Il Bolshoj ha 200 anni

Il Bolshoj ha 200 anni Il Bolshoj ha 200 anni (Dal nostro corrispondente) Mosca, 29 gennaio. Al Bolshoj, una sera qualunque. La gente arriva di corsa, rapida e indaffarata, direttamente dal lavoro o dalla spesa della sera, deposita al guardaroba il paltò e le grandi borse, che ogni russo porta sempre con sé come un'appendice del proprio corpo (non si sa mai che si può trovare, al passaggio, nei negozi), per due ore s'iberna nella contemplazione, estatica ma competente, dei ballerini, esce con lo stesso ritmo serrato con il quale è entrata, per non perdere la corsa utile del metrò. Andare per il balletto al Bolshoj (come in qualunque altro teatro), non è per i russi consumare un rito mondano: è soddisfarò un appetito artistico e culturale, che pochi altri popoli al mondo sembrano avere cosi profondo e insaziabile. La «domanda» degli appassionati del balletto non è mai decrescente nell'Unione Sovietica e l'industria che la soddisfa è tra le più efficienti del Paese. Un edificio basso e largo, circondato dai cubi in vetrocemento della nuova Mosca, 18 mila metri quadrati di superficie, 20 classi teatrali, un teatro di 400 posti, un pensionato per gli allievi « interni »: qui si trova la grande scuola, che ha prodotto Maja Plisetskaja, Ekaterirra~ Maksimova, Natalja Besmertnova, Nina Sorokina, Wadimir Vasilev, Jurij Vladimirov. Duecento anni fa, alla fine del 1773, quando nacque, l'industria del balletto russo aveva le dimensioni di un laboratorio artigianale: due stanze nella vecchia Mosca, arroccata attorno al Cremlino, dove l'italiano Filippo Beccari tenne il primo corso a sessanta allievi. Le « classi di danze », aperte presso la casa per l'educazione degU orfani e dei bambini poveri di Mosca, divennero in pochi anni la «scuola di ballo presso il teatro imperiale » a cui Adam Gluchkovskij, allievo del celebre Charles Di¬ delot, doveva dare un'impronta definitiva, dal 1811. Oggi, l'accademia di coreografia del Bolshoj ha seicento allievi, dieci volte più delle « classi di danze » del Beccali, e la struttura di un istituto scientifico degno dell'Accademia delle scienze dell'Una. Alla scuola di danza del Bolshoj si va giovanissimi, poco più che bambini. E si esce ballerini formati dopo sette anni di durissima disciplina. « Il balletto — ha spiegato Sofja Golovkina, la direttrice ex prima ballerina del Bolshoj — è una lotta continua. Bisogna imparare a superare la propria natura, a disciplinare il proprio corpo, che deve essere ira grado di "potere tutto". Bisogna ottenere U massimo dal proprio corpo, per prenderne non soltanto ciò che può, ma anche ciò che non può, apparentemente dare. Si deve aspirare alla perfezione e allora, con l'aiuto della coreografia, voi potrete esprimere qualsiasi emozione ». p. g

Persone citate: Adam Gluchkovskij, Beccali, Filippo Beccari, Jurij Vladimirov, Maja Plisetskaja, Maksimova, Nina Sorokina, Wadimir Vasilev

Luoghi citati: Mosca, Unione Sovietica