Sono 76 gli accusati per l'anonima usurai

Sono 76 gli accusati per l'anonima usurai Lo scandalo in Emilia-Romagna Sono 76 gli accusati per l'anonima usurai Coinvolti industriali, commercianti e albergatori (Dal nostro corrispondente) Bologna, 4 febbraio. (ff. n.) Sono settantasei le persone sotto inchiesta giudiziaria per lo scandalo dellla «Anonima usurai». L'istruttoria formale è affidata al consigliere istruttore presso il Tribunale di Bologna, dott. Angelo Velia. Il magistrato dovrà esaminare nel voluminoso fascicolo l'intricato carteggio e vagliare l'esatta posizione dei singoli imputati e prendendo in esame un arco di tempo compreso tra il 1969 e il 1973 accertare tutte le presunte responsabilità personali e collettive. I nomi degli accusati sono noti negli ambienti dell'ippica, dell'industria e del commercio. Sei sono già detenuti e cioè il commerciante d'auto e apprezzato driver, titolare della scuderia « Viscardo auto », Viscardo Giuliani, Aldo Farace, Giuseppe Franceschi, Angelo Granata, Antonio Mastropaolo e l'operatore turistico, conosciuto per essere interessato a grossi alberghi che si trovano nella zona di Montesilvano nei pressi di Pescara, Giorgio Gallini. Dovranno rispondere di associazione per delinquere, a scopo di usura: Carlo Brasina (commerciante d'auto) residente a Bologna; Emilio Bussolari, bolognese, indu¬ striale noto nel mondo dell'ippica; gli arrestati Aldo Farace, Giuseppe Franceschi, Viscardo Giuliano e Giorgio Gallini, sempre di Bologna, e Giovanni Campanini detto « Remo », residente a Cento di Ferrara. Secondo il capo d'imputazione Bussolari, Brasina, Campanini e Giuliani sarebbero stati i presunti finanziatori della cosiddetta « Anonima usurai », mentre Farace, Franceschi e Gallini sarebbero stati gli intermediari a diretto contatto con le vittime. Di associazione per delinquere, a scopo di truffa, sono accusati Giorgio Gallini, Aldo Farace, Giuseppe Franceschi e Italo Folegatti di Cornacchie (Ferrara), Vittorio Naldi di Minerbio (Bologna), Ettore Mantellini di Zola Predosa (Bologna), Angelo Granata e Antonio Mastropaolo, entrambi di Bologna e reclusi nel carcere giudiziario di San Giovanni in Monte, Gianfranco Collina di Bologna e Ulisse Locatelli-Ducci, residente a S. Arcangelo di Romagna. Di reati minori e quasi sempre per aver emesso o accettato assegni postdatati o assegni a vuoto, sono infine accusate altre persone che mancano all'elenco, fino a raggiungere il numero complessivo dei 76 imputati.