Cipe: sorgerà in Sicilia rimpianto per l'etilene

Cipe: sorgerà in Sicilia rimpianto per l'etilene Investimenti nel Sud per 1122 miliardi Cipe: sorgerà in Sicilia rimpianto per l'etilene Lo stabilimento sarà realizzato in società dalle quattro maggiori imprese chimiche italiane - L'etilene è la materia-base per la chimica - Nuovi compiti alla Gepi (Nostro servizio particolare) Roma, 1 febbraio. Una telefonata anonima di allarme e una lettera preoccupata della Montedison hanno costituito stamane il prologo della riunione del Comitato interministeriale della programmazione economica (Cipe). La telefonata avvertiva dell'esistenza d'una bomba al ministero del Tesoro (nel quale si trovano anche gli uffici del Bilancio e della Programmazione): la bomba non c'era, ma la sua ricerca ha provocato un'ora di ritardo nella riunione durante la quale poi il Cipe ha approvato — a qualche anno dall'inizio dell'istruttoria — la misura dei contributi statali in relazione a 1122 miliardi d'investimenti chimici nel Sud. La misura è quella minima prevista per legge. E' stata una vicenda lunga e combattuta. Uno dei suol punti-cardine è costituito dallo scontro per l'impianto, che infine adesso si farà in Sicilia, per aumentare d'un terzo la produzione italiana di etilene, materia di base per successive lavorazioni chimiche. Tutte le imprese di settore in Italia si contendevano l'im pianto, tutte ne volevano uno per sé, ovviamente con forti sovvenzioni pubbliche. L'impianto, invece, sarà fatto in società dalle quattro maggiori imprese chimiche italiane. Se entro 90 giorni l'apposita società non fosse costituita, la programmazione «passerà la licenza» a imprese di sua scelta, in modo che i lavori inizino e non si corra il rischio di passare, in tre anni, da un eccesso di previsione a un'insufficienza di etilene. La lettera della Montedison, indirizzata a Giolitti e che questi ha fatto avere a Danat-Cattin, contiene nuove critiche al progetto di legge per modificare le caratteristiche degli interventi statali a favore dell'industrializzazione del Mezzogiorno. Lo schema del disegno di legge è ormai pronto per l'approvazione in Consiglio dei ministri, ma contro di esso ancora protesta la grande impresa italiana, osservando che il provvedimento costringerà questa società a venir meno a impegni assunti coi sindacati per ristrutturare certi suoi impianti del Nord. Donat-Cattìn ha poi dichiarato ai giornalisti che le imprese debbono essere trattate dallo Stato tutte allo stesso modo: altre imprese hanno effettuato ristrutturazioni al Nord senza finanziamenti pubblici. Questi possono essere dati, in quelle regioni, solo allorquando un intero settore industriale sia in crisi: non quando la crisi riguardi solo una società in un settore nel quale altre imprese concorrenziali non patiscano. Il Cipe, con un ritmo assai veloce, data l'importanza dei temi in discussione (ma il loro approfondimento era stato per la verità lunghissimo), ha anche preso un'altra importante decisione. Ascoltata l'apposita relazione chiesta al ministro delle Partecipazioni statali, Gullotti, ha deciso che la Gepi, anche ricorrendo al mercato finanziario, potrà concedere prefinanziamenti o potrà compartecipare a finanziamenti per far sorgere al Sud stabilimenti trasferiti dal Nord per ristrutturazione o per ampliamento. La Gepi, in tal modo, svolgerà un'opera che sarà poi affidata alla «Finanziaria Meridionale». La «Finanziaria» per il Sud, prevista dalla legge di riforma approvata due anni fa dal governo Colombo, sarà formata con la partecipazione della «Cassa per il Mezzogiorno» anche questo è stato infine deciso oggi, dopo l'approvazione del Tesoro e della Banca d'Italia, e la Confindustria ha espresso immediato plauso. La «Finanziaria» diventerà operativa entro quest'anno. Donat-Cafctin assicura che ne dovrebbe essere presidente Roberto Olivetti, attuale vicepresidente dell'omonima società. Essa avrà funzione importante per l'industrializzazione del Sud. Intanto Donat-Cattin farà aprire un ufficio della Svimez (Sviluppo industriale del Mezzogiorno) in Germania, con l'appoggio delle locali Ca¬ mere di commercio, per un'opera di «richiamo» delle imprese tedesche verso il nostro Mezzogiorno. Al termine della riunione d'oggi il ministro dei Lavori pubblici Laurìcella ha detto che la prossima settimana si terrà, sotto la presidenza di Giolitti, una riunione con le Regioni per l'esame degli investimenti in questo settore. Giulio Mazzocchi L'attività produttiva Grandi Motori Trieste Trieste, 1 febbraio. (Ansa) Il concreto avvio della attività produttiva della « Grandi Motori Trieste » (Gmt), costituita su base paritetica tra l'Ini e la Fiat, e specializzata nella costruzione di grandi motori diesel per impieghi marini. Industriali e ferroviari, sono stati illustrati oggi dai dirigenti dello stabilimento, nel corso di una conferenza stampa. Hanno parlato il presidente della « Gmt » Guido Vignuzzi, l'amministratore delegato, Carlo Rossi, il direttore generale, Alberto Guglielmotti ed infine il direttore del settore progetti e ricerche, Giorgio Ciliberto. E' stato rilevato che la «Gmt » si propone a breve termine un sensibile incremento della potenza dei principali tipi di motore già in produzione e, in tempi immediatamente successivi, lo studio di motori di nuova progettazione. Si è poi ricordato che l'azienda, che ha fino ad ora assunto ordini per oltre 1.650.000 cavalli, ha prodotto nel 1972 per circa 95 mila cavalli, nel 1973 per oltre 130 mila cavalli ed è già nella condizione di produrne nel 1974 per oltre 600 mila.

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