Come nasce un computer di Renzo Villare

Come nasce un computer Visita al Centro IBM di Boeblingen Come nasce un computer Il laboratorio collabora Vimercate che produce i strettamente con lo stabilimento di modelli 115 e 125 del "sistema 370" (Dal nostro inviato speciale) Stoccarda, gennaio. Negli « Anni Sessanta » il sistema informativo suscitò un enorme interesse negli ambienti economici e aziendali, ma i risultati concreti non raggiunsero il livello sperato. L'errore maggiore fu quello di non aver compreso che all'applicazione dell'elaboratore nell'azienda doveva accompagnarsi un adeguamento di procedure e dì mentalità nella gestione. Le prospettive degli «Anni Settanta» sì presentano diverse perché, accanto al progredire delle tecnologie, è maturata una presa di coscienza dei principi dì fondo: questa può essere considerata la filosofia espressa dall'ing. Riga della direzione attività tecniche della Ibm Italia e dai signori Klaus Barish ed Herbert Lang, rispettivamente capo dei programmi comunicazioni e direttore delle tecnologie elettroniche del laboratorio di Boeblingen della Ibm Germania, nel corso di una visita al Centro costruito nel 1952 in questa cittadina tedesca a pochi chilometri da Stoccarda. Il laboratorio di Boeblingen è uno dei trenta che la Ibm ha costruito nel mondo — 21 negli Stati Uniti, uno in Canada, uno in Giappone e 7 in Europa — per la ricerca pura ed applicata con investimenti che rappresentano circa il 6 per cento del fatturato globale. Tale attività viene condotta in Europa da sette laboratori che agiscono in stretta collaborazione: uno di ricerca pura a Zurigo e sei di ricerca applicata (o « sviluppo prodotti ») a Boeblingen, Hursley (Londra), La Gaude (Nizza), Lidingb' (Stoccolma), Vithoorn (Amsterdam) e Vienna. A Boeblingen si studiano principalmente le unità centrali dei sistemi di piccole e medie dimensioni e tra le affermazioni piti importanti vanno ricordate le progettazioni del Sistema 360 Modello 20 e dei Modelli 115 e 125 del Sistema 370. Si tratta di realizzazioni assai importanti nel settore degli elaboratori medi e piccoli. Inoltre il laboratorio è impegnato nello studio e nello sviluppo degli elementi meccanici ed elettromeccanici delle stampatrici ad alta velocità e delle relative apparecchiature. A Boeblingen lavorano circa 1300 persone ed il centro elettronico, impiegato per le sole necessità interne (studi dei ricercatori, test, addestramento del personale), è tra i più vasti d'Europa comprendendo alcune decine di elaboratori collegati ad unità di memoria capaci di registrare miliardi di informazioni e a terminali installati in diverse parti del laboratorio. Si può quindi affermare che anche gli elaboratori aiutano a creare nuovi e più perfezionati elaboratori. E' presso questo laboratorio che chimici, fisici e tecnici specializzati collaborano, in vna organizzazione in cui tutto è lasciato alla decisione individuale pur se «guida», nell'opera di ricerca di nuovi materiali semiconduttori, nello sviluppo di componenti allo stato solido e di circuiti integrati e nella loro produzione. Lo studio e la realizzazione di tali dispositivi richiedono il concorso delle più diverse tecnologie: dalle tecniche dei tracciati ai collaudi automatici in linea; dagli studi sui materiali e sulla loro resistenza alla levigatura dei cristalli; dai processi di diffusione e di ossidazione a quelli di metallizzazione e a tutto ciò che si rende necessario nello studio e néll : realizzazione di un computer. Per la sua specializzazione, il laboratorio dì Boeblingen collabora strettamente con lo stabilimento della IBM Italia di Vimercate, nei pressi di Milano, che produce i modelli 115 e 125 del Sistema 370 dopo aver prodotto il Sistema 360 Modello 20. Sulla base di questa collaborazione — come ha affermato l'ing. Riga nel corso della conferenza — tra lo stabilimento italiano e il laboratorio tedesco, è stata affidata a Vimercate la responsabilità primaria per il coordinamento della produzione dei due Modelli 115 e 125. L'integrazione delle attività di sviluppo e produzione ha così consentito di accorciare i tempi per la realizzazione del sistema e per quanto si riferisce al Modello 125 i tecnici e le maestranze di Vimercate hanno iniziato a collaborare con il personale di Boeblingen oltre tre anni fa e si sono trattenuti presso il la boratorio, per periodi di tempo di due anni circa. « In pratica — è stato detto — non vi è attività d'interesse per la produzione che non sia stata coperta con la diretta partecipazione di personale italiano ». Infatti prove di valutazione dei prototipi, analisi e controllo dei risultati, verifica delle possibilità produt Uve delle parti logiche, eia borazione dei programmi e degli equipaggiamenti dì prova sono attività che hanno visto un collegamento strettissimo tra stabilimento (in questo caso, Vimercate) e laboratorio (Boeblingen). Si può pertanto affermare che nasce in questo modo e seguendo questa prassi un calcolatore, la cui applicazione nelle aziende tende ad estendersi anche in Italia. E' certo che il futuro potrà riservare molte sorprese in questa scienza giudicata nuovissima. I progressi messi a segno in pochi anni sono incredibili: i calcolatori IBM sono passati, ad esempio, da una possibilità di calcolo di 2200 moltiplicazioni per secondo (tipo 701 a valvole) ad una di due milioni nel 1972 con il modello 370/168 a circuiti integrati monolitici. Forse fra altri vent'anni quei due milioni di operazioni al secondo che oggi sbalordiscono, sembreranno una inezia. Renzo Villare

Persone citate: Gaude, Herbert Lang, Klaus Barish