Nei nastri la prova del petrolio nascosto di Franco Giliberto

Nei nastri la prova del petrolio nascosto Nei nastri la prova del petrolio nascosto (Segue dalla V pagina) diziaria per aggiotaggio e corruzione. Nello stesso periodo, il capo della polizia aveva spedito un messaggio riservato a tutti i commissariati di p. s. nei porti e nei posti di frontiera perché fosse compiuto analogo controllo sui trasporti di greggio di tutte le ditte petrolifere che operano in Italia. Questa indagine mirava, in tempo di restrizioni, a una specie di censimento ufficioso delle disponibilità di prodotti petroliferi. Veniamo alle indiscrezioni. Tra le ultime, quella che vorrebbe Riccardo Garrone « scappato in Svizzera » e quella del miliardo in assegno intestato alla cameriera di un uomo politico molto noto. Il legale di Garrone fa qualche commento su entrambe queste voci. E' l'avv. Ernesto Monte verde, 75 anni, decano degli avvocati genovesi, considerato fra i più abili penalisti. Dice: « Garrone scappato in Svizzera? Suvvia, non continuiamo a tirar fuori panzane. Era con me ieri pomeriggio, questa mattina abbiamo di nuovo parlato assieme, prima che partisse per Roma, dove ha degli affari da sbrigare. Non concede interviste, ma, se vuole, gli faccia una telefonata soltanto di saluto, per sincerarsene, può farla tranquillamente ». «La storia dell'assegno da un miliardo alla cameriera l'ho letta sui giornali, soggiunge, e non saprei cosa dire. Personalmente non ci credo, se è vera si tratta di una storia paradossale. Facciamo l'ipotesi che una simile operazione fosse lecita. Chi avesse firmato quell'assegno avrebbe corso il grosso rischio di farla apparire illecita perché nessuno, credo, ha mai intestato un miliardo a una domestica. Pensiamo allora che si sia trattato (se mai ciò è avvenuto) di un atto illegittimo, di corruzione. E chi può pensare che ci sia gente tanto stupida da usare un mezzo simile, facendo squillare campanelli d'allarme in testa a tutti quelli che (anche soltanto in una banca) avessero saputo di un simile accredito a una domestica? ». L'aw. Monteverde fa un'illazione. Accertamenti dei magistrati su varie operazioni bancarie ce ne sono stati e in molti casi gl'importi erano grossi. « Non è possibile che l'indiscrezione sulla cameriera sia sorta perché esiste un assegno intestato a una società che ha per sigla un nome femminile? ». Secondo questa curiosa ipotesi, chi ha reso nota la notizia avrebbe preso, dunque un abbaglio. Esempio: l'Anita (Associazione naturisti italiani) è una sigla che corrisponde a un nome di donna. Potrebbe essere accaduto un errore d'interpretazione con un'altra sigla simile, che nulla ha che fare con le collaboratrici domestiche? Ce lo dirà l'inchiesta dei pretori, quando il ferreo riserbo di questi giorni si scioglierà. Il legale di Garrone ha una ultima considerazione da fare: «E' stato scritto che avrei avuto uno scontro con il pretore Almerighi. Si è tentato di far credere che io, maliziosamente, abbia tentato di stuzzicarlo, magari per farmi denunciare per oltraggio e poi ricusarlo. Tutto ciò è falso. Per avere uno scontro, bisogna prima incontrarsi e io Almerighi non lo vedo da dieci giorni. L'ultima volta che gli ho parlato l'ho fatto per chiedergli di mettere a disposizione dell'azienda di Garrone alcuni documenti che aveva sequestrato. Questo perché la raffineria non poteva più funzionare senza certe carte e moduli. Il pretore ha accolto la richiesta, ci ha restituito buona parte del materiale sequestrato, in fotocopia ». Sul fronte degl'inquirenti, le novità sono poche. Sansa, Almerighi e Brusco hanno quasi ultimato la trascrizione delle bobine che contengono le chiacchierate telefoniche di personaggi coinvolti nello scandalo. « Sono confessioni che scottano », si dice in pretura; « A Roma. Genova, Milano e Cagliari c'è molta gente che non dorme sonni tranquilli da quando ha saputo che la sua voce è finita nelle orecchie della magistratura ». E le previsioni su ciò che potrà accadere nei prossimi giorni? « I pretori concluderanno il loro lavoro, passeranno gli atti alla procura della Repubblica di Genova poiché i reati di cui si occupano esulano dalla loro competenza. A questo punto ci sarà un braccio di ferro. A Genova si insisterà parecchio per non giungere a una unificazione del procedimento con quello romano. A Roma accadrà altrettanto, ma forse con minore determinazione ». Franco Giliberto

Persone citate: Almerighi, Ernesto Monte, Garrone, Riccardo Garrone, Sansa