Segreti del pianeta Giove di Giorgio Abetti

Segreti del pianeta Giove Segreti del pianeta Giove Come è noto il satellite artificiale Pioneer 10 del peso complessivo di oirca 300 chilogrammi, con strumenti adatti per inviare sulla Terra fotografie e radiomessaggi, è stato lanciato dalla Terra il 2 marzo 1972; dopo 21 mesi di viaggio attraverso lo spazio interplanetario, si accostava alla superficie del pianeta gigante, fino alla minima distanza di circa 130.000 chilometri. Ciò accadde il 3 dicembre dell'anno scorso e da allora gli scienziati americani studiano i numerosi messaggi raccolti durante il volo e ne avranno ancora per parecchi mesi, prima di giungere ad una completa interpretazione delle informazioni ricevute. Tuttavia qualche risultato interessante, che accresce la nostra conoscenza sul misterioso pianeta, è già stato comunicato. Nel complesso si deve riconoscere che le osservazioni raccolte in tanti anni (si può dire dall'invenzione del cannocchiale) ci hanno dato informazioni dettagliate e precise sulla struttura, sulla temperatura, sulla stratificazione dell'atmosfera e sulle correnti dominanti sulla superficie di Giove. Tali osservazioni sono complessivamente confermate dal Pioneer 10, finora senza grandi novità come fu invece per Marte quando le esplorazioni dei vari satelliti diedero un quadro della sua superficie ben diverso di quello che i numerosi osservatori terrestri ci avevano abituati a considerare. Le belle fotografie di Giove, anche a colori, prese con i maggiori telescopi della Terra presentano, come è noto, tante bande multicolori parallele all'equatore con rapidi periodi di rotazione diversi dall'equatore ai poli, come avviene sul Sole. La temperatura delle regioni superiori di queste bande è in media di circa 150 gradi centigradi sotto zero con zone qua e là più calde. Ricordando che Giove, alla sua distanza dal Sole, riceve solo 1/271 dell'energia di questo, rispetto a quella ricevuta dalla Terra, si arriva alla conclusione, sia dalle osservazioni terrestri, sia da quelle del Pioneer che certamente deve esistere emissione di calore dalle regioni interne di Giove. Si può pensare che polvere, nubi e vapori, possano salire dall'interno, portandosi a galleggiare negli strati più alti della sua atmosfera. Già dalle osservazioni terrestri si era notato che nelle bande colorate si formano lunghe code col caratteristico aspetto di colonne di fumo, le quali, distendendosi, avvolgono il pianeta. Si potrebbe pensare ad una analogia con gli « ombrelli » prodotti dalle eruzioni vulcaniche o dalle esplosioni artificiali terrestri, i quali, elevandosi a grande altezza, sembrano quasi corpi solidi; si allargano poi lentamente e vanno disperdendosi nell'atmosfera, trasportati dalle correnti che si formano, a causa della rotazione di Giove attorno al suo asse. Non bisogna lasciarsi troppo sedurre da tali analogie, tanto più se si pensa alla diversità dei due corpi celesti. Giove con un diametro circa 11 volte maggiore di quello della Terra, tutto gassoso e fluido, mentre la Terra è un corpo solido. Il campo magnetico che accompagna Giove, secondo le preliminari osservazioni fornite dal Pioneer, risulta molto più intenso di quello della Terra e mentre questo nell'andamento delle sue linee di forza è simile al campo magnetico generale del Sole, quello di Giove non sembra localizzato nel suo centro fisico e forma come un grande anello che circonda l'equatore del pianeta. Poiché Giove può essere considerato come un corpo intermedio fra pianeti e stelle, forse si troverà che il suo campo magnetico può presentare qualche analogia con i misteriosi campi magnetici di grande intensità scoperti nelle così dette « stelle magnetiche ». Il laboratorio orbitante "Pioneer 10", lanciato dagli americani quasi due anni fa, invia ora foto e informazioni sull'astro e sui suoi satelliti Tèrra ~~ 9jfiJtadeìlaJettS, Lancio —2 marzo 1972 \ Massima vicinanza 3 dicembre 1973 _J)rbjta_di_Gioye_ Fuga del PIONEER 10 dal sistema solare Osservazioni scientifiche sul grande corpo celeste Esplosioni di radio-onde segnalate dal Pioneer, e anche dalle osservazioni terrestri, provenienti da varie regioni del pianeta e piogge di piccoli meteoriti sul Pioneer, quando questo è passato alla sua minima distanza da Giove non sembra abbiano danneggiato i suoi stru¬ menti che continueranno a mantenere il contatto con la Terra. Le esplosioni testimoniano lo stato di instabilità con le perturbazioni che avvengono nell'atmosfera del pianeta, mentre le cadute di meoriti dimostrano che il campo gravitazionale deve raccogliere continua¬ mente materia cosmica nel suo corso attorno al Sole. Interessanti notizie si hanno anche su Jo, uno dei 12 satelliti ed uno dei più vicini che girano attorno a Giove. Di colore arancione e assai più brillante di qualsiasi altro pianeta a causa della tenue atmosfera che lo circonda. In questo mese di gennaio, Pioneer 10, la cui velocità gli ha consentito di passare nelle vicinanze di Giove senza essere catturato, oltrepassa l'orbita di Saturno e poi quella di Urano. Nel 1979 si troverà alla disianza di circa tre bilioni di chilometri dal Sole e i suoi eventuali radiosegnali diverranno troppo deboli per poter essere percepiti dalla Terra, ma forse arriverà ancora qualche sua informazione sui raggi cosmici o sul suo campo magnetico. Solo nel 1987 questo oggetto ideato e costruito dall'uomo abbandonerà il sistema solare per continuare il suo favoloso viaggio nello spazio interstellare. Giorgio Abetti