L'«anonima usurai» forse altri in carcere

L'«anonima usurai» forse altri in carcere Scandalo in Emilia-Romagna L'«anonima usurai» forse altri in carcere Per i settanta coinvolti accuse di truffa, falso, estorsione ed associazione a delinquere (Dal nostro corrispondente) Bologna, 1 febbraio. Usura, truffa, falso, associazione per delinquere ed estorsione sono i principali capi d'accusa su cui si sta muovendo la magistratura bolognese nel definire la posizione di quanti, oltre settanta, sono coinvolti nello scandalo dell'«anonima usurai». Da Bologna, "inchiesta condotta dal consigliere istruttore, dottor Angelo Velia, sta estendendosi a varie altre città dell'Emilia e della Romagna. Si fanno ora i nomi di noti commercianti e industriali di Bologna, Modena, Ferrara, Rimini e persino di un avvocato milanese. Si parla anche, con sempre maggiore insistenza, di un «giro d'affari» per decine di miliardi. E' probabile, intanto, che vengano riunite in un solo processo le istruttorie relative a quattro procedimenti per usura, tre dei quali avrebbero analogia con quello che vede coinvolto il noto commerciante-driver bolognese Viscardo Giuliani. L'avvocato dei Giuliani, Elvio Fusaro, ha presentato un esposto all'autorità giudiziaria. Il legale la- menta di non avere ancora potuto conferire con il cliente che è in carcere dal 13 gennaio scorso. Il sostituto procuratore della Repubblica, Claudio Nunziata, ha fatto sapere di aver impedito fino ad oggi il colloquio per fini di giustizia. Sono in carcere, oltre al Giuliani, Giorgio Gallini, operatore turistico cui fanno perno notevoli interessi nella zona di Montesilvano di Pescara; Giuseppe Franceschi, Aldo Farace, Antonio Mastropaoio, tutti residenti a Bologna, e Angelo Granata, domiciliato a San Lazzaro di Savena (Bologna). Col passare dei giorni e con il procedere dell'inchiesta, ci sono molte probabilità che altre persone (e tra queste noti personaggi degli ambienti commerciali dell'Emilia-Romagna) vengano arrestate. E a mezza voce si fanno anche alcuni nomi. Si parla molto anche delle cifre per le quali queste persone sarebbero chiamate in causa: un notajjrofessionista bolognese, rivoltosi agli strozzini per saldare un debito al gioco di 800 mila lire, ha dovuto restituire diversi milioni; un noto commerciante ferrarese ha preteso tre milioni d'interessi su un prestito di 14 milioni, per un periodo di tre settimane. Il personaggio, che potrebbe assumere un ruolo di grande rilievo nella vicenda, sarebbe, a quanto si afferma, un notissimo albergatore - costruttore edile della riviera adriatica di Romagna, e più precisamente riminese. Accanto a lui un commerciante d'auto di Bologna ed un commerciante di vini di Faenza... L'elenco è lunghissimo. Comprende, oltre agii strozzini, anche molte vittime (quand'anche non vittimestrozzini, divenuti tali nel disperato tentativo di risalire la china). A Bologna, si dice, esisteva una vera e propria «centrale» degli assegni in bianco. Funzionava in modo molto semplice: gli usurai, infatti, liquidavano al firmatario dell'assegno posdatato una cifra che, di regola, non superava mai il 30 per cento dell'importo. Alla data fissata per la presentazione del titolo, il firmatario si trovava con l'acqua alla gola; per evitare la catastrofe, lasciava tutto nelle mani degli strozzini e si metteva in cerca di altri prestiti, per coprire il «buco» pauroso costituito dagli interessi richiesti. Guido Nobili