Canzonissima perde i favori del pubblico di Ugo Buzzolan

Canzonissima perde i favori del pubblico Alla radio e sul video Canzonissima perde i favori del pubblico Tra i dati statistici del Servizio Opinioni riguardanti le trasmissioni dello scorso ottobre (la relazione è stata comunicata solo in gennaio), una cifra salta immediatamente agli occhi: è il 48 assegnato come indice di gradimento alle prime quattro puntate di Canzonissima. Ormai i lettori sanno che 48 è un indice bassissimo quando si pensi che un gradimento medio oscilla tra 65 e 70. Diremo ancora che è l'indice più basso di tutto il mese, anzi, è uno dei più negativi registrati nel corso delle statistiche Rai. Quasi sicuramente nessun varietà, mai, da che la tv esiste, ha subito una bocciatura così grave. Il fatto è abbastanza clamoroso ma, a pensarci, non costituisce poi una grande sorpresa. In quel catastrofico 48 confluisce anzitutto il fiero disappunto degli aflcionados nel vedere il «loro» programma, per anni troneggiante di sabato sera, confinato al pomeriggio della domenica; in secondo luogo, a tale disappunto si è unita la cocente delusione per lo spettacolo in sé, effettivamente, specie nelle prime puntate, alquanto misereno, affidato alle facezie di Baudo e agli sgambettamenti volonterosi della Medici. Quanto all'indice di ascolto, il Servizio Opinioni parla di quasi quattordici milioni di persone, il che è molto perché bisogna tenere conto che in ottobre non ci era ancora piombato addosso il regime di austerity e le domeniche erano ancora aperte al weekend. Adesso l'interessante sarà controllare gli indici di Canzonissima per novembre e dicembre. Se la solenne bocciatura di ottobre dovesse continuare, la Rai si troverà davanti, fra qualche mese, ad un grosso problema: Canzonissima non può essere abolita, deve essere fatta comunque (ila Rai ne farebbe volentieri a meno, ne farebbero a meno anche ì cantanti per via dell'anacronismo e dell'assurdità della gara con vincitore e sconfitti; ma le casse dell'erario si sono ormai abituate al ricco tributo annuale della lotteria e non intendono rinunciarci per nessun motivo). Ma se Canzonissima è inamovibile e se il suo posto è stato fissato e confermato al pomeriggio della domenica, come si riuscirà ad evitare un altro fiasco? La soluzione non può che essere una: offrire uno show che abbia dei testi decenti, un po' di spirito, un po' di trovate, degli ospiti d'onore. Ma è qui il difficile: far convivere una valida rivista con il torneo delle canzonette è un'impresa che ha fatto rompere le corna a tanti, a troppi... Ma altri dati meritano un cenno. Per esempio, l'indice in assoluto più alto del mese l'ha ottenuto Uno sguardo dal ponte, il dramma di Arthur Miller, con la règia di Claudio Fino, protagonista Raf Vallone: rappresentazione semplice, robusta, popolare. Platee imponentissime ha radunato il ciclo dedicato a Gerard Philipe: basti pensare che un film come Gli orgogliosi ha avuto oltre venti milioni di spettatori e che ad un'opera di Bunuel praticamente sconosciuta come L'isola che scotta hanno assistito in diciotto milioni e mezzo... Modesto l'indice di gradimento (54) per quella bellissima cosa che è San Michele aveva un gallo dei fratelli Taviani: ma non c'era da illudersi, il film è assai antitradizionale, l'impatto con il pubblico televisivo non poteva essere che brusco. Radio in ottobre: il gradimento più alto sarebbe per Il mattiniere (84) che viene trasmesso — udite! udite! — con inizio alle ore 6; l'ascolto nettamente più elevato è per Gran varietà, lo show della domenica alle 9 e 30. In coda al gradimento a quota 53, chi troviamo? Canzonissima. Peccato che a farle compagnia, due scalini appena sopra, ci sia Alto gradimento, che con tutti i suoi difetti è l'unica rubrica umoristica della tv e della radio messe assieme. Ugo Buzzolan

Persone citate: Arthur Miller, Baudo, Bunuel, Claudio Fino, Gerard Philipe, Raf Vallone, Taviani