Ancora senza un preciso movente il delitto di sabato sera davanti al bar di Piossasco

Ancora senza un preciso movente il delitto di sabato sera davanti al bar di Piossasco Polizia e carabinieri frugano nella vita dei 2 protagonisti Ancora senza un preciso movente il delitto di sabato sera davanti al bar di Piossasco Regolamento di conti, reazione a un oltraggio, gesto disperato dopo un litigio? - Lo sparatore avrebbe mormorato uscendo: "Sono anch'io un mafioso e te lo dimostrerò" - Smentito un collegamento con l'assassinio di Rivalla Il prof. Griva dell'Istituto di medicina legale ha eseguito ieri, ella camera mortuaria del cimitero di Piossasco, l'autopsia ul cadavere di Salvatore Belila, cciso sabato sera durante una te. Luigi Incarbonì, l'omicida, li ha sparato sei colpi, uno soo è andato a segno e gli ha spacato il fegato. E' morto in pohi istanti per emorragia interna. All'origine del tragico litigio 'è uno « sgarbo ». Ma quale il motivo? SI fruga nel passato dei rotagonisti del dramma. Enrambi sono di Mazzarino in proincia di Caltanlssetta; la quetura ha un voluminoso fascicoo sul loro precedenti. L'attività riminosa di Salvatore Belila embra arrestarsi nel '71, quano si trasferisce nel Nord come orvegliato speciale. Anche 11 ompaesano ha una sfilza di reai, dal '57 fino al '62 è stato ncriminato 18 volte, soprattutto er furti, oltraggio, porto abusio di armi. Sono insieme fin da ragazzi, ma Luigi Incarbonì è di 8 anni più giovane e forse è sempre stao soggiogato dalla superiorità isica dell'amico. Più volte quet'ultimo si è divertito a schernirlo. Inoltre, 5 mesi fa Luigi Inarbonì è stato cacciato di casa. Beveva — dice il patrigno — i pochi soldi che guadagnava, chisà come, gli servtvano per bere ». Era diventato cliente del bar « Gino » alla periferia di Piossasco, un locale che negli ultimi tre mei Salvatore Belila aveva frequenato si e no una decina di volte. Sabato sera Salvatore è con 1 ratelli al bar « Nuovo », nel cenro del paese. SI congeda da loo, deve « lare una telefonata », poi andrà a casa (che è nella di- rezlone opposta) per seguire il programma televisivo. Sale in auto, va da « Gino » dove incontra Luigi. 5u quello che accade, vi sono versioni contrastanti. E' certo però che non alzano la voce. Salvatore ripete il solito, crudele scherzo: « Sei un cretino, sempre ubriaco, non vali nulla », l'altro questa volta non subisce in silenzio, lo Invita fuori a « regolare » 1 conti. Qualcuno riferisce ai carabinieri: « Gli ha risposto: "Sono anch'io un mafio¬ so e te lo dimostrerò" ». Escono ed echeggiano sei colpi. Salvatore si accascia sul « dehors », l'assassino fugge e un'ora più tardi si fa arrestare. Sono pochi gli elementi a disposizione del magistrato dottor Notarbartolo e dei carabinieri per chiarire la vicenda. Uno potrebbe essere il seguente. Al momento della cattura Luigi Incarbonì ha alcune ecchimosi sul corpo: una Intorno all'occhio sinistro, un'altra alla schiena, altre ancora alle gambe e alla mano destra. Una breve, violenta colluttazione seguita dall'omicidio? O un fatto totalmente estraneo? Non vuole parlarne. Dice soltanto: « Mi accusava di avergli rubato le olive, fin da ragazzo ». Un gioco tra giovani degenerato nel tempo, un'allusione al bottino di un furto, non suddiviso, una ribellione alla scala gerarchica in un « racket »? Oppure, più semplicemente, la disperata reazione di un alcolizzato ad una crudele presa in giro, una tortura che ormai durava da troppo tempo: « Per me era diventato un incubo »? ★ * A poche ore dall'omicidio di Salvatore Bellia era nato il sospetto che tra questo delitto e l'uccisione di Otello Contaldo, il dirigente dell'Extragas di Rivalta, esistesse un collegamento. I due si conoscevano, poteva trattarsi di un seguito sanguinoso al precedente assassinio. Le indagini laboriose sulla prima sparatoria hanno seguito però per poco tempo questa nuova traccia. « Se ti collegamento esisteva davvero — ha commentato il capitano Ruggeri — sarebbe forse stato un passo avanti decisivo per risalire agli assassini del Contaldo. Ma questo delitto non ha altri moventi che quelli banali e squallidi confessati dall'omicida, Luigi Incarbonì ». Anche la conoscenza tra Otello Contaldo e Salvatore Bellia, le due vittime, appare del tutto casuale. Il dirigente dell'Extragas ha abitato per qualche tempo a Piossasco e frequentava, sia pure saltuariamente, 11 bar « Gino » davanti a cui è avvenuto l'ultimo fatto di sangue. « Tra gli altri clienti c'era anche il Belila — dicono i carabinieri — risulta che qualche volta hanno scambiato due chiacchiere bevendo qualcosa Insieme. Nulla di più ». Anche a Rivalta chi conosceva Otello Contaldo nega di averlo mai visto con l'uomo ucciso a Piossasco; non risulta Inoltre che Salvatore Bellia e Luigi Incarbonì abbiano mai frequentato il bar « Toiu », locale frequentato dal dirigente di Rivalta. Cosi quest'ultima, evanescente pista per far luce sul feroce delitto di dodici giorni fa svanisce in modo definitivo. Salvatore Bellia è stato assassinato a rivoltellate nel « déhors » di un bar a Piossasco

Luoghi citati: Mazzarino, Piossasco, Rivalta