Giudice è sospeso dopo un'inchiesta di Gino Mazzoldi

Giudice è sospeso dopo un'inchiesta Giudice è sospeso dopo un'inchiesta E' un sostituto procuratore di Milano che indagò anche sulle "Brigate rosse" - Sconosciuti per ora i motivi del provvedimento (Dal nostro corrispondente) Milano, 30 gennaio. Il Consiglio superiore della magistratura, nella sua riunione di ieri, ha deciso di sospendere dall'incarico il sostituto procuratore della Repubblica di Milano Ferdinando Alessio, di 46 anni; la notizia non è giunta inaspettata al palazzo di giustizia: negli ambienti della magistratura si sapeva che nei suoi confronti erano in corso inchieste, anche se non erano mai trapelati i motivi che le avevano determinate. Sulla decisione presa dal Consiglio superiore della magistratura nessun commento è stato fatto al palazzo di giustizia. Il procuratore della Repubblica aggiunto, dott. Isidoro Alberici, interpellato dai giornalisti, ha detto: « Non abbiamo ancora ricevuto una comunicazione ufficiale e ovviamente non conosciamo gli estremi della vicenda. Solo quando saremo in possesso del fascicolo sarà possibile dare un nostro giudizio ». Dal canto suo, il dottor Alessio non è ancora rientrato a Milano: a casa sua non risponde nessuno. L'inchiesta nei confronti del dottor Alessio è cominciata un paio di mesi or sono, quando su richiesta della procura generale di Milano erano giunti nel capoluogo lombardo alcuni magistrati componenti il Consiglio superiore della magistratura che avevano svolto una serie di controlli. Subito dopo, secondo quanto si è appreso, a carico del dottor Alessio sarebbero state aperte quattro inchieste, tutte relative al comportamento tenuto nell'esercizio delle sue finizioni di magistrato inquirente. «Si occupava prevalentemente di fallimenti e di bancarotte — diccono al quarto piano del palazzo di giustizia cancellieri e funzionari che lo conoscono —, ma quando era dì turno si doveva occupare anche del resto». Il caso più clamoroso del quale si interessò fu il sequestro del dirigente dell'Alfa Romeo ingegner Michele Minguzzi, rapito il 28 giugno dello scorso anno in via Faruffini da un «commando» che dopo averlo «processato» lo aveva rimesso in libertà dopo qualche ora davanti agli ingressi degli stabilimenti Alfa di Arese. L'impresa fu attribuita alle «Brigate rosse», le stesse che avevano già rapito e «processato» Hidalgo Macchiarmi, di rigente della Sit-Siemens. Il dottor Alessio durante l'inchiesta aveva creduto di identificare nel particolare di un dattiloscritto che i rapitori del Minguzzi erano gli stessi del Macchiarini: questo indirizzo, che era sembrato determinante si era poi rilevato inconsistente. Il dottor Alessio ha indaga to anche sulla destinazione dei grossi proventi dei laboratori del Policlinico. Secondo indiscrezioni, tuttavia, la sospensione del magistrato milanese sarebbe stata determinata dalla sua presunta intromissione con funzioni di intermediario e non nella sua qualità di giudice in alcune vertenze. Il magistrato, che è sposato ed ha una figlia, abita a Milano in via San Gregorio 40. Per parecchio tempo aveva fatto l'avvocato, poi entrò in magistratura e venne assegnato prima a Vigevano quindi come sostituto procuratore della Repubblica al tribunale di Novara, dove allora prestava servizio anche l'attuale procuratore della Repubblica di Milano, Giuseppe Micale; cinque anni or sono, giunse a Milano. La sospensione del magistrato ha provocato la reazione di «Magistratura indipendente», la corrente che raccoglie i magistrati di tendenza di destra: si parla di una montatura politica per allontanare un sostituto procuratore che aveva cercato di indagare a fondo sulle «Brigate rosse» negli ambienti di estrema sinistra. Gino Mazzoldi

Persone citate: Ferdinando Alessio, Giudice, Giuseppe Micale, Hidalgo, Isidoro Alberici, Macchiarini, Michele Minguzzi, Minguzzi