Società indipendenti Indagine della Saifi di Renzo Villare

Società indipendenti Indagine della Saifi Società indipendenti Indagine della Saifi Presentati a Milano i risultati d'una inchiesta su 570 imprese con fatturato da 3 a 50 miliardi Iniziativa per risolvere i problemi finanziari (Dal nostro invialo speciale) Milano, 30 gennaio. I risultati di una indagine condotta nel 1972 dalla Saifi Finanziaria su alcuni problemi delle imprese indipendenti italiane sono stati illustrati oggi dall'amministratore delegato della società Paolo Federici e dal professor Filippi, direttore dell'Istituto di finanza della scuola di amministrazione industriale di Torino. Tre domande L'analisi è stata condotta selezionando un campione composto di 570 aziende con un fatturato da 3 a 50 miliardi di lire attraverso la preparazione di questionari e interviste curate dall'istituto Claparede, di Torino. I dati raccolti riferiti a 258 aziende, cioè circa il 46 per cento di quelle interpellate (questa alta percentuale dimostra l'interesse che l'iniziativa ha suscitato), hanno dato risultati interessanti per quanto riguarda «disaffezione», «indebitamento» e «propensione verso l'esterno». Circa la «disaffezione» degli imprenditori, l'indagine non l'ha rilevata, anzi « abbiamo constatato — ha detto Federici — che le aziende si dibattevano, a volte, in certe difficoltà, che avevano, a volte, l'impossibilità di fare certe cose e che questo le metteva in una situazione difficile, ma abbiamo visto anche che nella normalità dei casi l'imprenditore era saldamente in sella e curava l'attività con impegno ed affezione». L'«indebitamento» rilevato è stato, invece, molto forte e ciò significa che le aziende avrebbero bisogno di nuovo capitale di rischio. Più della metà delle imprese ha debiti che superano il 70 per cento dell'attivo, cioè in pratica gli azionisti posseggono solo il 30 per cento dell'azienda per- che il resto è, in verità, dei creditori. La composizione di questi debiti inoltre non è buona: nel 78 per cento dei casi, oltre il 50 per cento del debito complessivo è a breve termine. Infine è stata rilevata una propensione assai vivace «verso l'esterno», cioè verso altri soci e altre aziende con le quali poter intrecciare accordi: il 54 per cento delle aziende che hanno risposto al questionario ha manifestato una propensione ad aumentare il capitale. I risultati hanno messo in luce una problematica per i medi imprenditori indipendenti che — come ha detto l'amministratore delegato della Saifi Finanziaria — è problematica di sviluppo, tecnica, finanziaria, organizzativa, innovativa, che non può quindi trovare una risposta di natura esclusivamente finanziaria. Infatti solo il 5 per cento di coloro che prevedono di modificare la base azionaria o di finanziarsi pensano di farlo attraverso lo strumento della Borsa. Dire alle aziende di quotarsi in Borsa è certamente utile ma non basta: esse esigono qualcosa di più e cioè appoggi di natura operativa, finanziaria, innovativa, organizzativa, di preparazione delle strutture per il momento in cui potranno effettivamente trarre un sicuro vantaggio dall'inserimento sul mercato mobiliare. Quotata in Borsa II quadro che si desume da questi dati è stato ritenuto tale da giustificare una nuova iniziativa, offrendo alle aziende un interlocutore capace di collaborare alla soluzione dei problemi rilevati, accompagnandole nel loro sviluppo. Per raggiungere questo obiettivo era necessario concentrare questa attività in un'altra società, assicurandole una struttura agile ma anche i mezzi sufficienti ad operare e la possibilità di appoggiarsi a soci che potessero, a loro volta, fornire ulteriori apporti di varia natura: una società, insomma, che fosse quotata in Borsa. Per questo motivo il dottor Federici ha annunciato che nell'estate scorsa è stato acquistato il 75 per cento del pacchetto azionario della «Molini Biondi», una azienda quotata alla Borsa di Firenze, intestandolo fiduciariamente al «Servizio Italia». «E' nel suo ambito — ha detto — che noi ci auguriamo di poter mandare avanti il programma che abbiamo or ora accennato: l'azienda si dirigerà verso l'acquisizione di partecipazioni in società medie e mediograndi allo scopo di assecondarle nel loro sviluppo operativo e finanziario». Questa nuova iniziativa si inserisce in tutte le altre attività che la Saifi Finanziaria già compie e che comprendono servizio alle persone, alle imprese, investimenti e promozioni di nuove iniziative: oggi le gestioni fiduciarie della Saifi Finanziaria amministrano circa 150 miliardi di lire. La società è, tra l'altro, presente da molti mesi sui mercati del Medio Oriente ed è quindi una delle poche aziende italiane ad avere un delegato permanente per il Medio Oriente. «La nostra permanenza in questi Paesi — ha precisato Federici — data da prima della crisi petrolifera e sono già siati conclusi con il nostro aiuto numerosi contratti da parte dì aziende italiane per forniture di notevolissimo importo». Renzo Villare

Persone citate: Federici, Filippi, Paolo Federici, Saifi

Luoghi citati: Firenze, Italia, Medio Oriente, Milano, Torino