Accusati di cospirazione politica per abbattere l'ordine dello Stato

Accusati di cospirazione politica per abbattere l'ordine dello Stato Processo a 4 giovani: organizzavano bande armate? Accusati di cospirazione politica per abbattere l'ordine dello Stato Nel rinviarli a giudizio il magistrato traccia la storia del Fari, movimento d'ispirazione cinese - Le mappe con gli obbiettivi da colpire: Fiat, centrali, caserme - 'Tutta teoria" Imputati di « cospirazione po- 1 litica mediante accordo », compariranno 11 20 marzo davanti alla corte d'assise quattro giovani 1 cui nomi, due anni fa, furono al centro di clamorose Inchieste, condotte soprattutto a Milano e a Torino, sulle Brigate Rosse e sul loro presunti rapporti con tragici episodi, come la morte dell'editore Feltrinelli. Le Inchieste politiche della magistratura, incominciano spesso con grandi fiammate per concludersi, quando si concludono, in esili lumicini. Quelle milanesi, ad esemplo, sono tuttora in alto mare. La magistratura torinese, un poco più sollecita, ha terminato da un pezzo l'Inchiesta sulle presunte cospirazioni politiche di quegli anni caldi riuscendo a metter le mani su un'«organlzzazlone rivoluzionaria» e su quattro del suoi principali esponenti. Sono Alfonso Socci, 37 anni, di Roma; Michele Castlello, 28 anni; Giacomo Giuseppe Candrllll. 24 anni; Mauro Tuninetti, 25 anni, tutti e tre di Torino. Bisogna premettere che il pubblico ministero Pochetttno e 11 giudice Istruttore Violante hanno escluso qualsiasi connessione di questo gruppo con altri analoghi scoperti a Milano (mentre, In un primo momento, si era pensato ad un'unica, vasta organizzazione) e anche col fantomatico movimento delle «Brigate Rosse» che In questi ultimi mesi ha fatto nuovamente parlare di sé con 1 sequestri di persona a scopo politico. Candrllll, Castlello, Soccl e Tuninetti sono accusati di essersi associati tra loro e con altre persone non identificate, per organizzare un'associazione che avrebbe dovuto «sovvertire violentemente gli ordinamenti economici e socia li costituiti nello Stato». Il programma di questa associazione, detta Fari (fronte antifascista rivoluzionario italiano) è contenuto In due lettere inviate dal Soccl (Ideologo e promotore del movimento) al Castlello, in risposta ad una lettera speditagli da un certo Angelo che, secondo il giudice istruttore, dovrebbe identificarsi col Tuninetti. Il Fari si propone, sul modello della Repubblica popolare cinese «al termine dt un ciclo dt lotte elle dovrà culminare con la distruzione dello Stato borghese, la realizzazione dt un nuovo sistema politico sociale, attraverso l'abolìztone della proprietà privata, la distruzione del sistema scolastico borghese, l'ellmlnazlone di ogni forma dt sfruttamento e dt parassitismo» e così via. Prevede Inoltre di costituire «un esercito popolare dt soldatt lavoratori, tribunali popolari, scuole rtvoluztonarie gratuite, case di rieducazione per delinquenti comuni». In un'altra lettera del Soccl si legge: «Slamo fermamente convinti che la crisi del sistema borghese verrà portata a fasi veramente acute, soltanto Iniziando un processo rivoluzionario sul plano della lotta armata». E 11 giudice istruttore osserva: «Non sembra dubbio che le finalità del Fari erano Intese a sovvertire, mediante la lotta armata per bande, gli ordinamenti economici e sodali dello Stato». Il programma dell'associazione prevedeva tra l'altro la formazione di diversi gruppi che avrebbero dovuto operare a Torino, Milano, Roma e in altre città del Sud. Il giudice Istruttore esamina poi 11 materiale sequestrato al Soccl (tre piantine, disegnate a mano, della zona Miraflori dove è indicata anche la Fiat), e spiega che, secondo gli Imputati, «quel materiale doveva servire per fare una ricerca geo-polttlca delle centrali del potere repressivo». «Appare tuttavia strano — si legge nella sentenza di rinvio a giudizio — che nella prima cartina sta segnata con un punto rosso la centrale elettrica sul Sangone, nonché la pila atomica, la centrale elettrica e il deposito combusttbtll della Fiat». Secondo 11 Soccl, l'organizzazione doveva presentarsi come erede delle tradizioni della lotta partigiana armata, in caso si fosse verificato un colpo di Stato fascista. «Ma numerosi dati — osserva 11 dottor Violante — fanno invece ritenere che il plano fosse semplicemente terroristico e provocatorio. Infatti nel programma Fari si legge che condizione oggettiva per l'Inizio "del processo rivoluzionarlo è che la situazione del Paese deve presentare le caratteristiche dt una grave crisi economica (come nel '63) o politica (come nel passato recente)"». E ancora: «Quando nel '63 esistevano serte condizioni oggettive per aprire un processo rivoluzionarlo non c'era una qualche organizzazione pollttco-mtlttare In grado dt impegnarsi. Nel mesi caldi dell'autunno scorso (cioè nel '69, n.ci.r.), pur non sussistendo delle condizioni paragonabili a quelle del '63, esistevano possibilità almeno dt tentare, con alcune particolari azioni dt sondaggio (magari anche clamorose) la "capacità di ricezione", da parte delle masse popolari, dt un vero e proprio inizio rivoluzionario coordinato su larga scala». Il Castiello, secando il giudice istruttore, era il capo del gruppo torinese, 1 cui componenti erano Candrllll e Tuninetti, ed altri. Ma nel settembre '70 11 Fari si scioglie: «Messa di fronte alla responsabilità dell'azione — scrive il Soccl — la maggior parte del compagni Inclina alla tergiversazione e alla tattica opportunistica. Inoltre una notevole parte dt esst, obbedendo alla dinamica di quel processi di aggregazione e disgregazione che paiono dominare il quadro della sinistra extraparlamentare, sembrano favorevoli allo scioglimento del Fari e alla migrazione verso l'organizzazione del Manifesto che, pur Ispirandosi al marxismo-leninismo, gioca un ruolo sostanzialmente moderato». Come si difendono gli imputati? Da un lato c'è la tesi della manifestazione di pensiero, che non si è mai concretata in azioni, e che tale non costituisce reato; dall'altro gli accusati invocano l'articolo 308 codice penale che dice: «Non sono punibili coloro t quali, prima che sia commesso II delitto per cut l'accordo è Intervenuto, sciolgono l'associazione». In realtà, tutti e quattro gli imputati sostengono di essersi disinteressati del Fari fin dal '70, quando fu sciolto. Ma 11 giudice istruttore non è dello stesso parere: «Non ci sono agli atti prove, lettere o documenti — scrive nella sentenza — che dimostrino la decisione degli Imputati di sciogliere l'accordo preso. Inoltre, ti materiale topografico trovato in casa di Castlello e Soccl, relativo al Fari, può significare l'Intenzione dt proseguire In quel programma dt rivoluzione che si erano prefissi». Sarà la corte d'assise a decidere se l'organizzazione politico-millta re di Socci e del suol amici era un'astratta formulazione di teorie marxiste oppure un vero e proprio programma rivoluzionarlo che avrebbe potuto realizzarsi da un momento all'altro. 1 Gli accusati: il barbiere Michele Castiello, Giacomo Candrilli e Mauro Tuninetti

Luoghi citati: Milano, Roma, Torino