Vacanze insidiate

Vacanze insidiate GLI INGLESI VIAGGERANNO MENO? Vacanze insidiate (Nostro servizio particolare) Londra, 1 febbraio. Una sollecitazione a guardare al futuro con ottimismo cerca di farsi strada in questa triste Inghilterra, ridotta a mal partito dal drammatico braccio di ferro tra i sindacalisti, impegnati a fondo per ottenere miglioramenti salariali ai loro iscritti, ed il governo, arroccato su posizioni di stallo per non peggiorare una posizione inflazionistica decisamente grave. Anche quest'anno, secondo una consuetudine ormai vecchia di qualche decennio, i giornali e soprattutto la televisione indipendente traboccano di pubblicità su possibili vacanze di sogno pre-crisi. I «maghi» delle vacanze hanno aperto l'offensiva sotto Natale per accaparrarsi i clienti del «Sette giorni in Grecia tutto compreso a partire da 40 sterline». Siccome però i tempi sono duri (poca elettricità, meno treni, quasi niente carbone, disoccupati, settimana lavorativa dimezzata, prezzi in continuo aumento, eccetera), sembra che le prenotazioni vadano un po' a rilento (20 per cento in meno dello stesso periodo dello scorso anno) e che l'imponente sforzo promozionale stabilito con mesi di anticipo susciti più rabbia e malinconia che entusiasmi. I primi sondaggi sulla campagna turistica in corso dicono che quest'anno molti ingle¬ si non se la sentono di impegnarsi per una spesa che, al momento di essere saldata, si potrebbe rivelare più consistente del solito, a causa dei soliti «imprevisti». Ed uno di questi sembra già assicurato: il continuo rincaro del petrolio. Ben lo sa chi in questi ultimi tempi ha dovuto viaggiare in aereo: nessuno lo ha salvato dal «supplemento carburante», anzi si dà per scontato che qualsiasi passeggero di un volo charter sia una specie di nababbo. L'associazione degli agenti di viaggio inglesi è seriamente preoccupata per il «ritardo» nelle prenotazioni che, a detta di alcuni, potrebbe risolversi in un forte calo. Meglio tuttavia non raffigurarsi li diavolo più brutto di quanto non sia, e per ora si cerca di assicurare ai possibili clienti che non ci saranno sorprese sgradevoli, anche prenotando con grande anticipo. Già alcune grosse società turistiche hanno offerto garanzie in questo senso alla clientela. Si assicura la possibilità di disdire l'impegno, senza gravi perdite finanziarie, se a un certo punto il bilancio domestico si rivela incapace di sostenerne l'onere, e di conoscere, dieci settimane prima della partenza, il costo totale reale e definitivo. Le aggiunte successive saranno a carico degli organizzatori. Costoro del resto oggi non possono contare sui voli organizza¬ ti all'ultimo momento: la carenza di carburante impone una rigida programmazione del suo consumo e per questo è necessario che le prenotazioni pervengano entro febbraio, e non in aprile o maggio, come avveniva in passato. Certo che sembra profilarsi un'annata dura per gli operatori turistici. Forse però negli ultimi anni alcuni erano diventati un po' troppo spregiudicati: attempati signori hanno avuto la disavventura di vedersi trascinati in scorribande non certo rilassanti, alla ricerca di sistemazioni improvvisate dell'ultimo momento, ricevendo l'impressione di essere trattati come polli di batteria, da alimentare, imballare e spennare. Ma la temuta flessione del turismo di massa, dei viaggi organizzati, delle escursioni al di là della Manica, finirà coll'aggiungere nuove difficoltà ai già minacciati livelli occupazionali di qui. La Gran Bretagna non sarà la sola a soffrirne, anche i Paesi destinatari ne risentiranno le conseguenze e tra questi figura l'Italia. Malgrado i risvolti negativi suscitati dal colera dell'autunno scorso, il nostro Paese resta una delle mete preferite del turismo britannico. Nel 1973 calcoli provvisori fissavano a oltre un milione il numero dei viaggiatori inglesi diretti verso la penisola italiana. „ „

Luoghi citati: Gran Bretagna, Grecia, Inghilterra, Italia, Londra