Gli italiani affrontano il tremendo Capo Horn di Paolo Bertoldi

Gli italiani affrontano il tremendo Capo Horn II giro del mondo a vela Gli italiani affrontano il tremendo Capo Horn Oggi o domani le nostre imbarcazioni dovrebbero passare il punto più temuto della regata -1 messicani hanno "doppiato" secondi il Capo Tutti schierati sul ponte, cantando l'inno messicano (anche i due che hanno nazionalità statunitense) i concorrenti del Sayula hanno doppiato Capo Horn. la barca di Ramon Carlin è l' seconda a passare il punto più temuto della regata velica mondiale. Il Great Britain, che è più lungo del Sayula, era passato al traverso dell'«inferno dei velisti» nella notte tra il 23 ed il 24 gennaio, con un tempo duro, ma non tremendo. Il veliero messicano, che si trovava in corsa soprattutto contro i francesi del Kriter, ha avuto l'onore di essere secondo: ha superato il Capo alle ore 8 e 10' del 26. C'era un bel sole e le condizioni del mare erano sopportabili. Poco dopo (ore 13,15 GMT) l'equipaggio del Kriter ha brindato al largo dello stesso Horn. Il giorno successivo è toccato al/'Adventure (Inghilterra) ed al Grand Louis (Francia). Nella terza tappa del Giro del mondo a vela, la SydneyRio de Janeiro di circa sedicimila chilometri, sono dunque già cinque i concorrenti che lasciato a poppa il punto più difficile possono ora dirigersi verso Nord dove troveranno mari meno freddi e tempestosi. Gli italiani hanno tutti barche più piccole e presumono di doppiare il « terribile giro di boa » nella giornata di oggi o al più tardi domani. Il Tauranga, secondo quanto Guzzetti ha radiotelegrafato a casa, nei giorni scorsi si trovava a poca distanza dalla nave appoggio Endurance. Navigava con tutte le vele a riva ad una velocità di circa 10 nodi, con tempo bello e discretamente caldo, almeno per quelle latitudini. La posizione attuale della barca comandata da Eric Pascoli è di 58 15 S 83 10 W. Morale a bordo ottimo, specialmente se si pensa che poco tempo fa lo yacht era tra le nebbie dell'Antartide. Anche Doi Malingri e Sandro Lojacono con lo Cserb, si avvicinano a Capo Horn. Hanno oltrepassato una zona di scarso vento e si trovano ora a 60 10 S 85 30 W, secondo le posizioni comunicate il 27 gennaio. Il Guia è stato attardato da noie tecniche prontamente riparate e ha raggiunto la latitudine 57 15 S e la longitudine 92 20 W (dati riferiti al 26 gennaio). In uno spazio di tempo molto ravvicinato i tre nostri equipaggi entreranno nell'elenco di quelli che hanno doppiato il punto più temuto dai veli sti di tutto il mondo. Intanto questa zona della Terra ha visto un grande exploit di un altro italiano. Si tratta di Ambrogio Fogar, il navigatore solitario che nella Transat del 1972 era riuscito a percor- rere tremila chilometri senza timone, arrivando da Plymouth agli Stati Uniti in una buona posizione di classifica. Fogar, in un primo tempo, doveva partecipare a qualche tappa della Round The World Race sul Koala 50 di Doi Malingri, ma successivamente ha preferito tentare una nuova impresa in solitario, ripetendo la celebre rotta controvento di Chay Blyth. Fogar era uscito senza gravi danni da una fortissima tempesta in Atlantico quando il suo Surprise aveva fatto un giro completo su se stesso. Ha ripreso quindi la rotta Sud-Est e domenica 27 gennaio alle 10,30 (GMT cioè tempo medio di Greenwich) ha superato Capo Horn. Fogar è il primo italiano che in solitario riesca a compiere una simile impresa ed il secondo in assoluto che «attraversi » il Capo navigando come si è detto nella direzione più difficile cioè da Ovest ad Est. Prima di lui soltanto l'inglese Chay Blyth vi era riuscito con il British Steel. Sia la Round The World Race che il Giro in solitario di Fogar stanno dimostrando come, anche nella vela, gli italiani abbiano compiuto notevoli progressi. Paolo Bertoldi

Luoghi citati: Antartide, Francia, Greenwich, Inghilterra, Plymouth, Stati Uniti