Tra i baraccati il Regno dei Cieli

Tra i baraccati il Regno dei Cieli RISPONDE GIULIETTA MASINA Tra i baraccati il Regno dei Cieli « Ha mai visto, signora Giulietta, le baracche di periferia? Con me qui (a Torino) ci sono dai giovani, ragazzi e ragazze che senza vestire nessuna divisa dividono la loro vita (in silenzio e tante volte ostacolati dalle loro famiglie ricche) con la vita degli emarginati. «Sono loro che hanno insegnato a me, che portavo l'emblema della povertà, molte cose. Certo, tante volte la tentazione di piantare tutto, di tornarmene al caldo della mia chiesa, alle sicurezze materiali e morali della mia congregazione, alle Messe, agli esercizi spirituali, ai ritiri di preghiera, è molto forte. Ma le parole del Cristo sono chiare e dure: "Non chi mi dice Signore, Signore (soltanto), entrerà nel regno di Dio" ». Chi scrive è una suora che, ricordando una mia risposta sulle monache, ne prende spunto per una testimonianza sull'apostolato laico, che trascende, nelle opere, ogni ideologia. Il riferimento a « un ateo comunista che non spera, quindi, neanche nel paradiso », ma che a fianco di suora Imelda (adesso tornata allo stato laicale) « vive la povertà dei baraccati, non la predica », mostra lo spirito che anima questa volontaria e solidale milizia: ieri, religioni e idee sociali diverse, differenti gradi di moralità, l'avrebbero divisa; oggi sono motivi di coesivo incontro. La scoperta del comune de¬ nominatore sociale presente in ogni fede pura è tra gli elementi positivi dell'attuale società. Dilaniato, sempre in via di disfarsi, il mondo moderno tuttavia svela, nel profondo, una identità di scopi rassicurante: la difesa e la protezione dell'uomo in quanto tale. Le strade da percorrersi per realizzare tale scopo ultimo sono varie, alcune antiche come è antico il cristianesimo, altre segnate adesso: ma il risultato dovrebbe (un po' di pessimismo non guasta) essere quello al quale tutti noi aspiriamo. L'errore costante è quello di imporre con la violenza il monopolio delle dottrine fideistiche di salvazione dell'uomo. Dalla lettera di Imelda, allora non nascondo che la parte più interessante è quella della eterogeneità del gruppo di lavoro al quale lei appartiere. Il fatto che le tante idee esclusive della religione e delle forze sociali, in antitesi per la formazione della civiltà presente e avvenire, trovino una piattaforma comune (non ancora al vertice, ma alla base) è già un successo. Gran parte dell'umanità non è in grado di compiere delle scelte di fondo. L'assillo è tale che le ormai logore convenzioni sulla speranza del bene sono travolte dalla comprensibilissima pretesa di vederle realizzate il più presto possibile. Alla fin fine, ammettiamolo, la scelta è un lusso a posteriori: e l'esigenza è ancora quella di sempre: Salvatemi, poi discuteremo. Giulietta Masina

Persone citate: Giulietta Masina

Luoghi citati: Torino