I prezzi petroliferi nei Paesi della Cee

I prezzi petroliferi nei Paesi della Cee Gli effetti dell'aumento I prezzi petroliferi nei Paesi della Cee Dall'inizio della crisi il costo del greggio è cresciuto del 180 per cento - Lo sviluppo delle economie comunitarie per quest'anno (Dal nostro corrispondente) Bruxelles, 1 febbraio. L'Europa nel '74 diverrà meno ricca del previsto, a causa del vertiginoso aumento del prezzo del petrolio. Questa, in sostanza, è la conclusione che si può trarre dalle cifre ufficiali della Comunità economica europea, rese pubbliche oggi, sugli effetti dell'aumento del prezzo del greggio sulle economie dei nove Paesi associati. Dall'inizio della crisi — scaturita dalla guerra del Kippur — il costo del greggio è aumentato nei Paesi europei del 180 per cento. A parte le difficoltà dell'approvvigionamento che ora sembrano in gran parte risolte, questa impennata del prezzo avrà come effetto di rallentare l'espansione economica dei Paesi comunitari. La Commissione europea prevede uno sviluppo medio delle economie comunitarie del 2 per cento nei prossimi dodici mesi. Questo tasso di sviluppo non sarà uguale per tutti i Paesi né per i vari settori delle economie. Non è la crisi, ma confrontato con il previsto tasso di espansione del 4 per cento, l'Europa dei Nove dovrà affrontare alcune difficoltà. Gli effetti sulla occupazione dovrebbero essere, tuttavia, limitati. Un calcolo basato sulle ore lavorative per operaio, indica che i lavoratori della Cee saranno meno occupati nel 1974, rispetto all'anno precedente, dello 0,7 per cento. La disoccupazione non dovrebbe quindi aumentare ma gli orari di lavoro saranno leggermente ridotti, in media, in tutta la Comunità. Solo due mesi fa, le prospettive, basate sulla scarsità del petrolio, erano assai più nere. L'aumento del prezzo del greggio modifica i «terms of trade» (ovvero i rapporti e le condizioni degli scambi) tra i Paesi produttori di petrolio e i Paesi consumatori. Gli effetti saranno evidenti sulle bilance dei pagamenti dei Paesi europei e sulla crescita delle riserve dei Paesi petroliferi. Nel 1974, la bilancia globale dei pagamenti dei Paesi della Cee avrà un passivo di 17-18 miliardi di dollari. Questa è una conseguenza assai grave che compromette non solo lo sviluppo delle economie e i consumi, ma anche i progressi nella cooperazione monetaria in seno alla Comunità e a livello internazionale, come dimostra il recente sganciamento del franco dal sistema di cambi europeo. Per riequilibrare le bilance dei pagamenti, i Paesi della Cee dovrebbero ridurre le importazioni dai Paesi terzi del 10 per cento, un taglio abbastanza vistoso. Il passivo delle bilance dei pagamenti dell'Europa dei Nove sarà pari all'I per cento del suo prodotto nazionale lordo. Cresceranno invece smisuratamente gli introiti dei Paesi produttori di petrolio. Nel 1974 si calcola che essi riceveranno 60 miliardi di dollari in più del previsto, una cifra colossale che pone problemi monetari. Un altro effetto fortemente negativo dell'aumento del prezzo del greggio sarà quello inflazionistico. La Cee prevede che quest'anno il tasso di inflazione medio nella Comunità sarà del 9,5 per cento. Alcuni osservatori esterni ere dono che anche questa stima, per alcuni Paesi ove già le tensioni inflazionistiche sono forti, sia ottimistica. In misura diversa, questi problemi sono comuni a tutti i Paesi industrializzati (e ancora peggiori per quelli in via di sviluppo). La Cee guarda dunque alla conferenza sull'energia che si terrà a Washing ton VII febbraio con la spe ranza che essa fornisca qualche indicazione utile per risolverli. Il 4 febbraio, i ministri degli Esteri dei Paesi della Comunità si riuniranno a Bruxelles per elaborare una politica comune per la conferenza di Washington. Renato Proni non si è trovato l'accordo è quello della competenza dello Stato a dare esecuzione agli obblighi da esso assunti in sede comunitaria. Della grave situazione agricolo-alimentare si è occupato oggi il comitato direttivo della Confagricoltura, riunitosi stamane a palazzo Della Valle sotto la presidenza di Alfredo Diana. Rilevati, in campo mondiale, i preoccupanti fenomeni della lievitazione dei prezzi, della rarefazione dell'offerta e della generale penuria di alimenti, la confederazione ha espresso «viva apprensione». La Confagricoltura ha auspicato che il nostro Paese, respinta questa impostazione della commissione, si adoperi in sede comunitaria perché venga scongiurato il pericolo che grava in particolare sull'agricoltura meridionale e al tempo stesso provveda, tanto in sede nazionale quanto comunitaria, all'adozione di «immediate, urgenti e improcrastinabili» misure per tonificare il mercato bovino e per rilanciare ogni attività.

Persone citate: Alfredo Diana, Della Valle, Renato Proni

Luoghi citati: Bruxelles, Europa, Washington