Sfilano le valchirie

Sfilano le valchirie Concluse le collezioni dell'alta moda a Parigi Sfilano le valchirie Paco Rabanne ha costretto le sue giunoniche indossatrici in curiosi scafandri di plastica - Per la prossima estate molto nudo e il reggiseno al posto della camicetta (Dal nostro inviato speciale) Parigi, 1 febbraio. Non è prerogativa del nostro tempo la stretta colleganza che esiste fra i pittori del momento e la haute couture. Quando Poiret vestiva le donne fra il 1912 e il 1930, liberandole dal busto in mollezze elegantissime e insieme aggressive, Van Dongen così le ritraeva, facendo affiorare nei loro abiti e nei loro volti qualcosa d'un'angoscia che stava per giungere. Un'osmosi a senso incrociato, la stessa che lega, tempestiva, i sarti di oggi, in revival puntuali — quanto Poiret, grazie alla mostra in corso a Parigi, abbiamo veduto nei vestiti per la prossima primavera! — o in sintonie rapide nel loro parallelismo. Così stamani, ultima immagine della haute couture parigina. Paco Rabanne ci ha fatto sfilare dinanzi una donna iper realista, che sembra uscita da un quadro di Richard Lindner, in mostra al Museo d'arte moderna. Ben piantata con le gambe lasciate libere da una corta gonnella, è un personaggio da fumetto cattivo con le supergirls, terrificanti signore d'un futuro in cui i loro comandi sarebbero peggiori di tutti quelli decisi al maschile fino ad oggi: il suo busto è incapsulato, rispettando ed enfatizzando l'anatomia, in una lorica - scafandro di rigida plastica bianca, marron, azzurra; le costole sono disegnate al naturale ma è soprattutto il seno a presentarsi dilatato in una falsa nudità da statua vivente. Aggiungetevi un copricapo da Barbarella e uscirà chiaro lo sberleffo di Rabanne alla moda per la primavera estate, interessata a rivalutare le forme femminili. Paco Rabanne è legato ad una visione che si picca di essere controcorrente. Giunga pure la stagione del flou, le gonne si allunghino, le squisitezze ed il lusso abbondino: lui è tanto se svasa la gonna quando è in maglia spugnosa e rada in completi con casacchina attillatissima ed è già una concessione straordinaria lasciare il ferro, il metallo, la plastica per intrecci che imitano anelli e catene di alluminio e latta, ma sono nel tessuto me no in auge per la prossima sta gione: il famoso jean. Naturalmente Paco Rabanne non rinuncia totalmente al metallo: alcune princesses corte e sonore al passo o a quando a quando con la gonna-culotte, sono un fine intreccio, in righe orizzontali, d'argento e plastica, di metallo brunito e argento, di oro irrigidito in maglia fitta e plastica color salmone: c'è molto nudo che occhieggia, i corpini sono infatti ridotti a brevi top a forma di cuore, triangolo, ovale, trattenuti da bretelle incrociate sulla schiena. Schiena in carne come lo sono tutte le donne di Paco Rabanne, l'unico sarto che se ne rimanga arroccato sulla Rive Gauche, con atelier in una via che ha tutto un programma nel suo nome: tue du Cherche Midi. Gli abiti in metallo pesano dai cinque ai sei chili, ci vogliono strutture elastiche e potenti per sopportarli senza rimanerne bloccate, anche se alcune carnicine - bolero, sfuggenti sul dorso, posate su amplissimi pantaloni neri, sono in maglina d'oro e d'argento e danno un'idea di lucida leggerezza. Il nudo non è del resto un'idea fissa soltanto per questo sarto contestatario e divertente. Ted Lapidus, con la sua collezione, che è un po' il regno del bianco e dell'ampiezza, nonostante i suoi mantelli arricciati e le gonne corolla, ha piccoli pulì in tricot traforato che si ferma¬ no poco più su della cintura; il reggiseno, invece della camicetta, fuoreggia da Courrèges che questa volta ha impresso le sorprese di uno strip-tease alle sue sfilate. Abiti sbottonati sugli short, sbottonati a loro volta sui costumi da bagno e fasce a velare il seno invece di magliette sulle gonnellino nei colori dei Giochi olimpici. La moda sta cambiando dunque più o meno polemicamente. Timidi tentativi per difendere i pantaloni, non solo come capo classico ma di moda, si sono avuti e con successo più che altro per la sera, come da Givenchy, da Lanvin e Balmain, seppure in un'ispirazione orientaleggiante; per il mattino Nina Ricci ha ricoperto i pantaloni di lunghi mantelli a tubo con le spalle allargate e una molle cintura alla vita e così Ungaro nella serie di completi bianchi e crema. Ma i mantelli asciutti sono in minor numero di quelli stile scamiciato, leggerissimi, larghi, arricciati sotto e sopra l'alta cintura, presentati all'insegna del cavaliere della steppa, da Ungaro e stamani, seppure con proporzioni diverse, da Paco Rabanne. Sono questi in un tessuto sintetico a trapezio, a forma di ussa gigante, stretti alla vita, informi, non costruiti volontariamente perché ne salti fuori la sua donna fra supergirl e valchiria. Lucia Sollazzo Parigi. Un modello di Louis Feraud (Foto Grazia Neri)

Luoghi citati: Givenchy, Parigi