maggiorate, ma rispettiamo i tempi" - Direttori amministrativi: "Con quello che versiamo a titolo d'interesse risolveremmo molti problemi" - I sovrintendenti sanitari non sono in grado di accogliere le quotidiane richieste dei primari Crisi ospedaliera e Inadempienza delle mutue, una situazione giunta al punto di rottura? Da una parte mancano posti-letto, attrezzature moderne, si rimandano lavori di manutenzione ormai Improrogabili e assunzioni di personale, necessarie per garantire ai degenti una completa assistenza. Dall'altra, per mancanza di (ondi e lentezza burocratica, gli enti mutualistici corrispondono rimborsi Inferiori di due terzi alle rette deliberate dai consigli di amministrazione, costringendo gii ospedali a prestiti che gravano ogni anno sul loro bilanci con miliardi di Interessi passivi. «Sono somme gettate al vento, che potrebbero risolvere per noi molti problemi», hanno commentato presidenti e direttori amministrativi. Come giustificano le mutue gli oltre 67 miliardi di crediti che vantano nei loro confronti i soli ospedali della città? L'imputato principale è l'Inani, debitore di circa quaranta miliardi «Confermo tutto — dichiara un funzionario — per negare gli arretrati è necessario uno stanziamento da parte della direzione generale di Roma, a cui abbiamo mandato per espresso il vostro articolo di ieri. Il pagamento della differenza tra le rette dichiarate e le nostre non è stato ancora autorizzato. Posso dire che la sede di Torino non ha ritardi, e versa i rimborsi entro i termini prescritti dalia convenzione, cioè 60 giorni. Nel '70, '71 e '72 abbiamo dato acconti, mentre per lo scorso anno è stata corrisposta la vecchia ta¬ riffa in attesa che nuovi acconti vengano autorizzati. Certo che ci vogliono i fondi...». La comunicazione viene volutamente sospesa e non si capisce che cosa il funzionario volesse dire. In caso di autorizzazione l'Inam di Torino potrebbe disporre dei capitali sufficienti per pagare i debiti? le Molinette «Al Nord siamo privilegiati — dice il direttore amministrativo dell'Amedeo di Savoia, dottor Furino — perché, essendo maggiori i contributi versati, le direzioni centrali degli enti mutualistici destinano qui buona parte dei fondin. Ma nonostante questo trattamento di favore la situazione è disastrosa. Quali sono le conseguenze sulla vita degli ospedali? Il segretario amministrativo delle Molinette, dottor Ingrao: «Siamo assillati da imprenditori e fornitori, pur limitando le spese a generi di prima necessità: alimentari, medicinali e lavori di manutenzione. Questi ultimi solo in casi d'estrema urgenza, perché non crolli l'edificio. I reparti non rispondono più alle esigenze odierne di sicurezza, e lo sanno i primari da cui riceviamo continue richieste. Ma come si fa ad esaudirle quando le entrate sono meno di un terzo di quanto previsto nel bilancio? All'Astanteria Martini si doveva costruire una divisione per l'emodialisi, con i "tagli" sulle spese ne verrà fuori un centro. Del resto le rette deliberate di anno in anno non lasciano certo margini, è dimostrato dalle varie incidenze: 63,66 per cento il personale, 11,29 di medicinali e 6,11 di merci varie, 2,87 la manutenzione ordinaria, 2,07 energetici e utenze e altre minuzie». Condivide queste affermazioni 11 professor Neri, direttore sanitario del Maurizlano: «Una volta i fornitori venivano a cercarci, ora li imploriamo. E ci rispondono che non hanno il minimo interesse a fare offerte a clienti come noi. Si cerca di contenere la retta, e il taglio ha ripercussioni su tutta la vita dell'ospedale. Bisogna fare scelte prioritarie, così diminuiscono le percentuali di spese per rinnovo di apparecchi costosi, ammodernamento impianti, arredi e opere murarie; dove sarebbero necessari due infermieri per assistere un degente operato ne manteniamo uno solo e preghiamo i parenti di supplire a queste carenze. Le richieste di materiale, l'anno scorso, non sono state soddisfatte neppure per metà. Si rinuncia così ad attrezzi moderni: con un ago "atraumatico" il chirurgo opera meglio, ma anche il malato ne riceve beneficio. Però costano troppo ». Maria Vittoria Al Maria Vittoria il fascicolo con le richieste da tutte le divisioni è molto voluminoso. «Ammontano a centinaia di milioni — dice il direttore sanitario, dottor Naccari — e spesso si ripetono per anni con uguale fortuna. In chirurgia plastica chiedono un letto operatorio dal '71, quello che hanno è rotto e non regge; per la terza volta, dalla divisione neonatale, chiedono un respiratore Bourns e un lettino di rianimazione, un umidificatore, un'incubatrice. Dovremmo ristrutturare anatomia scantinato, ma le richieste sono di patologica e il reparto rianimazione, che ha solo due letti in uno oltre cento milioni. Altri fondi potrebbero consentirci un servizio ambulanze ». Bastano queste dichiarazioni del dott. Naccari per renderci conto della gravità in cui si dibatte l'amministrazione del Maria Vittoria. Come si fa? Sulla risposta non ha dubbi 11 direttore amministrativo, ragionier Enria: «Riscuotendo i crediti tempestivamente potremmo destinare a queste spese i 360 milioni annui che paghiamo d'interessi passivi». Leggermente migliore la situazione al Centro traumatologico, in pareggio con l'Inali che paga i suol ex dipendenti in acconto rette Dice il presidente, avvocato Pimlanl: «Abbiamo contenuto i prestiti assegnando all'amministrazione la metà del personale necessario», e lo conferma il direttore sanitario, professor Bruno: «Finora i tagli sul bilancio hanno avuto più che altro lo scopo di non aggravare la retta. Certo, se continua così, ci troveremo presto nelle condizioni degli altri ospedali». A meno che le mutue, su invito del ministro della Sanità, non spalanchino finalmente forzieri che ci si augura siano ben forniti. Roberto Reale

Persone citate: Amedeo Di Savoia, Enria, Furino, Inam, Ingrao

Luoghi citati: Roma, Torino